trentadue

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Pov's Ludovica

"Avete cinque minuti per risolvere ogni equazione, problema ecc.. Non potrete usare calcolatrici e o telefonini, ma soprattutto internet! Al suono della campanella -indica la piccola campanellina al suo fianco- potete iniziare." 

Dopo un minuto di soli sguardi, il signor Bianchi si decide e scuote quella dannata campanella.

***

"Ho finito!" Annuncio due minuti prima della fine

"Anch'io." Mi sussegue Michele

"Ha finito prima la signorina Mascolo, e se ha fatto tutto giusto il punto va alla sua squadra, quella rossa -specifica- mentre se dovesse aver sbagliato il punto va alla blu." Dice iniziando a controllare, usando un libro, il mio foglio.

"Il punto va a lei, signorina Mascolo." Afferma dopo poco.

"Uff!" Si lamenta Michele

"Venite, vi accompagno in una stanza." Ci sorride

Lo seguiamo e lui, come detto, ci conduce in una camera, la quale assomiglia ad un vero e proprio appartamento.

"Ve la mostro, seguitemi." Ci fa da guida e per prima cosa ci fa vedere il soggiorno. Il quale è composto da: un divano a L di pelle nera, con tanto di relax; un tavolino di vetro, nero; una televisione grandissima collegata ad internet e numerose librerie nere. Sulle pareti, dipinde di avorio, sono appesi numerosi quadri raffiguranti paesaggi. 

Ci spostiamo in cucina e anch'essa è dalle pareti bianche e i mobili, tavolo e frigo compresi, neri. Visitiamo il bagno che, a differenza delle altre stanze è blu chiaro, celeste direi, per poi andare al piano di sopra. Il piano di sopra si suddivide in sette porte, le quali portano alle stanze da letto tranne una: quella porta in terrazza.

"Hai scelto la stanza?" Mi chiede Michele non appena il signor Bianchi va via.

Annuisco.

"Pensavo scegliessi quella rosa!" Afferma sorridendo

"Mi piace troppo il lampadaio finto." Lo indico

"Non è un lampadario!" Ride

"Ma infatti ho detto che è finto!" Mi lascio cadere a peso morto sul mio nuovo letto e noto che è molto più comodo rispetto a quello di prima.

Il mio cellulare inizia a squillare, dopo averlo sfilato dall tasca dei jeans, rispondo.

"Ehi Ben!"  Saluto mio fratello

"Come va?" Mi domanda abbastanza preoccupato.

"Bene, perchè?"

"Ti hanno chiuso in una stanza con uno sconosciuto! -Esclama- E' normale che io sia preoccupato!" Quasi ulra

"Calmo, sto bene: tu?"

"Anche. Si Fede, ora te la passo! -Lo sento sbruffare e sorrido- Ti passo Federico."

"Ciao! Tutto bene? Com'è andata? E' stata difficile? Ho visto che hai vinto! Brava!" Afferma tutta d'un fiato.

Non posso fare a meno che sorridere.

Dopo aver parlato al cellulare un pò con tutti, compreso il mio ragazzo, chiudo e vado in cucina per prendermi qualcosa da mettere sotto i denti.

"Fai un panino anche a me?" Mi domanda gentilmente Michele

Annuisco, senza proferire parola, e continuo a "cucinare", se così posso dire, il mio adorato panino alla nutella. 

"Ho un'idea!" Esclamo prendendo due fette di pancarrè e dividendole in quattro tiangoli. Spalmo della nutella su una faccia, di un triangolino, e lo sovrapongo con un altro.

Una settimana ||FEDERICOROSSI||Where stories live. Discover now