Capitolo 2-L'inizio.

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Era mattina presto,circa le sette,quando i figli Black furono svegliati.
Dormivano in stanze separate,sontuose e imponenti,un'atmosfera glaciale,e dominate dal colore verde petrolio.
La madre,Walburga Black,era giá vestita di tutto punto,con i capelli tirati indietro e legati in uno chignon severo.
Sedeva alla lunga tavolata di mogano,a capotavola,ben lontana dal marito,Orion Black,dal capo opposto del tavolo.
Regulus si sedette,in silenzio,mentre Kreacher l'elfo domestico serviva la colazione.
-Dov'è Padron Sirius?
Domandò.
La signora black alzò lo sguardo,notando che solamente un figlio era presente,e guardò severamente Regulus.
-Dov'è tuo fratello,Regulus?
Gli chiese.
-Credo sia ancora a letto,madre.
Gli occhi duri di Walburga sembravano arrabbiarsi.
-Kreacher,vallo a chiamare.
Ordinò il signor Black.
-Sì,Padron Orion,signore.
Ubbidì Kreacher,salendo al piano di sopra.
Sirius continuava a tenere gli occhi chiusi,steso scompostamente sul letto,i capelli davanti agli occhi.
-Padron Sirius.
Lo chiamò Kreacher,puntinandolo con l'indice.
-Padron Sirius.
Continuava.
-Cosa?
Sbottò il piccolo Sirius.
-i vostri genitori chiedono di scendere di sotto per la colazione.Non vogliono tardare proprio oggi.
Lo avvisò Kreacher.
Sirius sbuffò,si stiracchiò,e poi scese di sotto,guidato dall'elfo.
Si sedette al tavolo,poggiando i gomiti e sbadigliando rumorosamente.
-Sirius.
Lo richiamò il padre.
-Togli i gomiti dal tavolo,e non sbadigliare a tavola.
Lo rimproverò la madre.
-Regulus,sta composto.
Gli fece notare il signor Black,e Regulus raddrizzò la schiena.
Sirius,dopo aver speluzzicato qualche uovo,si alzò da tavola.
-Non alzarti se non abbiamo finito di mangiare.
Lo riprese Walburga.
Sirius fece finta di non sentire e si precipitò di sopra.
-Sirius!
Gridò il signor Black,è sua moglie pure.
Ma lui,ormai,era già nelle sue stanze.
Quel giorno se ne sarebbe andato.
Almeno per nove mesi.
Sarebbe andato per la prima volta ad Hogwarts,e niente più regole rigide,le sgridate,gli appuntamenti fissati ogni martedì dal barbiere nonostante avesse undici anni.
Avrebbe conosciuto nuovi amici,avrebbe respirato.
Avrebbe vissuto la sua adolescenza.
-Sono un po' invidioso,sai?
Disse una voce,interrompendo i suoi pensieri.
Suo fratello Regulus era dietro di lui,vestito come ai loro genitori piaceva che si vestissero:dei babbei.
-Mi allacci le scarpe?
Gli chiese Regulus.
Sirius annuì e si piegò per creare un fiocco.
-Adesso me ne vado,Regulus,devi imparare a legarti le scarpe da solo.
Gli sorrise Sirius.
-Vorrei tanto venire con te.
Sospirò Regulus.
Sirius ora era davanti a lui,davanti al suo fratellino.
L'unico a cui sapeva di voler bene,in quella famiglia.
Avevano gli stessi capelli neri,ma Regulus li aveva ricci e corti,avevano gli stessi occhi grigi,ma Regulus li aveva più grandi e innocenti.
-Devi aspettare solo un anno.
Lo consolò Sirius.
-Sembra poco,detto da te.
La conversazione fu interrotta dalla Signora Black,che indugiava sulla soglia della stanza,e tossicchiò per attirare l'attenzione.
-Vogliamo andare?
I due fratelli annuirono e si precipitarono di sotto.

King's Cross era meno affollato,poiché i signori Black erano voluti arrivare in anticipo.
C'era poco via vai,pochi strepitii e il treno era ancora vuoto.
Sirius salutò freddamente i suoi genitori e si allontanò immediatamente,quando Regulus lo fermò.
-A quest'estate,Sirius.
-Certo.
E i due si abbracciarono.
Sirius salì allora sul treno,sentendosi profondamente libero e felice.
Camminava con lentezza,perché voleva assaporare con calma quella nuova vita.
Fu riportato alla realtá quando una bambina,probabilmente della sue etá,gli era passata accanto sbattendo di proposito la spalla alla sua.
-Scusa?C'è gente che deve passare!
Gli fece notare con voce presuntuosa.
Ma anche quella bambina profondamente fastidiosa provocava una profonda felicitá a Sirius.
-Scusa,dolcezza,ma per farmi perdonare ti posso dare un bacetto.
La canzonò Sirius con un ghigno.
-Che schifo.
Commentò lei,e se ne andò seguita dai suoi lunghi capelli biondi.
Sirius trovò uno scompartimento vuoto a sua completa disposizione,ed entrò lì dentro stendendosi tranquillo su tutto il sedile.
Vide qualcuno solo più tardi,molto più tardi,quando ormai il treno stava per partire.
Un ragazzo si presentò al suo scompartimento.
Aveva un viso furbo,i capelli neri scompgliati,degli occhi castani che non davano per nulla un senso di affidabilitá,e una camminata fiera.
Sembrava uno spocchioso bullo.
E Sirius lo adorava.
-Ehi.
Lo chiamò il ragazzo.
-Sei l'unico per ora che mi sembra simpatico,posso?
Chiese lui.
-Assolutamente sì.
Accettò Sirius.
-Io sono James.James Potter.
Si presentò.
-Sirius Black,tanto piacere.
Fece Sirius.
James scattò per un attimo sull'attenti sentendo quel cognome.
-Oh,non spaventarti a sentire il mio cognome.Non ho nulla che non vada,io.
James tentò di rilassarsi.
-Okay.
Parlarono fra di loro per un po' e si sentivano a loro agio.
Sembravano entrambi dei ribelli a cui piaceva organizzare piani e complottare.
-Anche la mia famiglia è ricca.
Disse James.
-Certo,non ai livelli della tua,ma è stata la mia famiglia a inventare l'ossofast come cura.
Si vantò James.
-Bhè,perlomeno nella tua famiglia sono dei ricchi simpatici.
Commentò Sirius.
-Io credo che scapperò di casa.
-Se lo farai,sappi che le porte di casa mia saranno aperte.
I due sogghignarono,prendendola come battuta,ancora bambini.

Fatto il misfatto-[Harry Potter 1970]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora