61. Blu oceano

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LUNA

«Ripetilo.»

«Ho fatto una cavolata.»

«No, ripetilo esattamente come l'hai detto prima.»

«Ho fatto una cazzata

«Brava, questa immagine di te che dici una cosa del genere, me la devo proprio ricordare finché ne ho modo.» Ludo sogghigna, accelerando dietro il volante dell'auto.

«Ludo, è una cosa seria.»

«Anche la mia. Ti pare che mi perdo l'unico momento della storia di Luna de Angelis in cui dice una parolaccia?»

Il telefono squilla: è Edo. Rispondo come una furia, rischiando di far cadere il cellulare nell'auto tirata a lucido della mia migliore amica.

Ludovica sbuffa, ma lo fa con un'espressione consapevole dell'importanza di ciò che sta avvenendo.

«Edo? Allora?»

«Luna. Ne sei convinta?»

«Sì...»

«Perché se così non fosse.»

Lo so, lo so. Che quello che sto per fare è una cosa gigantesca, mastodontica. Una di quelle che non ho mai architettato prima, né mi sento pronta. Incredibile, vago da una parte all'altra del mondo con uno zaino senza timore di essere da sola e circondata da una cultura che non conosco, con persone estranee. Eppure me la sto facendo sotto nell'architettare un intrattenimento aziendale presso la ditta Belgiovine.

Il fatto è che il piano prevede due cose imprevedibili: che lui decida di esibirsi e che io abbia il coraggio necessario per dirgli quello che devo.

«Ohi!» Ludo mi schiocca le dita davanti al viso per acchiappare la mia attenzione.

Poi strappa il telefono dal mio orecchio e schiaccia il vivavoce, per poi appoggiarlo dietro il cambio.

«Sì, si era persa tra le nuvole, come le piace a lei.» Ludo sbuffa, spiegando a Edo, dall'altro lato del telefono. «Sei pronto a fare foto? Perché se questa cosa va male, Luna ha promesso che si inventerà un gioco di prestigio per intrattenere la serata.»

«E se va bene la immortalerò lo stesso.»

La serietà di ciò che ha detto mi fa salire il groppo in gola. Penso per qualche istante a quello che mi ha rivelato, all'Edoardo adolescente che era pazzo di me... chissà quanto deve aver sofferto nello starmi accanto senza dirmi nulla. Chissà perché ha scelto di non rivelarmelo mai. Sono cose che vorrei affrontare con lui, magari appena questa cosa sarà finita e se lui lo vorrà.

Torno al presente, mi concentro. La paura mi sta facendo divagare e non posso permettermelo. Sono una Luna diversa da quella di dieci anni fa e se ho capito una cosa, nella vita, e che la felicità non posso permettere che mi scappi di mano.

E se ho capito un'altra cosa, dopo questo viaggio con Cris, è che la felicità siamo noi due insieme, Cailo, e questa volta non c'è mal comunicazione che tenga, o che mi possa impedire di conquistarla.

«Questa cosa fa molto Notting Hill.» Ridacchia Ludo, frenando in modo brusco e facendo l'occhiolino al parcheggiatore dell'azienda Belgiovine.

«Non credevo tu fossi tipa da Notting Hill.» Appura Edo, con apprezzamento.

«Guarda che non ci sarà nessuna scena esagerata, voi due!» Li riprendo, sentendo il panico che mi mangia la caviglie.

«Come no!» Ludo fa per riattaccare, ma poi tira il freno a mano, prende il telefono e se lo avvicina alle labbra. «Edo bello, sei sicuro che Cris venga?»

Tutti i Colori del CieloWhere stories live. Discover now