14. Rosa geranio

20 2 0
                                    




CRIS

È così che inizia il nostro gioco di amanti non amanti. Con un gioco che non è un gioco. E pensare che non ho nemmeno capito quale è stata la mia prima mossa.

Forse è stato notare come Edo avesse sorriso alla battuta di Cosimo quella sera. O come Cosimo avesse portato un piattino con dei salatini a mio cugino senza che lui glielo chiedesse. C'erano solo i mini pretzel dentro, senza le noccioline.

Adesso li sto fissando con un agglomerato di emozioni che mi cazzotta il petto. Edo e Cosimo si piacciono. Ed è lì, nero su bianco, davanti ai miei occhi.

Edo solleva il mento verso di me. Mi sta chiedendo che succede. Cosimo si sporge sul suo piattino, con quel viso delicato a topolino che ha, con le ciglia lunghissime, e toglie dai salatini una nocciolina.

Mio cugino odia le noccioline. Quante persone lo sanno? A quante persone frega di quello che a lui non piace e si prendono la libertà di toglierglielo dal piatto?

Edo lo nota e sorride. Nello stesso momento in cui lo fa Cosimo. Oh, cazzo. Quei due si stanno nascondendo davanti a tutti. Se la fanno alla grande.

Ma allora...

Edo è attratto da entrambi i sessi, indistintamente. Non so altro, perché lui non parla, soprattutto di se stesso. Ha avuto delle storie, ma nessuna seria. Prende, se la goda e molla. È libero, senza costrizioni. Ma nell'ultimo anno è sempre stato sulle sue e ho iniziato a sospettare che avesse iniziato a interessarsi a qualcuno/a seriamente. Pensavo si trattasse di Luna.

Ma a vederlo ora con Cosimo...

Cazzo, si è silenziato il mondo. Ho sempre mille melodie in testa e adesso si è silenziato tutto. Se volessi comporre musica di questo momento lo farei partendo dal silenzio.

Un'assenza che racchiude un ritmo solo. Un suono. Non composto dal piano. No, quello è troppo delicato. Né da un giro di accordi sulla chitarra. Troppo romantico. No. Il suono è creato da un timpano. E la bacchetta non colpisce adagio il telaio, come nel crescendo di una melodia, no, lo tramortisce di scatto, quando meno se lo aspetta. Lasciandoti in sospeso, in ansia, a domandarti quando giungerà il prossimo colpo.

È il mio cuore l'unico suono che sento.

Devo trovare Luna.

I timpani sono in crescendo, parte anche il suono cristallino di una nota alta del pianoforte. Ricorda il tamburellare della pioggia, quella che sta iniziando adesso a cadere dal cielo.

Spicca l'arpeggio, c'è per forza un diesis nel mezzo, crea quell'atmosfera di suspance, di carica elettrica. Un montare atroce, pizzicante, sfrigolante. Come il calore sprigionato dal mio petto nudo mentre la pioggia ci scivola sopra.

Corrono tutti verso la villa.

Io invece mi allontano, dirigendomi verso l'entrata del salone laterale, quello vicino alla fontana. Le tende che sporgono dalla portafinestra aperta volteggiano tra i battenti. Luna se ne sta lì, ad aiutare Dora a raccogliere le ultime cose che noi avevamo dimenticato sul buffet. C'è anche mia sorella ad aiutare. Le raggiungo e contribuisco.

Agata si ripara la testa con le braccia stracolme di braccialetti, il pareo floreale volteggia intorno alla figura asciutta. Se non la smette di dimagrire finsice che scompare.

Dora borbotta come una pentola a pressione. Luna le sorride, avendo l'effetto di uno sfiatatoio sul nervosismo della domestica. Edo ci vede da lontano, sta trascinando sotto il portico il biliardino.

Tutti i Colori del CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora