Capitolo 6.- Chi non muore si rivede

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Calendula cercò di non guardare il lago; i ricordi della prima volta in cui era stata in quel parco con Matthew, Sybil e gli altri Discepoli le faceva male al cuore. Erano passati anni, eppure ricordava ancora chiaramente quel tramonto che aveva infiammato il cielo mentre Matthew la baciava: lo aveva sempre considerato come il suo primo vero bacio, quello che davvero, in tutta onestà, le aveva regalato un'emozione. Che sarebbe sempre continuata ogni qual volta Matthew la sfiorava in tutti quegli anni.

Posò la mano sulla pancia leggermente gonfia, sentendosi sul punto di scoppiare in lacrime: Kahius le aveva detto che entro qualche settimana avrebbe iniziato a sentire dei movimenti, che i suoi figli stavano crescendo dentro di lei; non era stata sua intenzione restare incinta. Non lo aveva fatto volontariamente, non aveva mai neppure progettato di diventare madre, ma era successo comunque. Probabilmente la sua vecchia amica Sara, che ormai non ricordava neppure se non come una vaga figura nei suoi sogni, sarebbe stata felice di diventare zia; se avesse saputo che Calendula esisteva.

Era terrorizzata da quello che l'aspettava e Matthew non sembrava avere alcuna intenzione di preoccuparsi di lei o del fatto che portava in grembo suo figlio. I suoi figli. Non sapeva nulla su come essere madre, non aveva quasi idea di come portare avanti una gravidanza e non aveva nessuno a cui fare domande; forse solo Beth, che era così lontana... 

L'idea di affogarsi nel laghetto le solleticò la mente per un attimo, poi pensò che avrebbe fatto meglio ad affogare il suo fidanzato; ma la verità era che era troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Seguì Zefira verso la figura che era comparsa dietro l'albero: si trattava di una ragazza di altezza media, formosa e con la pelle di una delicata tonalità viola; indossava una tunica lacera simile a quella di Zefira, ma non aveva cicatrici visibili...Calendula immaginò fosse una Schiava, ma forse era stata catturata di recente. Rabbrividì e si sfiorò le scapole, sentendo i rilievi delle sue cicatrici personali sotto i polpastrelli.

-...ortus è rimasto alla Casa, sta parlando con il Tutore. Beh diciamo che è esattamente come ti aspetteresti un Armato, ma credo possiamo fidarci.

La ragazza annuì alle parole di Zefira e scoccò un'occhiata a Calendula, squadrandola.-E lei chi è?

-Sono una Rifugiata.- rispose prontamente la giovane, facendo un altro passo avanti ed alzando le mani in segno di resa.- Mi chiamo Calendula.

Lei si rilassò.- Io sono Violet.

Calendula colmò la distanza che le separava.- Dove sono i vostri amici?

Era ancora troppo presto affinchè potesse esserci qualche Demone, ma ormai i nemici non erano solo loro; era stanca e non vedeva l'ora di infilarsi in un bagno caldo. La nausea l'aveva svegliata attorno alle quattro quella mattina ed anche se era da poco passato il mezzogiorno, aveva davvero bisogno di stendersi un po'. Violet fece un cenno e si mosse verso il laghetto.- I cavalli stavano facendo baccano, così siamo tornati vicino all'acqua...nessun Umano ci ha più notati. In effetti non ne abbiamo più visti!

Calendula si incamminò con le due ragazze verso la sponda del laghetto scintillante, con il cuore stretto in una morsa.- Deve essere per il vento. Vedi? Sta rinforzando ed è più freddo. Non si avvicinano al laghetto perchè lì deve essere anche peggio.

Violet aveva l'aria sorpresa.- Non mi pare faccia freddo.

Calendula si strinse nelle spalle; sapeva che nel Cocito la temperatura non saliva mai al di sopra dei 13 gradi. Dubitava che Zefira o Violet potessero notare quanto effettivamente fosse pungente il vento che le investiva a folate regolare, sollevando le foglie ammucchiate ordinatamente; si domandò vagamente come Matthew avrebbe giustificato di aver accolto sette Rifugiati provenienti dal Cocito dopo una presunta ribellione....soprattutto ora che il Muro era caduto. Si voltò ad osservare il parco deserto alle sua spalle, con la vaga sensazione che qualcuno la stesse osservando, ma non c'era nessuno.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now