Nel tunnel dell'orrore

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<<Karen, amore. Il vestito è perfetto. Dico sul serio. Sarai un incanto, come sempre.>>

Karen lo aveva guardato dal vetro dello specchio e aveva accennato un sorriso. Era arrossita, aveva chiuso gli occhi per un istante e poi subito li aveva riaperti.

Melissa era uscita dal loro appartamento da pochi minuti. Nessuno dei due poteva immaginare che non l'avrebbero mai più rivista.

<<Sai che non mi sono mai piaciute queste serate. Se trovassimo una scusa?>>

Ryan l'aveva guardata e aveva sorriso a propria volta.

<<Staremo poco, d'accordo? Il meno possibile. Il tempo di cenare, poi tu inventerai qualcosa. Oppure chiederemo a Melissa di telefonarci, e allora ce ne andremo.>>

Karen si era alzata dalla sedia, si era voltata verso di lui, gli si era avvicinata e gli aveva gettato le braccia intorno al collo. Poi, senza dire nulla, l'aveva baciato. Lui le aveva stretto le mani intorno alla vita e poi l'aveva spinta sul letto. Le aveva abbassato la zip del vestito, da dietro la schiena, e glielo aveva sfilato.

Avevano fatto l'amore. Con dolcezza. Senza fretta, nonostante avessero poco tempo a disposizione.

L'avevano fatto per l'ultima volta.

Ryan cercò di cancellare quelle immagini dalla testa e seguì la scia di sangue che partiva dal punto in cui il serpente era stato colpito dai suoi proiettili.

Lo spazio a sua disposizione era sempre minore, e aveva la sensazione che anche l'aria, lì dentro, stesse terminando.

Sentì le voci degli agenti che, qualche metro dietro, dovevano aver trovato la seconda ragazza. Si augurò con tutto il cuore che riuscisse a sopravvivere, mentre la scia di sangue proseguiva di fronte a lui.

<<Lee Greyson! Sappiamo tutto di te. Puoi fermarti, prima che sia tardi. Sei ancora in tempo>> gridò, sentendo l'eco della propria voce rimbombare tra le rocce.

Un rumore di passi veloci alle sue spalle lo sorprese. Si voltò e nel buio riconobbe i lineamenti di Miller.

<<Hart. Che cosa...?>>
Il detective portò l'indice di fronte alle labbra e Ryan capì che non lo avrebbe lasciato solo.

Il serpente non aveva risposto alle sue parole.

<<Pensi che se la caveranno?>> domandò Ryan sottocvoce mentre continuavano a camminare.

Miller scosse la testa.

<<Non lo so. È difficile dirlo.>>

Il cunicolo sembrava stringersi sempre di più, chiudendoli in una morsa nera. Il sangue a terra continuava ad essere presente, ma in quantità minore. Ryan pensò che Lee Greyson avesse trovato qualche modo per chiudere la ferita e bloccare l'emorragia.

Continuarono a camminare, soltanto loro due, uno accanto all'altro. Le pistole puntate in avanti e il sudore che scendeva dalle loro fronti.

La cena con il viceprocuratore e il sindaco di Virginia era stata noiosa, più di quanto avessero previsto. Ryan aveva sfiorato la mano di Karen più volte, sotto il tavolo. Le aveva accarezzato anche la gamba. Lei era diventata rossa. Aveva bevuto diversi bicchieri di vino e mangiato poco. La testa aveva incominciato a girarle.

Dopo il caffè, avevano deciso di mettere in pratica il piano. Karen si era alzata da tavola e aveva composto il numero di loro figlia Melissa.

Il telefono aveva squillato diverse volte a vuoto.
Lei allora aveva guardato Ryan e poi aveva scosso la testa. Lui aveva esitato, e i suoi occhi erano scivolati per un attimo all'indietro, in segno di rassegnazione.

Karen però non si era arresa. Aveva finto - fino a un certo punto, in realtà - di non sentirsi bene, e così erano riusciti a salutare i presenti e tornare a casa prima del previsto.

Durante il tragitto verso il loro appartamento, lei non aveva più provato a chiamare Melissa. Aveva trascorso, in seguito, ogni giorno di ogni anno dicendosi che se avesse fatto un tentativo in più, forse si sarebbero insospettiti delle sue mancate risposte. Forse si sarebbero mossi in qualche modo. E, forse, l'avrebbero salvata.

Il tunnel nel quale si trovavano si fece sempre più stretto. Ormai anche camminare sembrava impossibile. Ryan pensò che Lee Greyson non poteva avere tanto vantaggio. Sentiva che, in qualche modo, gli erano vicini. Ciò che giocava a loro sfavore era il fatto che l'assassino conoscesse alla perfezione tutti quei meandri neri come la pece. Di sicuro c'erano dei passaggi che loro non potevano vedere. Sapeva che Lee Grayson avrebbe potuto nascondersi da qualche parte e coglierli di sorpresa, ma era un rischio da correre.

Stavano camminando alla massima velocità che quello spazio minimo permetteva loro di raggiungere quando, in lontananza, videro - per quanto scura - una sorta di luce.

Un'uscita.

C'era un'uscita, quindi.

Avevano attraversato quella parte di montagna dall'interno.

Guardò Miller. Il detective aveva capito che avrebbero dovuto essere il più veloci possibile, se avessero voluto mantenere viva una speranza di fermarlo.

Si muovevano in fretta, ma le pareti attorno a loro erano ancora strette, troppo strette. Le loro casse toraciche sembravano comprimersi e schiacciarsi tra le rocce.

Ryan strinse i denti, aumentò la velocità dei movimenti e si ferì la gamba destra contro una roccia affilata. Non si fermò, però, e Miller fece lo stesso.

Diversi metri dopo, finalmente, videro l'uscita angusta del tunnel. Anche la notte che faceva capolino da fuori sembrava luminosa rispetto alle tenebre nere che avevano attraversato. Per essere fuori dal tunnel avrebbero dovuto camminare ancora un paio di minuti, almeno. Il tempo che Ryan aveva impiegato a soccorrere l'altra ragazza, Melodie. Il tempo che al serpente era bastato per scappare da lì.

Sentirono il rombo di un motore e videro due fari rossi che all'improvviso illuminarono la notte di fronte a loro.

Poi la macchina partì, sgommando.

Ryan e Miller raggiunsero l'uscita prima di quanto pensassero, ma ormai era tardi.

Thomas Lee Greyson, il serpente, se n'era già andato.

Ryan Cooper chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo, lasciando che l'aria pulita e fredda di dicembre gli riempisse i polmoni.

Risentì, per l'ennesima volta, le parole dell'uomo che nel cuore di una notte di dieci anni prima lo aveva svegliato per annunciargli di aver ucciso sua figlia.

<<C'è qualcuno che ti aspetta ai giardinetti, Ryan. Corri a vedere.>>

La ballerinaWhere stories live. Discover now