Legami di sangue

998 127 45
                                    

Avrà avuto una sessantina d'anni, o quasi, ma ne dimostrava dieci di meno.

<<Vi presento mia moglie, Susan. Tesoro, ci sono delle persone con cui credo dovresti essere tu a parlare.>>

Lei si voltò verso di noi. Posò il libro che stava leggendo sul tavolino e si alzò.

Ci strinse la mano e ci presentammo.

<<Sono qui per Evelin, tesoro. Credo... credo che dovresti parlare con loro.>>

Susan rimase immobile per qualche istante, come pietrificata. Socchiuse appena le labbra, fu sul punto di dire qualcosa ma poi non lo fece. Annuì con la testa, un movimento appena percettibile, ad indicare il tavolino a bordo piscina. Ci invitò ad accomodarci.

<<Sapete, se mio marito ha deciso di parlare con voi, allora significa che dovete avergli fatto una buona impressione.>>
<<È ciò che ci auguriamo>> disse Ryan, sorridendo. Fu strano vederlo sorridere. Non lo faceva quasi mai. Ma a ben vedere, non sembrava quasi neanche più il Ryan che avevo conosciuto durante quei giorni. Era evidente una cosa, una cosa talmente ovvia che avevo finito con il non notarla: Ryan Cooper stava seguendo la fiamma che gli si era riaccesa dentro, da qualche parte. Era un segugio affamato- affamato da anni- sguinzagliato gettato all'inseguimento della preda.


<<A sconvolgermi, anche se forse non sono brava a darlo a vedere, è che siate qui per via di Evelin. Di che cosa vi occupate?>>
<<Ero un detective alla Omicidi di Virginia, in Pennsylvania. Dieci anni fa mia figlia è stata assassinata, ed io ho abbandonato la parte più importante della mia vita. Ora lavoro nel settore privato. Ma certi fantasmi restano, non crede?>> disse Ryan.
Susan annuì.
<<Lei è la sorella di Evelin?>> le domandò.
<<Lo sono, sì. Il punto è... voi come fate a saperlo?>>
<<È una storia lunga, signora. Siamo tornati ieri da un viaggio in Italia. Una pista ci ha condotti fino in Europa, e adesso gli indizi che abbiamo messo insieme ci hanno portati qui da lei.>>

La donna sospirò profondamente, poi volse gli occhi verso la piscina. Era coperta per metà e riscaldata. Una scaletta all'estremità più lontana dal punto in cui ci trovavamo conduceva a quella che doveva essere una vasca sopraelevata a parte per l'idromassaggio.

<<Di che cosa si tratta, di preciso? Perché siete qui?>>
<<Per via di Evelin Perth. Sua sorella. Le ho detto che dieci anni fa mi sono ritirato in seguito all'omicidio di mia figlia. Lei fu... l'ultima di una lunga serie di vittime, molte delle quali erano ballerine, o comunque ragazze legate al mondo della danza. Dopo la morte di mia figlia, sembrava che l'assassino al quale tutta la Pennsylvania aveva dato la caccia si fosse fermato. Sembrava che fosse scomparso. Pochi giorni fa, invece, è capitato qualcosa. Abbiamo ritrovato il corpo di un'altra ballerina, proprio a Virginia. È stata uccisa nello stesso modo in cui venivano uccise le ragazze un decennio prima. Dopodiché, durante questi ultimi giorni, l'assassino ha continuato a uccidere. Crediamo che in qualche modo questi omicidi siano collegati a quelli di dieci anni fa.>>

Susan sospirò, ed io la guardai a lungo negli occhi. Erano azzurri, bellissimi.

<<D'accordo>> disse, <<ma che cosa c'entra mia sorella con tutto questo?>>

Ryan esitò, poi si guardò intorno. Dopo alcuni istanti, tornò ad osservare la donna.

<<Sulla scena del primo delitto, qualche giorno fa, Ethan ha rinvenuto un ciondolo. Questo ciondolo>> disse, tirando fuori dalla giacca la busta di plastica trasparente che conteneva l'oggetto.

Glielo mostrò.

<<Le ricorda qualcosa?>>

Lei sgranò gli occhi, sorpresa.

Rimase in silenzio.

<<Lo guardi bene.>>

Lo fece. Lo guardò a lungo, attentamente.

<<Apparteneva a sua sorella. Era stata Evelin ad ordinarlo. L'aveva fatto fabbricare per i suoi nipoti, Susan. I gemelli. Ray e Christopher.>>

<<Io... come... come è possibile che...>>
<<L'uomo che stiamo cercando l'ha perso la notte dell'omicidio, scontrandosi con Ethan>> disse Ryan, indicandomi.

<<Oh mio Dio. Non... non può essere davvero...>>
<<Signora, lei è al corrente del fatto che Ray, il figlio di Evelin, suo nipote, al momento è detenuto nel carcere di Stonewall?>>

La donna esitò, poi scosse lentamente la testa. Come se quel movimento le costasse uno sforzo enorme. Il marito le si sedette accanto e le strinse la mano.

<<Sapevo che Ray era finito su una cattiva strada. Questo sì. Non avevo idea che fosse in carcere, però. Non abbiamo sue notizie da... beh, da una vita. Dio mio. Quel ragazzo. Nessuno può capire il male che ha dovuto vivere.>>

Ryan la guardò senza rispondere. Io e Marianne facemmo lo stesso.

<<Sa che i ciondoli erano due, Susan?>>
<<Lo so. È vero, era stata Evelin...a regalarli ai suoi due gemelli. Ray e Christopher.>>
<<Sa che cosa significa ciò?>>
Lei sospirò. Lasciò che l'aria le riempisse i polmoni, poco alla volta.
<<Vuole dire che l'uomo che state cercando per quegli omicidi è... mio nipote Christopher? È per questo che siete qui?>>
<<È uno dei principali indiziati, al momento, signora. Il secondo ciondolo era suo, non è così?>>
<<Lo era. Ma sono trascorsi così tanti anni. Potrebbero essere capitate molte cose, durante tutto questo tempo.>>
<<È vero. Ed è anche per questo motivo che ci troviamo qui, adesso. Stiamo cercando di scoprire la verità, Susan. È la verità potrebbe partire da lei. È qui che ci ha condotti la pista che stiamo seguendo. Pensa di poterci aiutare?>>

La donna guardò il marito, che non disse nulla. Si limitò a non lasciare la sua mano e ad annuire con la testa.

<<Mi state chiedendo di...di andare contro la mia famiglia? Contro i miei nipoti?>>

<<Le stiamo chiedendo di raccontarci tutto ciò che sa, Susan. Soltanto questo. E non dimentichi che ogni istante che perdiamo, potrebbe rappresentare un istante di vita in meno per qualcuno, là fuori. È appena scomparsa un'altra ragazza.>>
<<Se volete che vi dica dov'è Christopher, mi dispiace, ma non...>>
<<Non lo sa?>>
<<No, esatto. Non ne ho idea.>>
Ryan annuì, abbassò gli occhi, poi tornò ad osservare l'acqua immobile nella piscina.


<<Mi dica di Evelin, allora. Mi racconti che cosa le è successo.>>

La ballerinaWhere stories live. Discover now