Wait On Me

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"Luke puoi andare ad aprire? Sono sotto la doccia"
Sento dei passi pesanti in corridoio, segno che il mio coinquilino ha finalmente deciso di fare ciò che gli ho chiesto.

Mi insapono i capelli e canticchio una canzoncina che mi perseguita da questa mattina.

Il portone viene chiuso violentemente e, come una furia, Luke apre la porta del bagno.
"Luke! Esci subito da qui", urlo da sopra lo scroscio dell'acqua.

Non si può avere un po' di privacy nemmeno durante una doccia, porca vacca.

Cerco di coprirmi come meglio posso con la tenda di plastica ed esco la testa insaponata.
Il ragazzo è bianco come un cadavere, più di quanto lo sia normalmente, e respira a tratti.

"Cos'è successo?", chiedo preoccupata.
Se continua così gli viene un infarto e sono troppo giovane per essere 'vedova'.
"C'è tu-tua m-madre" balbetta scosso.
"Mia madre?"
"Sono andato ad aprire la porta e una signora bionda ha urlato il tuo nome, credendo che fossi tu. Appena si è accorta dell'errore si è bloccata e mi ha guardato stranita. Le ho chiuso il portone in faccia", ammette mordendosi il labbro.
"Che casino. Vai ad aprirle e scusati. Io mi lavo i capelli e vengo da voi. Ora esci."

Ritorno sotto l'acqua per lavare via il sapone che sta iniziando a farmi bruciare gli occhi.
"Non ho sentito la porta chiudersi"
"È possibile che sono eccitato nonostante me la stia facendo sotto dalla paura?"
"E che ci vuoi fare" dico retorica, percependo finalmente rumori di passi e porta chiusa.

Ora passiamo al problema con la P maiuscola: mia madre.
Penso che appena mi vedrà darà in escandescenze perché non sapeva che ero in cerca di un coinquilino e l'ho trovato, maschio per giunta.
Se non doveste avere più mie notizie, sappiate che vi ho voluti bene.

Finisco la doccia in tempo record e mi asciugo alla bell'e meglio indossando dei leggins e una t-shirt.

Intravedo dal corridoio mia madre che annuisce interessata a ciò che Luke sta dicendo. Mancano solo gli occhi a cuoricino e posso dire di avere uno pseudo-fidanzato capace di far breccia anche nel cuore di spietate donne in carriera. Fantastico.

Faccio il mio ingresso trionfale in salotto e abbraccio la mamma.
È da un po' che non ci vediamo, nonostante viviamo nella stessa città, e sono felice di questa sua visita.
Certo, avrebbe potuto avvisare, così non sarebbe stata circondata dal caos, ma non sembra le dia fastidio.

"Come mai qui, mamma?", le chiedo dopo essermi seduta affianco a Luke sul divano.
"Ti prego, dimmi che non te ne sei dimenticata" si lamenta e sbuffa, aggiustandosi i lunghi capelli biondi sulle spalle.
"Dimenticarmi di c- Oddio, la cena! È stasera, giusto?"
Annuisce e lancia un'occhiata a Luke.

"È molto smemorata mia figlia. Un giorno eravamo in una libreria in centro e ha comprato un libro senza ricordare che aveva una copia dello stesso libro, preso nella stessa libreria qualche settimana prima. Per non parlare di quando era piccola! Era sempre uno strazio farle imparare una poesia perché appena memorizzava un verso ne dimenticava un altro"
Scuote la testa sorridendo al ricordo dei bei tempi dell'Era Giurassica.

"Ho avuto modo di notarlo da solo in questi giorni"
Do un pizzicotto sul fianco a Luke e ricordo ai due nuovi amici che ci sono anche io.
Mia madre evita la frecciatina e si siede all'estremità della poltrona. È partita la modalità 'convincimento avanzato'.

"Ritorniamo alle cose importanti. Micol, non puoi mancare assolutamente. Ci saranno tutti i colleghi di tuo padre e alcuni amici di famiglia, è un giorno importante"
"Lo so, mamma, non voglio perdermi la sua premiazione, ma non mi va di stare con persone della vostra età, se non più grandi. E, cosa ben più importante, ci sarà John. Vorrei strappargli i capelli e castrarlo e, essendo circondati da persone di una certa importanza, e non essendo nelle mie intenzioni far sfigurare papà, dovrei stare zitta e sorridere amabilmente fino a quando non mi si rompe la mascella. Sai bene che non è nella mia natura"

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora