Balla per sempre, Gloria

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La stanza era fredda e oscura.

Le pareti erano spoglie e odoravano di vecchio e muffa. L'unica luce proveniva dallo schermo di un piccolo monitor acceso.

Sul video scorrevano delle immagini senza musica.

C'era una ragazza che si muoveva su una pista da pattinaggio sul ghiaccio. Era leggera, bellissima. Fissava con lo sguardo la videocamera. E rideva. Sembrava felice.

La figura seduta di fronte al monitor era immobile, impassibile.

Respirava lentamente, quasi a non voler spezzare quel silenzio glaciale con il rumore del proprio fiato.

La ragazza nel video a un certo punto si fermava, si appoggiava con le mani alla staccionata in legno ai bordi della pista e incominciava a parlare, ma nel video non c'era audio. Diceva qualcosa, poi tornava a ridere, ancora, e con ancora più felicità.

La persona ferma dietro al monitor si sporse in avanti, verso lo schermo, e le sfiorò il viso con un dito.

Poi scoppiò a ridere, in un'esplosione forte, potente, colma d'inquietudine. Era una risata strana, infantile, ma nella voce di una persona adulta. E non esprimeva gioia, al contrario. Aveva a che fare con l'orrore.

Il video terminò, e lo fece ripartire da capo. Una volta, due, dieci. Alla fine, lo mise in pausa sull'ultimo fotogramma che ritraeva la ragazza nella pista di pattinaggio.

Si avvicinò al monitor fin quasi a sfiorarlo con le labbra. Il viso di lei era rivolto sempre alla videocamera, e la sua espressione sembrava ancora più serena, se possibile. Ancora più tranquilla.

Guardava con dolcezza la persona che stava filmando. Come se sentisse di fidarsi davvero di chi aveva di fronte a sé. Come se sentisse di essere nel posto giusto insieme alla persona giusta.

Non sapeva che quelli sarebbero stati i suoi ultimi momenti di vita.

La ragazza era Gloria Stewart, la prima vittima del 2003.

La figura davanti al monitor si avvicinò ancora di più allo schermo, fino a toccarlo con la fronte.

Poi dalla sua bocca uscì un sussurro.

<<Ridi, Gloria. Così. Ridi così... Balla così. Brava. Continua a ridere e a ballare così. Stai bene, è vero? Ti piace. Piace tanto anche a me, Gloria.>>

Continuando a ripetere quelle parole, aprì il cassetto della scrivania. Era pieno di fotografie. Erano immagini che ritraevano le tredici ragazze assassinate, in diversi momenti della loro vita. Le prese in mano e le riguardò attentamente, poi le baciò, una per una.

Poi, si soffermò sull'ultima fotografia.

Ritraeva una ragazza e un ragazzo insieme tra le bancarelle di un mercato. Prese un paio di forbici, tagliò la foto a metà e stracciò l'immagine di lui. Avvicinò a sé quella di lei e annusò la carta, chiudendo gli occhi.

Li riaprì, tornò a fissare lo schermo e ricominciò a ripetere quei sussurri.

Senza emozione, come se la sua voce venisse fuori in modo automatico.

Ridi, Gloria. Ridi così. E balla. Balla così, balla per sempre.
Balla per sempre, Gloria.

Balla per sempre.

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