Capitolo 37-Accadde tutto quell'estate.

1.1K 79 1
                                    

Era il ventidue di giugno,e il cielo era grigio come un giorno autunnale;il vento era forte,quasi freddo,e le nuvole e i lampi incombevano su casa Black,un enorme maniero nero con la porta in ebano.
Sirius e Regulus erano seduti sul pavimento della camera del fratello maggiore,le riviste sul pavimento,e le forbici fra le mani.
-Quanto hai speso per queste riviste babbane?
Chiese Sirius soddisfatto.
-Non ne ho idea.Mi ha detto una cosa strana...tipo dodici sterline,e io gliene ho date un po'a caso.Mi ha guardato male e continuava a ripetermi il prezzo,quindi sono scappato.
raccontò Regulus,e Sirius scoppiò a ridere.
-Bhè,fratellino,non importa,perché ora ho le mie riviste,e non vedo l'ora che mamma e papá vedano la mia stanza tappezzata di queste allegre signorine.
Regulus sorrise un poco,e,leggermente in imbarazzo,ritagliava immagini su immagini di donne in bichini.
Sirius ne stava tagliuzzando una di una donna sopra una moto.
-Sai,Regulus,mi piacerebbe avere una di questi affari.
Gli confessò Sirius.
-Allora vuoi proprio fare sul serio.
Commentò Regulus.
-Giá.Avanti,te lo immagini?Io su una motocicletta nera,i miei bellissimi capelli al vento,insomma,sarei ancora più irresistibile di quanto giá sono.
Regulus alzò un sopracciglio.
-Ma smettila con tutte le tue fantasie!
Lo rimbeccò.
-Sei solo invidioso perché sono il fratello più bello.
Sghignazzò Sirius,spettinando i capelli del fratello minore.
-Okay,okay,tregua!-si arrese Regulus-abbiamo ritagliato abbastanza immagini,comunque,possiamo cominciare a incollarle?
Gli chiese Regulus.
-Vediamo...-Sirius iniziò a contarle-ventidue...sì,potrebbe andare.
Disse,e i due si alzarono,incollando le immagini in ogni parete della camera.
-E ora il tocco finale,Reggie,sta a vedere.
Gli disse Sirius.
-Non chiamarmi Reggie,sai che odio quel soprannome!
Lo riprese Regulus.
-Sta un po'zitto Reggie,e guarda.
Sirius frugò fra le sue valigie,e tirò fuori qualche stendardo grifondoro,qualche poster del quidditch,e un grosso leone d'oro,simbolo dei grifoni.
Sirius indietreggiò per ammirare quanto aveva creato con Regulus,dunque sospirò e sorrise soddisfatto.
-Ottimo,Regulus...è perfetta.
Commentò.
-Sei un genio,Sirius,ma non so se mi andrá di stare qui quando mamma o papá lo vedranno...
Stava dicendo Regulus,e quasi facendo apposta,Orion Black entrò proprio in quel momento.
-Cosa ci fate qui?Dovreste giá essere vestiti...-stava dicendo,prima di alzare gli occhi verso la parete di Sirius-cos'è questo scempio?
Chiese,guardando Sirius con occhi gelidi,Regulus abbassò lo sguardo.
-Ho dato un tocco personale alla mia camera,sono tutte così monotone.Non credi anche tu,papá?
Lo sfidò Sirius.
Il signor Black tirò fuori la bacchetta,puntandola verso il figlio.
-Non usare quel tono arrogante con me,Sirius Black.Sei un figlio ingrato,sei la nostra vergogna più nera-gli disse con voce tagliente-ma ti darò una possibilitá perché sei il figlio maschio più grande.Stacca questo orrore vergognoso dalla parete,e non sto parlando solo delle signorine che la occupano,ma anche quegli sgargianti stendardi di una casata che non si merita nulla.
Gli intimò poi.
-No.-rispose prontamente Sirius-No,non lo farò.
-Come scusa?
Gli chiese suo padre,premendo la bacchetta alla gola di Sirius.
-Ho detto che non lo farò.Sono fiero di essere un grifondoro,non una serpe vigliacca come te e mamma.
Gli rispose Sirius,che fremeva di rabbia.
Il signor Black,preso dalla furia,gridò:
-Stupeficium!
Schiantando suo figlio lontano,che cadde con un tonfo sul suolo,battendo dolorosamente la schiena.
-Sirius!
Lo chiamò Regulus,che stava per correre verso di lui,ma suo padre lo fermò,minacciandolo.
-Vai verso di lui,Regulus,e radieremo anche te dalla famiglia.
Poi se ne andò,lanciando uno sguardo di furia e disgusto a Sirius.
Regulus andò da lui,che aveva la camicia intrisa di sangue dietro la schiena.
-Sirius,ti aiuto a...
stava dicendo,ma Sirius lo bloccò,alzandosi con fatica.
Respirò a fondo,e poi diede un pugno contro il muro,facendosi male alle nocche delle dita,e poi un altro.
-Regulus...-stava dicendo-io adesso me ne vado,vado via,e ti prego,sta attento...sii coraggioso.Sii forte.
Gli disse Sirius,poggiando le mani sulle spalle del fratello minore.
-Sirius no...
-Devo andare Regulus,non sono fatto per questa famiglia,e se non mi radiano oggi,lo faranno fra poco.Hai capito?
Regulus annuì tristemente,e Sirius afferrò in fretta dei vestiti dentro alla sua valigia,a caso,finché non seppe che era piena,poi guardò un ultima volta Regulus,dunque si allontanò,e il fratello minore allungò un braccio,come per prendergli la mano,come per chiedergli di restare,che era l'unica persona a cui avrebbe mai voluto bene davvero.
Sirius scese di corsa le scale,la valigia che sbatacchiava sui gradini,e fece per uscire.
-Dove credi di andare?
Lo riprese sua madre,gli occhi grigi puntati su di lui severamente.
-Me ne vado di qui.
Rispose Sirius,senza guardarla.
-Oh,no,tu non te ne vai...
stava dicendo,ma suo marito la interruppe.
-Lascialo andare,Walburga.Lo abbiamo tenuto in casa anche troppo per essere un indegno grifondoro.
La informò Orion Black.
La signora Black guardò ancora il figlio,poi gli aprì la porta.
-Considerati radiato dal nostro albero,piccolo ingrato.Sei il mio pentimento e la mia vergogna più grande.
Fu l'ultima cosa che disse,poi Sirius uscì di casa,e iniziò a piovere.
Sirius camminò a lungo,la camicia macchiata di sangue e bagnata di pioggia,i capelli e le ciglia neri gocciolavano,e le sue mani erano livide a causa del pugno contro il muro.

James era distrattamente seduto sul divano,la maglietta rossa del quidditch,i calzini grifondoro,i pantaloni grigi della tuta,e girava sui vari canali in cerca di un programma babbano interessante,quando sentì suonare alla porta.
-James,tesoro,puoi aprire tu?
Gli chiese sua madre dal piano di sopra.
James mugolò,poi si alzò svogliatamente per aprire la porta.
Sirius Black era davanti a lui,fradicio,intriso di sangue,l'espressione disperata.
James sapeva che Sirius non avrebbe mai pianto,mai,e che in quel momento si stava trattenendo pur di non farlo.
-Sirius...
bisbigliò James.
-Mi hanno cacciato di casa.Posso...posso stare da te,almeno per un po'?
Chiese Sirius,ma prima che James potesse rispondere,la signora Potter scese di sotto.
-James,chi è...-stava dicendo prima di vedere Sirius-oh,povero caro,che succede?
James fece entrare Sirius,chiudendo la porta.
-Lo hanno cacciato di casa,può...
-Assolutamente,puoi rimanere quanto vuoi!Vieni,ti preparo un bagno caldo,un letto,oh,santo cielo,sei ferito!
Stava dicendo la signor Potter,che scortò Sirius di sopra,seguita da James.
La signora Potter diede tutto il necessario a Sirius per curarsi e poi gli riempì una vasca d'acqua calda e sapone.
Sirius si sfilò via la camicia,e cominciò a tamponare la ferita con smorfie di dolore,guardandosi allo specchio.
-Sirius,da',faccio io.-gli disse James,con un mezzo sorriso,e prese a curare la ferita di Sirius-allora?Cos'hai fatto?
-Ho tappezzato la mia camera con stendardi grifondoro e immagini provocanti.
rispose Sirius,e James rise.
-Immagini provocanti?
Ripeté.
-Sì.Delle bellissime ragazze in bikini su tutta la mia parete,ma non credo fossero di loro gradimento.
Ci scherzò su Sirius.
James lo fece girare,fasciandogli poi la mano dove aveva i lividi.
-Sei un coglione-commentò-ma è per questo che ti adoro.
Sirius gli sorrise,e i due si abbracciarono,dandosi pacche sulla schiena.
-James!Stupido idiota,mi fa male!
Lo rimbeccò Sirius.
-Uh,scusa!
si scusò James,continuando a dargli pacche sulla schiena.
-JAMES!

Fatto il misfatto-[Harry Potter 1970]Where stories live. Discover now