Ciò che accadde a Evelin Perth

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<<Non vide più Evelin dopo quell'ultimo litigio?>>
<<Mai più. Ma come vi ho detto, in quel periodo Evelin Perth non esisteva più. Era diventata Claire O'Donnell.>>
<<l'identità che aveva assunto dopo essersi trasferita da lei>> disse Ryan, sottovoce.
<<Esatto. E io non la vidi più in seguito a quel nostro ultimo litigio, e non me lo perdonerò mai. Perché se potessi tornare indietro, se avessi l'occasione di modificare qualcosa, anche una sola azione, una sola parola, lo farei. Cambierei tutto. Ma è la vita, non crede? Impariamo la lezione quando il gioco è già finito. >>

Ryan rimase in silenzio. Osservai i suoi occhi, ed ebbi la sensazione che si stessero perdendo da qualche parte. Pensava a sua figlia, ne ero sicuro.

<<Ci racconti che cosa accadde in seguito>> le disse, avvicinandosi a lei.

Norma sospirò, fece qualche passo indietro e tornò a sedersi accanto al marito.

<<Evelin Perth risulta ancora oggi una persona scomparsa. Svanita nel nulla. Ma Claire... Claire O'Donnell... lei è morta.>>
<<Morta?>>
<<Già. Accadde un paio di mesi dopo quel nostro litigio. Ottobre del 1986. Sono trascorsi trent'anni, ma mi sembra ieri. Se ne va in un attimo, non è vero? La vita. È incredibile.>>
<<Che cosa successe?>>
<<Ci fu un terribile incendio. Sapete, mia sorella aveva cambiato identità, ma l'amore per la danza non l'aveva mai abbandonata. Le passioni non si scelgono né si dimenticano. Dopo un po', ciò che siamo davvero torna in superficie. Era diventata Claire O'Donnell, aveva cancellato ogni traccia che potesse ricondurre alla sua precedente esistenza e aveva smesso di esibirsi nei più importanti teatri di tutto il mondo, ma il ballo... il ballo era rimasto nel suo cuore.>>

Sentii il sangue gelarsi nelle mie vene. Non appena Susan pronunciò la parola "incendio" pensai al discorso delirante di Ray Dwight, quando eravamo andati a trovarlo in carcere.

Il fuoco.

<<Vada avanti, Susan.>>
<<Mia sorella, anche nel periodo in cui era rimasta a casa con noi, non aveva mai smesso di pensare alla danza. Alla fine, aveva trovato un posto come insegnate in una piccola scuola giù a Hollywood. Aveva impiegato ben poco a convincere le persone che la circondavano che sarebbe stata perfetta per quel lavoro. In ogni caso, fu un'esperienza breve. Un terribile incendio, nell'ottobre di quell'anno, distrusse l'intero edificio che ospitava la scuola. Dicono che morì senza soffrire, ma come posso saperlo? Come posso crederci?>>

Rimanemmo in silenzio per alcuni lunghi istanti.


La ballerina che con ogni probabilità era stata l'origine di tutto quel male era morta in un incendio. Provai un brivido intenso lungo la schiena. Fu come una scarica violenta di adrenalina. Incrociai lo sguardo di Marianne e poi quello di Ryan, e fui certo che anche loro stessero pensando ciò che pensavo io. Respirai a fondo e quando la tensione si fu sciolta, la riconobbi. La sensazione dirompente di essere vicini a qualcosa di importante.

<<Mi dispiace, Susan. Mi dispiace davvero per sua sorella>> disse Ryan, a bassa voce. Lei annuì, poi chiuse gli occhi. Quando li riaprì, erano lucidi. Cristallini.

<<Che cosa fu di Ray e Christopher dopo la morte della madre? Chi si prese cura dei gemelli?>>

Susan esitò. Scosse la testa, si alzò di nuovo dalla sedia e sembrò guardare il panorama che la circondava.

<<In un primo momento, con mia grande sorpresa, fu proprio l'amante di Evelin ad occuparsi di loro. Venni a sapere da lui, quando lo incontrai, che aveva raggiunto Evelin in California poco tempo dopo il nostro litigio. Avevano trascorso gli ultimi giorni di vita di lei come una vera coppia di innamorati. Quando mia sorella morì, lui si prese cura, per un po', di Ray e di Christopher.>>
<<E il padre?>>
<<Walter... Fu indagato per la morte di Evelin.>>
<<Che cosa?>> domandò Ryan, sgranando gli occhi.
<<Già. A quanto pare, Evelin gli aveva detto di trovarsi in California, e lui l'aveva raggiunta. Era qui quando vi fu l'incendio. Nessuno riuscì mai a dimostrare che si trattasse di un incendio doloso, ma Walter Clayton fu ritrovato di fronte alla scuola ancora in fiamme. Con lui, quella notte, c'erano i due gemelli. Vivi per miracolo.>>
<<Sta dicendo che Ray e Walter si trovavano all'interno della scuola, quando prese fuoco?>>
<<Sì.>>
<<E fu Walter Clayton a trarli in salvo?>> domandò Ryan, avvicinandosi il più possibile a Susan.
<<Già. Questo è ciò che ha sempre affermato lui. Di averli salvati dal fuoco di quell'inferno. E i gemelli lo hanno confermato più volte. Ma a quanto pare, la polizia non ha mai creduto troppo alla sua versione dei fatti. Ci sono state delle indagini, ci sono stati dei testimoni, e tuttavia, alla fine, nessuno è mai riuscito a dimostrare che lui fosse in qualche modo coinvolto in quella tragedia.>>
<<Ha detto che Evelin gli aveva comunicato di trovarsi in California. Come fa a saperlo?>>
<<Fu Walter a dirmelo, quando lo incontrai in quel periodo.>>
<<Quindi, se così fosse, Evelin non stava cercando di scappare da lui>> disse Ryan.

Susan lo guardò con serietà, poi annuì.

<<Non lo so. Purtroppo, tutto ciò che rimane di questa storia sono ombre nere, prive di forma. Vecchi ricordi che non potranno mai diventare cicatrici chiuse.>>

Pensai a quelle parole. Susan Perth ci aveva appena fornito tanti indizi importanti. Sapevo che, in mezzo a tutte quelle informazioni, doveva esserci anche parte della verità che stavamo cercando. Un ponte invisibile che collegava il 1986 ad oggi.

<<Per quale ragione i figli di Evelin andarono a vivere con l'amante di lei, e non piuttosto con l'ex marito, Walter Clayton, dal momento che lui l'aveva raggiunta in California?>>

Susan sorrise. Un sorriso malinconico.

<<Semplicemente, perché era ciò che Evelin avrebbe desiderato di più. E Walter, per quanto fosse un uomo particolare, imprevedibile e pieno di difetti, in un certo senso non se la sentì di deluderla per l'ennesima volta, e soprattutto adesso che lei non c'era più.>>

<<Come si chiamava l'amante di sua sorella?>>
<<Pacey Dwight. Un cognome che non vi è nuovo.>>

Sussultai, e Ryan e Marianne fecero lo stesso.

Evelin aveva quindi dato ai due figli il cognome dell'uomo di cui si era innamorata.

<<Sa dirci se Pacey Dwight e Walter Clayton sono ancora vivi?>> le domandò Ryan prendendole una mano e stringendogliela.

Lei sorrise ancora e annuì. Guardò il marito, poi i suoi occhi tornarono in quelli di Ryan.

<<Sapete... alla fine di tutto, non rimane nulla. Mia sorella non esiste più. È andata come è andata. I fantasmi, quelli sì che restano, invece. Non svaniscono mai. Ogni tanto magari lasciano al cielo un po' di azzurro, ma poi, quando scende la sera, ritornano, puntuali come un orologio. E più penso a tutta questa storia, più li vedo.
Vengono fuori come i ricordi, un po' alla volta, incatenandosi tra loro. Urlano, piangono, si sbranano a vicenda e fanno in modo che anche la realtà appaia confusa. È questo ciò che succede a scavare troppo nel passato, non credete? Non mi restano molte certezze nella vita, signor Cooper, ma di una cosa sono più che convinta: i fantasmi saranno sempre qui, ad aspettarmi.>>

Ryan annu' in silenzio. Sapevo che era d'accordo con lei. A mio modo, lo ero anch'io.

<<Walter Clayton e Pacey Dwight, Susan. Sono ancora vivi?>>

La ballerinaWhere stories live. Discover now