Night Changes

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Quando ormai è troppo tardi per restare sveglia ad aspettare Luke, vado in camera a mettere il pigiama e filo sotto le coperte.

Mi sembra di aver chiuso gli occhi da cinque minuti nel momento in cui sento dei passi trascinati e numerose imprecazioni.
Controllo l'ora al cellulare e sono le 3:47.
Si è finalmente degnato di ritornare a casa.

Mi alzo, ancora intontita, e vado in corridoio prestando attenzione a ciò che trovo nel mio cammino.
Non vorrei tagliarmi con pezzi di oggetti rotti a causa di quell'imbecille del mio coinquilino.
Ho già perso molto a causa dell'ultima festa.

"Luke" bisbiglio al buio.
Mi arriva un lamento dal pavimento della cucina e subito corro da lui.

"Che cosa hai combinato?", gli chiedo scostandogli alcuni ciuffi che sono sfuggiti alla cresta.
"La porta stava per mordermi", dice strascicando le vocali e ridendo per il suono prodotto.

Ha bevuto, ecco cos'ha fatto.

"Alzati da terra", istruisco guardandolo scocciata.
Niente da fare.
Allora gli porgo la mano, l'afferra e al posto di tirarsi su, mi tira giù, su di sé.

"Sei così bella", dice tracciando il contorno del mio viso con un dito.
"Sì, sì, anche tu. Ora alzati"
Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma per essere ubriaco è molto forte.

"Se non mi lasci, giuro che ti do una testata talmente forte da farti andare in coma", gli soffio in tono rabbioso.
"Così bella, eppure così violenta"
Molla finalmente la presa e si gira a pancia in giù, appoggiando la guancia sulle fredde mattonelle perché dice di sentir caldo.

La cosa che mi da più fastidio non è doverlo aiutare perché è ubriaco -è il minimo che possa fare dopo che lui mi è stato vicino quando lo ero anch'io- ma è doverlo aiutare dopo che se n'è andato urlando e lasciandomi sola.
Se fosse lucido gli farei una strigliata con i fiocchi.

C'è un'unica soluzione per farlo muovere: devo prenderlo con forza per le braccia e devo stare attenta a non rischiare di cadere per terra.

Così lo alzo di peso e cerco di trascinarlo in camera sua, ma prima di riuscire a raggiungere la soglia della sua stanza, barcolla fino in bagno e vomita tutto quello che ha bevuto.

Storco il naso e prendo in cucina alcuni strofinacci, per bagnargli la fronte, e una bottiglia d'acqua, per idratarlo.

Lo trovo seduto vicino al water con la testa sulle mattonelle e gli occhi chiusi.

Bagno un panno con acqua fredda e glielo poggio delicatamente sulla fronte, poi gli faccio bere qualche sorso.
"Non toccherò più un goccio di alcol in vita mia", biascica Luke senza forze.
"Non fare promesse che non puoi mantenere", dico con tono stanco, sedendomi al suo fianco.

Il pavimento del bagno non è il posto più comodo in cui parlare.
Prendo un bel respiro e gli pongo la domanda che mi sta assillando da un po'.

"Perché hai bevuto?"

"Per te"

Risponde dopo un'infinità di tempo, quando ho perso le speranze che sia ancora sveglio e possa connettere qualcosa.
E mi lascia confusa, posando la sua testa sulle mie gambe e scivolando tra le braccia di Morfeo.

La notte passa lentamente e non riesco a chiudere occhio quasi per niente, perché penso alle ultime parole di Luke.

'Per te'

Ha bevuto a causa mia e non riesco a spiegarmi il motivo.

Ha bevuto perché lo esaspero e quindi ha cercato un modo di evadere?
Ha bevuto per la piccola discussione di questo pomeriggio? Ha bevuto per Aaron?
Ha bevuto perché vorrebbe rompere il nostro 'patto', se così si può chiamare? Oppure perché vorrebbe qualcosa di più da me? Qualcosa che non posso dargli?

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora