If You Don't Know

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Sto leggendo un articolo di giornale dal pc per integrare documenti al mio saggio di storia e Calum sta messaggiando con qualcuno, credo sia una ragazza.

Stropiccio gli occhi per la stanchezza e vado in camera a prendere gli occhiali. Hanno la montatura nera, sono piuttosto vecchi e fuori moda senz'altro, ma sono troppo pigra per andare in un'ottica e comprare un altro paio. Non fa niente se sembro una nerd accanita di videogiochi, me li faccio bastare perché li uso poco o niente. Ritorno sul divano e Calum arriccia il naso.

«Grazie per il complimento, so che sono sexy anche così», scherzo copiando e salvando il testo su un documento World.
«Non ho parlato», replica con lo sguardo fisso sullo schermo del cellulare. Chissà con chi sta parlando.

Sorrido e scuoto la testa proprio quando Luke apre la porta ed entra con le pizze. Rimane fermo sulla soglia a guardarmi e inarco un sopracciglio in attesa di sapere cosa gli frulla in testa. Non credevo che avrei potuto farlo rimanere di stucco per un semplice paio di occhiali.

«Sei strana», ammette inclinando la testa.
«Grazie, è sempre bello sentirselo dire», replico con un sorriso ironico. Chiudo il portatile e vado a prendergli le pizze dalle mani mentre Cal vada apparecchiare.
«Aspetta», mi ferma per un braccio e mi dà un bacio prima di lasciarmi andare.
«In realtà mi piacciono», sorride e andiamo in cucina.

«Siete così schifosamente sdolcinati. Quando finirà la vostra fase 'luna di miele'?»
«Geloso, eh?», lo prende in giro l'amico biondo.
«Sì, come no», sbuffa e alza gli occhi al cielo prendendo la sua pizza e iniziando a mangiare come se non vedesse del cibo da settimane.

Lo guardo disgustata e il mio sgomento aumenta quando Luke inizia a mangiare. Sono circondata da incivili che non conoscono le buone maniere.

Tiro indietro gli occhiali sulla testa e do un morso al mio pezzo. È buona, Luke questa volta ha scelto una buona pizzeria.
La settimana scorsa non avevo voglia di cucinare, allora i ragazzi hanno proposto di ordinare delle pizze in un posto preso a caso sull'elenco telefonico.

Non l'avessero mai fatto: era riscaldata al microonde, con tanto di mozzarella ancora surgelata. Alla fine sono stata costretta a preparare qualcosa di veloce.

«Mi ha chiamata la padrona di casa», inizia Calum bevendo un sorso di birra.
«E?», mi pulisco la bocca con un tovagliolo e mi concentro su di lui.
«Il problema è stato risolto nel mio appartamento. Posso ritornarci domani stesso»
«Uh», commento solo. Non mi piace molto come cosa perché mi sono abituato alla sua presenza e quasi quasi non voglio che se ne vada.
«Già», sospira e continua a mangiare.

Mi giro verso Luke e lui sta fissando un punto indefinito oltre le spalle dell'amico.
«Questo significa che te ne andrai?», chiedo con tristezza.
Annuisce e mette una mano davanti a sé.
«Senti non iniziare a piangere o a disperarti. Per quanto mi piaccia stare qui, ho bisogno di andare a casa mia. Riesco a sentirvi anche se fate piano, quando sarò a casa sarò il solo a produrre rumori»

Apro la bocca scandalizzata e gli getto addosso un tovagliolo di carta, colpendolo sulla fronte. Gli preparerei le valigie proprio ora. Quell'imbecille di Luke ride e riceve una mia occhiata di fuoco.

«Quando andrai, bro?»
La fa semplice lui a cambiare discorso, gli è appena stato fatto un complimento sulle sue performance sessuali, non vorrebbe sotterrarsi come me.

«Domani vado a controllare che sia tutto a posto, venerdì trasloco di nuovo», il ragazzo al mio fianco annuisce e la conversazione finisce.

Non capirò mai l'amicizia tra maschi: tutta questa apatia, nessuna scenata, nessuna emozione. Se fossero state femmine di sicuro sarebbero scoppiate a piangere.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora