57. Cuore multicolore

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LUNA

«Sei un...»

«Cosa?»

Scuoto le braccia, perdo l'appoggio delle stampelle, mi sbilancio all'indietro. L'aria frizzante svizzera mi sconvolge i capelli, me li sparpaglia ovunque.

Non è vero. È stato tutto un cavolo di fraintendimento. Una miscommunication, come dicono gli inglesi.

Quelle cose da bambini dell'asilo e da adulti repressi. Quei problemi in cui non credevo sarei mai incappata. Che non avrei mai ricercato né creato. Io che insegno yoga, promuovo l'ascolto e il cambio di prospettive.

Ma la me di dieci anni fa ne doveva fare di strada...

«Tu non...» Mi perdo quello che vorrei dire, il cielo si è scurito, sto vagando sul marciapiede, gli svizzeri mi guardano, sospettosi.

Non so che fare. Ridere o piangere. Darci dei deficienti o degli innamorati.

Sono stata io stessa a dare vita al suo allontanamento? Io stessa. Io ho mandato io via Cris dalla mia vita.

«Finisci una frase, Lu!»

Cris si avvicina, mi raggiunge, il petto ampio, spalancato verso il mondo.

«Tu non...»

Non lo so, troppe informazioni si accalcano, cerco di afferrarne una. Non so cosa provo. Come non so cosa provo?

Certo che lo so: Cristian che bacia Ludovica. Cristian che mi ha sentito dire a Edo che lui per me non contava niente.

«Bene, io mi apro e tu non mi parli? Non ti giudico, voglio solo chiarire, Lu, pensavo che anche tu lo volessi.»

«Chiarire?» Sono confusa, mi volto, lo cerco tra gli sguardi dei passanti che, troppo composti, fanno finta di non impicciarsi.

Cris mi riporta le stampelle a terra per farmici appoggiare.

«Certo, chiarire, Lu! Sei stata con me per tutta l'estate, dieci anni fa, ti ho amata così tanto che-»

«Era una bugia!»

«Ti pare che fosse una bugia?» È sconcertato.

«So io cosa era!»

«Tu sai che? Quello che provavo?!» grida Cris.

Si allontana, si sta spazientendo, è affannato, scattoso, tira un calcio a un cartone che rotola sul marciapiede. Poi lo raccoglie, sotto lo sguardo vigile di alcuni passanti e lo getta nel cestino. Il cielo schiarito alle sue spalle mi insospettisce sul passare del tempo.

«Tu non sai proprio niente!» urla, sorprendendomi, fissando qualcosa tra i nostri piedi.

Ha i lineamenti contratti, induriti dall'emozione... rabbia?

Non capisco. Sono confusa adesso. Ma di cosa stiamo parlando? Lui non sa come mi sono sentita, né perché ho detto quelle cose a Edo.

«Ti giuro che era una bugia, una cosa detta a caso, senza ragionare...»

«Senza ragionare?!» È basito, sofferente, spiazzato. La maglia in tirare sul petto, a causa delle braccia allargate.

«Ma certo, Cris. Cosa pensavi che fosse?»

Ho detto una cosa a sproposito, perché ero un adolescente problematica, che ha sofferto perdendo la madre. Non intendevo le cose che avevo detto a Edo. È ovvio. Mi dispiace, certo. Ma ero una Luna diversa da adesso.

Cris mi fissa come se fossi il diavolo in persona. Non so se qualcuno mi abbia mai fissato così. Non capisco cosa ci sia di male. Mi sento in difetto, me ne vergogno. Ma tutti sbagliano, è umano.

Tutti i Colori del CieloWhere stories live. Discover now