Where Are Ü Now

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Questo capitolo è per Flavia_16 spero ti piaccia e spero che mi perdoniate per il ritardo.

Ho sempre odiato la quotidianità, i deja vu o qualsiasi altra cosa somigliasse un minimo ad una situazione già vissuta e non posso descrivere a parole quanto odi ritrovarmi di nuovo a piangere a casa dei miei genitori per colpa di un ragazzo.

Subito dopo essere scappata come una codarda dall'auto di Luke mi sono fermata sotto una tettoia e ho chiamato mia madre affinché venisse a prendermi. Per chissà quale miracolo è riuscita a comprendere dove mi trovavo nonostante singhiozzassi come un'ossessa e mormorassi mezze parole che venivano coperte dalla scroscio della pioggia.

Il viaggio in macchina è stato scandito dal mio tirar su con il naso e da un'altra ondata di singhiozzi; però mamma non mi ha chiesto nulla e si è limitata ad allungarmi i fazzoletti che aveva sul cruscotto.
Poi mi sono rinchiusa nella mia vecchia camera e non mi sono alzata dal letto se non per andare in bagno e in cucina.

Il mio fastidioso piagnucolare è insensato; ci sono arrivata due ore fa mentre mi stavo crogiolando nell'autocommiserazione con un vasetto di gelato al cioccolato tra le mani. È la parola giusta perché sapevo che sarebbe finita così, una minuscola parte di me mi ricordava costantemente anche nei momenti felici che tutto sarebbe arrivato ad una conclusione prima o poi. Ed è stato prima, purtroppo. 

Non sto dicendo che sto bene, che non fa maledettamente male scoprire che la persona di cui ti fidi maggiormente ti ha presa in giro per mesi senza che te ne accorgessi.
Sto dicendo che forse è quello che mi merito per aver accettato di partecipare a questa stupida messinscena e per essermi comportata da stronza gran parte delle volte.
Mi sono innamorata di lui e sono rimasta fregata. Fine della storia.

E no, se ve lo state chiedendo Luke non mi ha cercata, non mi ha mandato un messaggio, non mi ha chiamata, è come se fosse scomparso dalla circolazione.

Egoisticamente parlando, è una delusione continua controllare il telefono, non notare notifiche, se non qualche sporadico follow su Twitter, ed essere presa da una rabbia incontrollabile che mi spingerebbe ad usare l'aggeggio come pallina anti stress.
Mi basterebbero anche due parole, delle lettere messe a caso insieme prive di senso logico, ma devo accontentarmi del silenzio più assoluto.

Forse il detto 'l'ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza' è veritiero, perché mia madre allo scoccare delle 72 ore irrompe nella mia camera e spalanca le finestre accecandomi per i raggi del sole pomeridiano.
Il temporale di 74 ore fa è solo un brutto ricordo e farei di tutto per cancellarlo e scrivere qualcosa di diverso e decisamente più felice.

"Quand'è stata l'ultima volta che ti sei alzata? O che ti sei lavata?", chiede con le mani sui fianchi e un'espressione accigliata sul volto.
"Perché me lo chiedi se sai già la risposta?"

La mia acidità -a livelli già elevati prima- è aumentata grazie ad una buona dose di sarcasmo. Di questo passo mi ritroverò in una casa abbandonata piena di gatti neri e reietti della peggior specie.

"Ora ti dai una sistemata e vieni con me a fare la spesa", impone autoritaria.
"No"
Mi giro dall'altro lato del letto e mi copro la testa con il piumone.
Tanto se ne andrà presto e mi lascerà in pace come ha sempre fatto, da brava mamma comprensiva qual è.

Mi sono sbagliata sul suo conto. È una stronza senza cuore perché nemmeno cinque minuti dopo mi tira addosso un secchio di acqua ghiacciata. Oltre ad avere problemi di cuore, ho anche problemi a valutare le persone.

Schizzo fuori dalle coperte e le rivolgo la mia migliore occhiata fulminante.
"Che ti è saltato in mente?", urlo togliendomi dal viso le goccioline.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora