Gli occhi di chi è senza pace

1.5K 145 42
                                    

Ryan Cooper stava fumando da solo, fuori dalla centrale di Polizia. Aveva ricominciato a nevicare. Nella sua testa, i pensieri si rincorrevano frenetici. Pensava al nome che aveva sentito pronunciare dal suo ex partner, Hart Miller, pochi minuti prima. Non era un nome famigliare per lui.
Ethan Welback lo raggiunse fuori dalla centrale e i due uomini rimasero in silenzio per qualche istante.
Poi, fu Ethan a parlare per primo.
<<Pensi che Ray Dwight ci possa condurre a qualcosa di utile?>> domandò, infilando le mani nelle tasche del cappotto per proteggersi dal gelo di dicembre.


<<Non lo so. Il suo nome mi è nuovo. E se è rimasto in carcere per dieci anni consecutivi non vedo come possa essere lui l'uomo che stiamo cercando.>>


Si interruppe, si guardò le mani, gettò a terra la sigaretta e riprese a parlare.


<<Tutto dipenderà da ciò che gli esperti della Scientifica scopriranno su quel ciondolo.>>


Ethan annuì, poi prese in mano il cellulare che aveva incominciato a squillare.
C'era una sola persona che avrebbe voluto sentire al telefono, e a chiamarlo non era lei.


<<Ciao, David>> rispose. Ascoltò ciò che il caporedattore aveva da dirgli.
<<Senti>> disse, qualche istante dopo, <<avrai un altro articolo. Ti consegnerò storia completa, David, ma non devi mettermi pressione. Ci sto lavorando. Ho bisogno di tempo e sarò io a venire da te quando il materiale sarà pronto, d'accordo?>>


L'uomo rispose qualcosa e dopo alcuni istanti Ethan riagganciò.


Ryan lo guardò con aria interrogativa.


<<Era David Hattinson, il direttore del Virginia 24. Vuole che scriva un altro articolo su questo caso e che parli di Maddie Greyson, l'ultima ragazza che abbiamo trovato.>>
<<Capisco>> disse Ryan, senza fare in modo che Ethan potesse immaginare che cosa stesse pensando davvero.

Ci fu un lungo silenzio tra loro, poi l'ex detective riprese a parlare, lentamente.


<<Ho sempre pensato che la stampa svolga un lavoro delicato, importante. Una sola parola scritta in un certo modo, e la realtà cambia. Prima della morte di mia figlia, l'unica cosa che aveva davvero importanza per me era la ricerca della verità, a tutti i costi. Il resto c'era, ma veniva dopo. La lotta contro i mostri ci rende mostri, ed è davvero così che va a finire.>>
Ethan lo guardò attentamente, senza dire nulla.
<<C'è una cosa che tutta questa storia terrificante mi ha insegnato. Ed è che bisogna avere delle priorità, nella vita. Qualcosa che viene necessariamente prima di qualcos'altro. Qualcuno che è più importante di qualcun altro. Sai, Ethan, se sto ancora parlando con te... se ho deciso di lavorare in un certo senso insieme a te... è perché tu mi piaci e mi spaventi al tempo stesso. Mi ricordi com'ero io tanti anni fa.>>


Ethan esitò, e ancora una volta non disse nulla.


<<Sarà facile perderti, per te, se continuerai a camminare su questa strada. Io... per me è diverso. Io devo farlo. Perché la mia vita è diventata il ricordo di ciò che era. Un'ombra pallida, sbiadita del passato. Non ho una ragione particolare per tornare indietro, adesso. Voglio trovare l'uomo che ha ucciso mia figlia e tutte quelle altre ragazze. Il resto non conta più. Ma per te... per te è diverso.>>


<<Anche io lavoro per cercare la verità, Ryan. Penso che in fondo noi due siamo simili, sotto questo aspetto. Entrambi vogliamo la stessa cosa.>>


Ryan annuì, poi guardò Ethan.


<<È così. Ed è proprio ciò che ti sto dicendo. Una volta dentro, dentro rimani. Non ci sono uscite di sicurezza, Ethan. Non si torna indietro. È come salire su un aereo dal quale non scenderai più.>>


Fece una pausa, si avvicinò di un passo a Ethan.


<<Ciò che sto cercando di dirti è che tu, a differenza mia, sei ancora in tempo per scegliere di non salire su quell'aereo. Puoi ancora decidere quali sono le tue priorità, e viverle.>>

Ethan annuì, facendo un passo indietro. Ripensò a Marianne. Al bacio che le aveva dato. Al modo in cui lei aveva reagito.
Poi, per una frazione di secondo, rivide il corpo di Maddie Greyson: gli arti della ragazza insanguinati a formare una croce contro la parete del bagno alla scuola di danza. I suoi occhi rivolti a fissare chi avrebbe aperto quella porta.
Il suo sguardo era rivolto anche a lui, in fondo.


Ryan aveva ragione. Sarebbe stato necessario avere delle priorità. Ma se avesse lasciato perdere proprio adesso, si sarebbe sentito in qualche modo in colpa per sempre. Al di là di come tutta quella storia lo andava a toccare nella sfera privata e personale, restavano quegli occhi. Gli occhi di Maddie, gli occhi di Gloria, distesa sul palcoscenico.
Gli occhi di chi è senza pace, aperti per l'eternità.

<<Grazie del consiglio, Ryan>> disse infine Ethan. <<Non me ne dimenticherò.>>

Ryan annuì. Lo guardò come se sapesse alla perfezione ciò che le parole di Ethan in realtà nascondevano.

L'istante successivo, la porta della centrale si aprì e Miller uscì. Aveva una luce nuova nello sguardo.

<<Abbiamo gli esisti sull'analisi del ciondolo. È come pensavamo. È stato fabbricato su richiesta, su misura. Non è un oggetto che è stato prodotto su larga scala e poi messo sul mercato. Qualcuno ha chiesto che venisse lavorato proprio così come lo vediamo oggi.>>

Ryan annuì, poi guardò Ethan.

<<Andiamo>> disse, avvicinandosi a Miller , <<ci vorrà un po' per raggiungere il penitenziario di Stonewall, quindi non abbiamo tempo da perdere.>>

Miller annuì e i tre uomini, insieme, si diressero verso l'automobile del detective.

La ballerinaWhere stories live. Discover now