Classic

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"Sei capace di mangiare un cornetto come una persona normale? Perfino la bambina in quel tavolo riesce a fare meno pasticci di te"

Sbuffo e gli passo un fazzoletto, combattendo l'impulso di pulirgli le briciole e lo zucchero a velo sparsi sul viso.

Questa mattina ha avuto la brillante idea di idea di portarmi nel bar del campus per farsi perdonare di avermi svegliata alle 8 di domenica.

Ieri appena ho sentito lo squillo del cellulare, che ha scelto personalmente il giorno della festa- Mmm Yeah di Austin Mahone perché questo è il verso che farò quando sarò con lui, sue testuali parole - ho seppellito la testa sotto al cuscino sperando che si dimenticasse della mia esistenza per almeno qualche ora.
Come per miracolo il telefono ha cessato di suonare e sono ritornata nel mondo dei sogni.

La sorte ha voluto che qualcuno bussasse insistentemente alla mia porta nemmeno 20 minuti dopo.
Così ho imprecato a voce alta, mi sono alzata dal comodo letto e senza dare un'occhiata allo specchio sono andata ad aprire la porta prima che venisse buttata giù.

Era Luke, sudato in pantaloncini e canotta - un vero colpo per i miei ormoni - con un sorriso storto sulle labbra.

"Davvero sexy il tuo pigiama", ha ridacchiato prima di entrare nel mio appartamento e dirigersi in cucina, come se lo avessi invitato.

"Buongiorno amore mio! Qual buon vento ti porta qui? Hai forse pensato a me tutta sola con il mio sexy pigiama con i pasticcini e hai deciso di venire a rallegrare la mia giornata?
Bene, lo hai fatto. Ora puoi andartene"
"Cuoricino mio, sono andato a correre e ho deciso di venirti a fare una sorpresa. Non mi andava di stare da solo a casa a fare colazione e non approfittare della compagnia della mia sexy fidanzata in questa domenica così noiosa"

Ho alzato gli occhi al cielo e sono ritornata a letto, fregandomene dei suoi lamenti infantili che mi pregavano di rimanere e mangiare qualcosa con lui.
Meglio dormire che sprecare energie per spingerlo fuori casa.
Aveva già deciso di farsi una doccia nel mio bagno, di fermarsi a pranzo e guardare un film nel primo pomeriggio.

Ed ora eccomi qui con il manifesto della nostra diretta discendenza dalle scimmie. Mannaggia a me e a quando ho accettato questo invito.

"Fa tutto parte del piano"
"Quale piano? Vediamo quante ragazze riesco a disgustare in poche semplici mosse? O meglio, quante mamme riesco a far accorrere qui per pulirmi?"
"Sbagliare entrambe. Sto cercando di conquistare quella mora al bancone"
Fa un cenno con il capo e, presa dalla curiosità, mi giro per vedere la ragazza.

È la classica ragazza del campus: camicetta abbottonata fino all'ultimo bottone che strizza il seno e lo fa sembrare un airbag sul punto di scoppiare e jeans super aderenti che valorizzano le curve pronunciate.
Mi astengo dall'esporre a Luke le mie considerazioni.

"Potresti almeno far finta di non star flirtando con una ragazza, nel tuo assurdo e schifoso modo, mentre stai facendo colazione con la tua fidanzata e dovresti dimostrarmi di essere fedele?"

"Non l'avevo messo in conto"
Fa una smorfia probabilmente perché pensa di dover trascorrere il prossimo futuro come un eremita.

"Non hai messo in conto un sacco di cose. Questo tuo piano fa acqua da tutte le parti, ma ti ostini a volerlo portare avanti. Non mi interessa con chi vai e che cosa fai, ma se lo vedo con i miei occhi o qualcuno mi viene a raccontare ciò che tecnicamente non dovrebbe succedere, finisce qualsiasi cosa ci sia tra noi in questo momento. Non voglio essere vista di nuovo come la cornuta stupida e perdutamente innamorata che vive con la testa tra le nuvole"

Abbasso lo sguardo e mi tormento le mani per non vedere la sua reazione.
Sono passate alcune settimane dalla mia rottura con John, ma a volte ritorna il senso di vergogna e di schifo che ho provato il giorno in cui l'ho visto con Julie.

Luke mi prende il mento con due dita e mi costringe a guardarlo negli occhi color oceano.

Mi sarei aspettata di vedere la stessa compassione che noto non appena le persone vengono a sapere ciò che è successo, ma scorgo solo un pizzico di rabbia e qualcos'altro che non riesco bene a definire.
Orgoglio? Felicità? Senso di superiorità?

"Ora ti dico la prima cosa che ho pensato quando ho scoperto la parte saliente della storia: Sean è un coglione"
Mi fa piacere che qualcuno oltre alla mia famiglia sia dalla mia parte.

Sorrido per la schiettezza e la scelta adeguata del vocabolo.
"Si chiama John. È possibile che ancora non sai il suo nome? Oramai lo conoscono tutti a scuola, e di conseguenza conoscono anche me. Le voci girano in fretta", mormoro pensierosa.

Minimizza il tutto con un gesto della mano e mi prende il viso tra le mani.
"Qualunque ragazzo vedrebbe un tesoro nascosto in te. Certo, è sotterrato da un cumulo di sarcasmo, parolacce e minacce sempre originali di castrazione, ma c'è. È stato un idiota a non accorgersene. E poi, ti ha vista bene? Sei una delle ragazze più sexy del campus anche se non ti metti in mostra.
Indossi vestiti che mettono in risalto i tuoi punti forti, soprattutto il sedere. Chissà come staresti con un vestito attillato e un paio di tacchi...", mormora mentre si perde nei meandri dei suoi pensieri perversi.

Che idiota! E dire che ero quasi lusingata da quella specie di complimento iniziale.
Merita proprio una ricompensa.

"Ahi! Perché lo hai fatto?"
"Sto difendendo il mio tesoro" sorrido e sbatto le ciglia innocentemente.

Si massaggia la nuca, dato che ha ricevuto uno schiaffo non molto leggero, e ritorna a ingozzarsi di cornetti, non prima di avermi rivolto un sorriso sghembo.


Flaws || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora