La ragazza che danzava sul ghiaccio

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<<Fermati, Marianne!>> gridai, raggiungendola e afferrandola per un braccio.
Lei si voltò a guardarmi e spalancò gli occhi, con stupore.

<<Che cosa...?>> domandò, ed io le feci segno con la mano di restare immobile.

La superai e accesi la luce.

Mi guardai intorno.

Nel salotto non c'era nessuno e tutto sembrava in ordine.

Attraversai l'abitazione. Controllai la cucina, la camera da letto, il bagno. Non trovai nulla di strano o fuori posto.

Marianne, che mi aveva seguito, continuava a non capire.

<<Ethan, così mi spaventi.>>
<<Qualcuno è stato qui. Avevo...>> mi bloccai, perché d'un tratto mi accorsi di che cosa non andasse.

Sul tavolo in salotto, il mio computer portatile era aperto, ed io non lo toccavo da diverse ore. L'avevo lasciato all'interno della borsa sul letto in camera.
La borsa ora era a terra, accanto al tavolo.

Mi avvicinai al pc e vidi che sullo schermo scorrevano delle immagini.

Era un video.

Si riproduceva in loop, in continuazione. Mi sedetti di fronte al monitor.

<<Che cos'è?>> domandò Marianne.
<<Non ne ho idea.>>

Fissai le immagini che si inseguivano. Non c'era audio. Potevo vedere una ragazza molto giovane all'interno di una pista di pattinaggio su ghiaccio.
Sembrava felice,  spensierata. Rideva, poi si avvicinava alle sbarre in ferro che circondavano la pista e vi si appoggiava.
Diceva qualcosa alla persona che la stava filmando, ma non riuscivo a leggere il labiale perché l'immagine traballava.

<<Sta dicendo qualcosa>> sussurrò Marianne.
<<Riesci a capire le sue parole?>> le chiesi.

Esitò, poi si sedette accanto a me e si avvicinò di più al monitor.

Guardai ancora il volto della ragazza. D'un tratto, mi ricordai di lei. L'avevo vista sugli articoli di giornale relativi agli omicidi commessi dal 2003 al 2006.

Era Gloria Stewart, la prima vittima.
Ne ero sicuro.

Osservai Marianne. Aveva messo in pausa e poi riavvolto il video.

<<Riesci a capire?>> le domandai ancora.
<<Aspetta...>>

Arrivò al punto in cui Gloria Stewart aveva incominciato a parlare. Lasciò che le immagini si rincorressero, mise in pausa e poi di nuovo tornò indietro.

<<Sembra... sembra che stia dicendo... "Vieni con me." E poi... poi ancora "vieni con me" e poi qualcos'altro. Potrebbe essere "Ehi"... ma non ne sono sicura...>>
<<"Ehi"?>>
<<Sì, oppure qualcosa di simile. Osserva il movimento delle labbra.>>
Lo feci. Guardai con attenzione. Marianne aveva ragione.
Perché avrebbe dovuto dire "Ehi" però?
Aveva già l'attenzione della persona che la stava riprendendo.

Pensai a quali parole potessero suonare in modo simile a "Ehi". Non mi venne in mente nulla.

Poi, d'un tratto, sentii un brivido attraversare il mio corpo, tanto forte da paralizzarmi le mani.

<<"Ray">> dissi, in un sussurro <<potrebbe essere "Ray"?>>

Marianne mi guardò e annuì.

Riportò indietro le immagini del video, le studiammo ancora una volta. E un'altra, e un'altra ancora.

<<Potrebbe essere "Ray", sì>> rispose infine, lasciando che i suoi occhi si andassero a perdere in quelli di Gloria.

Il video terminò.

Ripartì da capo, ancora una volta, l'ennesima.

Lo bloccai.

Come Marianne, anche io mi persi nello sguardo di Gloria. Era bellissima. E stava danzando sul ghiaccio, senza sapere di essere di fronte all'uomo che di lì a poco l'avrebbe uccisa.

<<Ray>>, ripetei, sottovoce.

La ballerinaWhere stories live. Discover now