Wherever You Are

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Carico la valigia con i vestiti miei e di Luke nel portabagagli dell'auto e mi siedo accanto al conducente.

"Pronta?", chiede Luke sfregandomi le mani e soffiandoci dentro per riscaldarle.
La temperatura è scesa molto ultimamente e non basta una semplice felpa per stare caldi; c'è bisogno anche di una giacca.

"No, però dobbiamo partire"
Sospiro e guardo oltre il parabrezza cercando di evitare che i pensieri mi trascinino in un tornado senza fine.
Luke non dice niente e fa retromarcia nel vialetto, subito seguito da Calum con la sua jeep. Io e il biondo abbiamo intenzione di restare a Princeville fino a sabato - oggi è mercoledì -, mentre Calum deve ritornare prima perché ha un esame importante che non può saltare, perciò si fermerà fino a domani pomeriggio.

Raggiungiamo la Superstrada in un silenzio piuttosto pesante e mi sembra quasi di soffocare.
Luke mi stringe la mano, notando il malessere che mi affligge e una strana, ma piacevole sensazione di quiete si propaga all'altezza del cuore e sento un leggero solletico allo stomaco.
Sarà che non sono riuscita a fare colazione perché non avevo fame. Ricambio la stretta e guardo la strada che si allunga per chilometri e chilometri.

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"Ci possiamo fermare da qualche parte? Devo andare in bagno" annuncio dopo più di un'ora.
"La prossima stazione è a 30 chilometri da qui. Devi resistere per un po'. Nel frattempo chiama Calum e avvisalo"
Prendo il cellulare e compongo il suo numero.
"Cosa c'è?"
Brusco come al solito, penso con un sorrisetto.
"Ci fermiamo al prossimo autogrill"
"Soffri di incontinenza?"
Riesco a percepire il suo sorriso attraverso l'apparecchio.
"Già, devo cambiare il pannolino perché ho bagnato quello che indosso. Guida ora, idiota"
"È sempre un piacere parlare con te"
Metto giù e ripongo il cellulare nel taschino interno della borsa.

Gioco nervosamente con le dita, dato che non c'è altro che possa fare, a parte vedere il nulla estendersi all'infinito.
"Cosa c'è che non va?"
"Mi sto annoiando", rispondo sbuffando.
Non gli sfugge niente, mannaggia.
"Allora parla, raccontami qualcosa per tenerti impegnata"
"Qualcosa di specifico?"
"No, qualsiasi cosa tu abbia voglia di dirmi"
Ci rifletto su per qualche secondo e poi dico la prima cosa che mi capita per la testa.
"L'altro giorno, quando ti si è fermata la macchina e abbiamo litigato, sono andata in biblioteca, come già sai. Mi sono scontrata con una ragazza"
"Sempre la solita"
Alza scherzosamente gli occhi al cielo e mette la freccia per superare un camioncino troppo lento.
Se continua ad aumentare la velocità sarò tutt'uno con il sedile.

"Com'era questa ragazza?"
"Inquietante e molto carina. Aveva gli occhi e i capelli castani. Mi guardava come se sapesse qualcosa di cui ero all'oscuro, o come se tramasse alle mie spalle. Poi aveva uno strano sorriso", divago concludendo subito il mio racconto.
"Come hai detto che si chiama?"
"Non l'ho detto. Non lo so, non ci siamo presentate. Si è limitata a fissarmi e ha detto che ci incontreremo presto. Sembrava un avvertimento e una minaccia al tempo stesso.

Annuisce concentrato sulla strada.
"Capito. L'hai mai vista in giro per la scuola?"
"Perché tutte queste domande? La conosci? È una tua vecchia fiamma?"
Una fastidiosa sensazione si manifesta in me e potrebbe essere paragonata alla gelosia.

Non mi guarda e mette nuovamente la freccia, questa volta per fermarsi alla stazione di servizio.
"Questa conversazione non finisce qui", borbotto scendendo dall'auto e sgranchendo le gambe indolenzite.

Seguo le indicazioni per andare in bagno, poi entro nel piccolo locale che vende di tutto.
Passo in rassegna il reparto dolci e salati, afferro una busta di gommose, due barrette di cioccolato e un pacco di patatine. Viva la salute.

Pago ed esco stringendomi nel cappotto blu. Sento Luke e Cal parlare a bassa voce mentre mi avvicino, ma quando il moro mi nota, fa un segno con la testa all'amico per zittirlo.

Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora