This Is What It Takes

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Ho deciso di ringraziare personalmente in ogni capitolo uno di voi, perché continuate a seguire questa storia nonostante i lunghi tempi di attesa. Ovviamente non siete obbligati a fare nulla, mi sembrava un'idea carina, tutto qui. Questo è dedicato a itsblast, mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento su Talking Body, ti ringrazio infinitamente.

Luke's Pov

Amo la famiglia di Micol. E'molto più unita di una qualsiasi famiglia che si riunisce durante una festività e mi ha accolto come se fossi un altro nipote. Sono felice di questo e, inevitabilmente, il mio pensiero va alla mia, di famiglia.

Non voglio sembrare un mammone, ma sul serio mi manca troppo mia mamma e con lei mio padre e i miei fratelli maggiori. Non li vedo dalla scorsa estate - l'Australia non è esattamente a due passi- e mi mancano le piccole attenzioni che mamma mi rivolgeva prima di decidere di trasferirsi a Sidney per stare vicino ai parenti e io decidessi di rimanere a Virginia Beach.

Vengo distolto dai miei pensieri da Micol, che mi stringe il ginocchio sotto al tavolo e mima con le labbra 'cosa c'è'. Cerco di sorridere e 'niente' le sussurro sulla guancia, indugiando con le labbra sulla pelle e respirando il profumo del suo shampoo al cocco.

Non la convinco, infatti alza un sopracciglio come per dire 'non ci casco' e per fortuna -o sfortuna, dipende dai punti di vista- una delle sue zie paterne ci interrompe.

"Lucas", urla dall'altro lato della tavola riccamente imbandita. Non so perché si sia fissata a chiamarmi in questo modo, sono stato presentato a tutti come Luke e basta. Solo Cal e Micol mi chiamano così per darmi fastidio.

"Mi dica", rispondo educatamente girandomi verso di lei. Lo sapevo che prima o poi mi avrebbero fatto un interrogatorio, stavano solo posticipando l'inevitabile.
"Quanti anni hai?", urla di nuovo. Inizio a pensare che abbia problemi di udito.
"Ventuno, signora" e la mamma della mia ragazza sorride.
"Trentuno? Non sei un po' troppo vecchio per la nostra Micol?", si aggiusta gli occhiali dalle lenti spesse e arriccia le labbra colorate di rosso.

Micol si colpisce la fronte con una mano e mi sussurra all'orecchio che è sorda.
"L'avevo capito", le faccio l'occhiolino e dico a voce più alta che ne ho ventuno di anni.

Gli altri commensali cercano di celare le loro risate dietro i calici di vino quando continua a capire male le altre risposte che le do e scoppiano quando alla domanda 'che cosa studi?' Mrs Monica capisce 'balletto' al posto di 'diritto'. E sono abbastanza differenti le due parole.

Un collega del signor Foster rischia di soffocarsi per le troppe risate e l'anziana borbotta qualcosa di simile a 'dove siamo andati a finire', ritornando a mangiare la sua zuppa.

Dopo l'abbondante cena, è il momento dello scambio degli auguri e dei regali. E' passata da un pezzo la mezzanotte e quasi la maggior parte degli invitati è brilla.

E' divertente vedere uomini di affari che fanno battute tristi che fanno ridere per pietà o vedere donne che blaterano sui comportamenti da cavernicoli dei loro mariti. Ed è ancora più divertente vederli arrossire quando passano in coppia sotto al vischio e devono baciarsi, in accordo con la tradizione.

"Giovanotto", mi chiama il padre di Micol, "vieni con noi"
Fa un cenno con la testa affianco alla mia ragazza, accoccolata al suo fianco con un sorriso dolce. Conoscendola, sta morendo di sonno per la giornata piena, ma vuole godersi fino in fondo la festa.

Mi avvio al divano e prima che possa raggiungerlo vengo braccato da una delle numerose zie di Micol. Ha in mano un rametto di vischio, tocca anche a me. Mi abbasso alla sua altezza, proprio mentre sto per baciarle la guancia mi prende il viso tra le mani e mi stampa un bacio sulle labbra.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora