Capitolo 68-Quando l'oscuritá prende ogni parte di te.

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3.01.1979
Alice aveva indossato un cappotto pesante,una sciarpa a quadri bianchi e neri,ed era uscita di casa,la mattina presto.
Si era diretta al San Mungo,sala 82.
Mary era sempre lì,dentro a quel lettino,impotente,pallida e mentalmente assente.
Alice aveva preso una sedia e si era seduta accanto a lei.
Aveva portato il famoso libro di favole chiamato "le fiabe di Beda il Bardo",in particolare la storia "lo stregone dal cuore peloso".
Aveva deciso di cominciare dal principio,quando erano ancora bambine.
Mary aveva i capelli castani lunghi fino ai fianchi minuti a cui Alice faceva tante treccine,intrecciandovi le perline.
Leggevano le favole e poi si addormentavano sul pavimento,ed erano i loro genitori a metterle a letto.
Avevano sempre sognato di andare ad Hogwarts,ne avevano parlato per tutta l'infanzia,tanto che costruirono un cappello parlante e finsero di essere smistate.
Schifavano serpeverde sin da piccole,e una volta,la piccola Alice,smistò Mary in serpeverde,per scherzo,e quest'ultima le nascose la sua spazzola preferita.
Alice e Mary avevano condiviso un'intera vita insieme,e Alice non era pronta a lasciarla,non in quel modo.
Aveva cominciato a leggere,mentre rivolgeva alla sua migliore amica sorrisi d'incoraggiamento e le stringeva la manina tremante.
Ci andò il giorno dopo ed i giorni a seguire,finché non finì tutto il libro.
Passò a raccontare a Mary tutti gli episodi della loro infanzia,tentando di farle ricordare.
Si recava lì ogni giorno,ogni mattina,ostinata.
Finché non accadde qualcosa.
Era un venerdì come un altro,ed Alice non si sarebbe mai aspettata che qualcosa potesse cambiare,tanta era l'angoscia che la opprimeva.
Aveva ripreso a raccontare uno dei tanti episodi,quando Mary si alzò leggermente.
Alice si fermò e la guardò con attenzione.
-M...Mary?
-Alice...che succede?
La voce di Mary era ferma,la solita voce che aveva avuto per tutti quegli anni.
-Mary,sei tu?Sei proprio tu?
Alice si alzò,il cuore che batteva a mille.
-Io...mi sembra di essermi svegliata,di...-Alice la fermò,abbracciandola forte-Alice che è successo?
-Mary,ora...ora torniamo a casa,va bene?
Le sussurrò dolcemente.
-Alice,mi sei mancata tanto e non ricordo neppure perchè.
Ammise Mary.
Alice le raccontò tutto.
Come fosse stata rapita,come gli altri l'avessero salvata e come Voldemort ed i suoi seguaci l'avessero fatta impazzire.
Quel giorno rimase di più in ospedale,e tornò a casa con il cuore colmo di felicitá,raccontando a tutti come Mary fosse guarita.
Tutti avevano assunto un'espressione stranita.
-Alice...-iniziò Marlene,con cautela-una persona non può guarire così da un momento all'altro...
-Lo so-la interruppe Alice-ma è successo.Ve lo giuro.Lei mi parlava,Mary mi parlava.
Insistette Alice.
-Alice,sei sicura fosse proprio...quella Mary?
Chiese Lily,non tanto sicura.
-Sì.-affermò lei-era Mary,ne sono certa.
-Alice,forse...prima di esserne sicura...
stava dicendo Dorcas,e il viso di Alice si rabbuiò.
-Voi credete che adesso la pazza sono io?Che non vi stia dicendo il vero?Mary è guarita.Domani tornerò da lei.Vedrete che è tutto vero.
E così facendo,se ne andò dritta filata in camera,sbattendo la porta.
Loro non capivano.
Pensò.
Aveva visto Mary con i suoi occhi,aveva visto la bambina che aveva conosciuto,timida e con il cuore così pieno di bontá.
Ne era certa.

Il giorno dopo tornò,certa che avtebbe nuovamente parlato con Mary.
Entrò nella stanza numeto 82,con il sorriso da un orecchio all'altro.
-Ehy,babe,ti ho portato illegalmente dei cioccolatini.
Le disse,ridendo,mentre si sedeva.
Mary la guardò come fosse una sconosciuta.
-Ehy,tutto bene?
Le chiese Alice.
-Sei venuta a farmi del male?-domandò Mary-no...no...lui ha detto di no...vi prego basta...
Riprese a bisbigliare.
Alice si sentì come precipitare in un incubo.
Possibile si fosse sbagliata?No,lei conosceva Mary,sapeva che era lei,ieri,lo sapeva.
-Mary...sono io,Alice,la tua migliore amica...
Tentò,prendendole una mano.
Mary la strappò via e iniziò ad urlare.
-Vattene via!Vattene!Basta,lasciatemi stare!
Urlava,si dimenava,tanto che le infermiere accorsero da lei,mandando via Alice.
-NO!Voi non capite!Ieri mi ha parlato...era lei!
Cercava di dire,ma la porta si chiuse davanti al suo viso.
-Mary!
Tentò di gridare un'ultima volta.

Alice era rannicchiata difronte al fuoco,fra le braccia di Frank.
-Sembrava così reale,Frank.Mi pareva che fosse tornata,da me.La mia Mary.
Stava dicendo,mentre lui le asciugava le lacrime.
-Forse era solo la speranza a fartelo credere,Ali,dovresti prenderti una pausa.
Le consigliò lui,baciandole il capo.
-Sì.Le infermiere credo non vogliano neppure più vedermi.
Ammise Alice.

Alice riuscì a rimanere a casa unicamente per tre giorni,ma la tentazione di rivedere Mary era troppo forte.
Decise così di tornarci,speranzosa.
Mary la salutò,come non fosse accaduto nulla,le parlò come aveva sempre fatto,era tornata normale.
Ma passarono pochi minuti prima che Mary riprese a bisbigliare terrorizzata.
Continuò così per tutti i giorni a seguire,barcollando fra realtá e un profondo incubo senza fine,un baratro di cui non avrebbe mai trovato il fondo.
Anche gli altri la andarono a trovare,e salutarono la loro vecchia amica Mary,finché lei non prendeva a gridare,a tremare,a piangere nervosamente.
Quella situazione durò per circa due settimane.
Ma tutto aveva una fine.

Mary era fuggita dall'ospedale,aveva raggiunto la casa in cui i membri dell'ordine della fenice si erano rifugiati,e come un fantasma privo di vita aveva silenziosamente lasciato un biglietto per ciascuno.
Si era recata poi in un ponte lì vicino,che ben conosceva,il vento sferzava i suoi capelli ormai corti e sbiancati,gli occhi pieni di lacrime,il corpo pallido carico di lividi,le labbra sanguinanti.
Scoppiò in lacrime un'ultima volta,prese il coraggio necessario,e saltò giù,verso il vuoto.
Sentì l'impatto con l'acqua gelata,esalò l'ultimo respiro,e la sua anima lasciò quel mondo.
Barcollava fra l'oscuritá più buia e un barlume di luce,impotente di poter aiutare le persone che amava,e quello le faceva male,tanto male da lasciare quel mondo.
E il terrore che aveva provato;era un terrore troppo struggente per continuare a lottare.

Fatto il misfatto-[Harry Potter 1970]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora