Daniel In The Den

7.5K 400 47
                                    

Dopo tre ore arrivammo nel vialetto della villa di zia Beth. Durante il viaggio mio padre mi aveva spiegato la situazione mentre allungava fazzoletti a mia madre: zia Beth non parlava molto e restava in camera a dormire per più ore del normale. Molto strano per lei dato che erano più le ore che passava a pulire la grande casa che a poltrire.

Mia madre scese di corsa dalla macchina e si catapultò in casa come una furia. Io e mio padre entrammo con più calma, ma non senza la sua stessa preoccupazione. Al piano di sopra c'erano i parenti più stretti della zia: zio Ben e sua moglie, Zia Jenny e mia madre.

Lo zio prese una mano di Beth e disse con voce carica di dolore: «Zia Beth, sono Ben, tuo nipote. Non so se puoi sentirmi, ma sappi che siamo tutti qui perché ti vogliamo bene e vogliamo dirti che puoi lasciarti andare; accogli la pace interiore e corri verso la luce»

La donna, che nel frattempo aveva gli occhi chiusi, li aprì di scatto e con voce roca, tipica di un'accanita fumatrice rispose: «So che ti vuoi liberare di me, stronzetto che non sei altro, ma non sarà così facile; la morte se la vedrà con me. E poi che sono queste parole? Corri verso la luce, accogli la pace; che sono un insetto?»

Poi diede una pacca con la mano libera sulla sua nuca.

Scoppiai a ridere perché ancora una volta zia Beth ci aveva presi in giro. Accadde anche qualche anno prima e ci fu la stessa chiamata e la stessa pacca sulla nuca. È bello pensare che l'umorismo non scompare quando si diventa anziani.

Sì, so cosa state pensando: "che umorismo c'è nel fingere di stare per morire?"
Non c'è n'è, ma se foste abituati a stare con Beth, non ve la prendereste. È fatta così.

Uno ad uno uscirono dalla camera con volti bianchi come lenzuoli, lasciandomi sola con Beth, la grande simpaticona della famiglia.

«Hai mai pensato di aprire le finestre in questo buco? Sembra di stare in una ciminiera!»
«Tu hai mai pensato di indossare qualcosa di più di quelle mutande di jeans che ti sei messa?»

Mutande di jeans. Ecco come chiama gli shorts.

«Touchè. Bello scherzo, comunque. Ci sono cascati con tutte le scarpe»
«Avevi dubbi al riguardo?»
«Assolutamente nessuno. Penso, però, che zio Ben non ti rivolgerà la parola per un po'»
«E ora come farò?», disse portando tragicamente una mano sul cuore.

Mi avviai alla finestra e spalancai le tende per far entrare un po' di sole estivo e anche aria pulita. Beth prese un paio di occhiali da sole dal cassettone vicino al letto e li indossò non prima di avermi gettato un'occhiataccia.

«Alla tua età non facevo-»
«Quello che mi pareva, altrimenti avrei ricevuto un manrovescio talmente forte da avere il mal di testa per tre giorni. Lo so, ma si dà il caso che i tempi sono cambiati e questa stanza è buia e puzza. Quindi sono giustificata»
«Che gioventù di merda», mormorò.
«Ah, che gioventù! Andiamo adesso. Sono sicura che Maria ha fatto i suoi biscotti da orgasmo»

Scese dal letto e mi diede uno schiaffetto sul braccio, poi mi prese a braccetto e andammo in cucina.

Ritornammo a Virginia Beach il giorno dopo. Avevamo deciso di tornare prima perché zia Beth stava bene e anche perché eravamo stati costretti ad andarcene dalla zia stessa.

Non avvisai John del rientro anticipato.

Volevo fargli una sorpresa presentandomi a casa sua e mettendomi a sua completa disposizione, se capite a cosa mi riferisco. La sorpresa, però, me l'ha fatta lui.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora