7. Segnale fluorescente

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LUNA

«Cris se l'è giocata. Ho sentito dire che l'ha tradita con qualcuno nel suo studio.»

«Deve essere così. Gioia Angiolini è sempre stata molto gelosa e poi Cristian Belgiovine che gestisce l'azienda così giovane, tutto il giorno in ufficio, con quel fisico che si ritrova, insomma...»

«Lo penso anch'io! Devi essere ingenua per fidarti di uno come lui!»

Le pettegole mi danno le spalle, ma sono così vicina che non posso far finta di non aver sentito.

Fisso il calice con l'analcolico che tengo in mano. Ho freddo. Siamo ormai a inizio settembre e ho freddo, così tanto che mi vengono i brividi dove il vestito mi sfiora i polpacci.

«Erano la coppia dell'anno. Avevano tutto: soldi, famiglie benestanti, successo. Deve aver fatto una gran cazzata quel cretino.»

Mollo l'analcolico e afferro un calice dal tavolo del buffet imbandito a cui siamo addossati. Ingurgito un lungo sorso di champagne; frizza, le bollicine mi pizzicano il setto nasale e l'alcool mi brucia l'esofago. Forse lo faccio per offuscarmi l'udito, o forse solo per darmi il coraggio di farmi gli affari miei.

«Luna.» Edo mi allontana il bicchiere dalle labbra.

Un gesto come quello mi avrebbe dato molta noia, se a farlo non fosse stato proprio lui. Che mi conosce così bene da sapere che io, l'alcool, negli ultimi anni, lo detesto.

«Non farlo.» Mi implora, forse me lo suggerisce. Ma mi scanso da lui, sfuggendo al suo sguardo accorato. Non posso.

Perché a me non è mai riuscito. Di farmi gli affari miei.

«Ciao.» Mi intrometto nel gruppetto che sta sparlando. Le conosco solo di vista. «Come state? È una vita che non vi vedo. Immagino abbiate un sacco di storie interessanti da raccontare sulla vostra vita, la carriera, no? Vi vedo bene, benissimo.»

Sono vestite di rosa, tutte e tre. Trucco impeccabile, messa in piega di qualche ora prima e vestiti così ben fatti che il filo tirato che ho notato prima sulla mia spallina grida grandi magazzini come i loro abiti non faranno mai.

«Luna de Angelis.» La perfetta numero 1 mi squadra. Quella deve essere la sua carriera. Lo fa da manuale: con lentezza, occhi bordati di smoky eyes assottigliati, labbra gonfie e lucide schiuse nella sospensione di giudizio. «È tanto che non ti si vede a giro, pensavo odiassi l'Italia.»

«Mi piace viaggiare. Voi lo fate spesso?» Mi sto sforzando, mi viene così naturale, il provarci, lasciare il margine del dubbio, di possibilità di redimersi e mostrare il lato migliore.

Gli sguardi che si lanciano mi immobilizzano le palpebre. Vorrei tanto essere in grado di non vederli. Far finta di non notarli, di non capire, che la prossima vittima dei loro discorsi potrei essere proprio io. Quanto è difficile farsi scivolare addosso il giudizio altrui.

«Oh sì, qualche mese fa sono andata alle Canarie con Giovanni.» Attacca quella che tiene in braccio un bimbo che, dio solo sa come, sta dormendo nonostante la confusione della festa. «Potessi ci avrei passato molto più di due settimane. Ma sai tra mutuo, la macchina nuova-»

«Anche Gioia Angiolini e Cristian Belgiovine sono stati a Tenerife qualche mese fa. Le loro foto erano ovunque.» Sghignazza la numero 2, seguita a ruota dalla 3.

«Avete mai fatto surf? Lì si tiene anche il campionato europeo, sapete?» Sorrido, ma nessuno mi ricambia. Anzi, nessuno mi ha ascoltata.

Quella col bimbo in braccio sembra contrariata dal cambio di discorso. Almeno qualcuno sano c'è. «Guardatelo, è così triste.»

Tutti i Colori del CieloWhere stories live. Discover now