Capitolo 6.- Una bizzarra somiglianza

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Zefira zoppicò faticosamente su per una stretta scalinata che dalla spiaggia conduceva alla struttura maestosa che aveva visto mentre era sdraiata sulla sabbia; si voltò per osservare il mare in tempesta, mentre sopra di lei il cielo veniva percorso da un altro lampo e il vento le sollevava il vestito, lasciando nude le gambe. Aveva freddo: sperava che dentro la struttura facesse caldo.

Andrew la stava aiutando a zoppicare sulla scia della donna misteriosa che li aveva accolti, la quale procedeva a passo spedito illuminando la strada; Matthew chiudeva il corteo, chiuso in un tetro silenzio.

La ragazza capiva come si sentiva: veder crollare la Casa dove doveva essere cresciuto lo aveva scosso, così come lasciare il Cocito aveva traumatizzato lei. Era difficile non chiedersi cosa ci fosse dopo quando il passato collassava impietosamente su se stesso, lasciando un vuoto profondo dentro il cuore o l'anima o qualsiasi cosa ci fosse dentro il corpo.

-Veloci!-una figura alta veniva loro incontro, tenendo aperto con una mano un cancello che dava accesso ad un giardino delimitato da un muretto; sulle prime Zefira pensò che indossasse una pelliccia bianca che gli copriva le spalle, ma non riuscì ad esaminarlo attentamente: la tempesta stava infuriando. Quando riuscirono a raggiungere, barcollando sotto la furia del vento, il giardino, i primi chicchi di grandine presero a tempestarli. Matthew imprecò piano e sollevò improvvisamente Zefira tra le braccia, iniziando a correre verso il portone spalancato della struttura misteriosa. Era una Casa? Andrew iniziò a correre sulla loro scia e lo stesse fecero la donna e l'altra figura, che si premunò di chiudere a chiave il cancello prima di attraversare il giardino in fretta.

-Dannazione.- Matthew varcò il portone e posò delicatamente a terra Zefira, che crollò contro il muro, pallidissima. Il sangue continuava a colare in violenti rivoli lungo la gamba. Andrew le posò la mano sulla fronte, scostandole le ciocche sedute dal viso. -Stai bene?

-Ha una ferita profonda.- Evelyn corse loro incontro; una ragazza la seguiva, cercando invano di porgerle una coperta in cui avvolgersi. Zefira, confusa e intontita dalla perdita di sangue, pensò che fosse una ragazza strana e misteriosamente composta nonostante la tempesta, la grandine che batteva contro il portone serrato e la presenza di estranei nella sua casa. Non poteva essere un'Armata, poi_ sembrava troppo delicata. Quasi eterea.

-Concordo.- la donna che li aveva accolti stava appendendo la torcia ad un sostegno lungo la parete dell'ingresso, scrollando la testa come un cane bagnato.-Matthew, dovete riposare. Potrai spiegarmi tutto nella mia stanza, ho fatto portare lì Calendula...non so perchè ho immaginato voleste della privacy.

Il Tutore sorrise appena, quasi controvoglia.- Mi conosci bene.- diede un'occhiata a Andrew, Zefira ed Evelyn, incerto.- Voi state bene? Ve la caverete?

-Sì.- Andrew stava sostenendo Zefira per permettere a Evelyn di controllare più da vicino la ferita.- Ma lei si dovrebbe sedere.

-Non hanno una vera Infermeria.- intervenne Matthew.-Beth, pensi che possa andare bene la biblioteca?

-Penso sia meglio restare nella Sala dell'equilibrio.- commentò l'uomo sconosciuto. Zefira gli scoccò un'occhiata più approfondita e sentì d'un tratto il sangue defluirle dal viso mentre la sua bocca si muoveva prima che potesse trattenersi.- Lilieth.



Andrew si voltò con uno scatto al suono di quel nome e anche lui rimase di sasso; impallidì, fissando a occhi sgranati l'uomo he aveva davanti: alla luce forte dell'ingresso, potevano distinguerne nettamente i lineamenti e la somiglianza con il Rhiel era spaventosa. Avevano la stessa struttura ossea delicata del viso, lo sguardo freddo e pungente ed anche se i suoi occhi erano bianchi anzichè grigi e neri, Zefira non potè evitare di ricordare lo sguardo di Lilieth dopo il loro bacio: era esattamente di quella sfumatura luminosa. Andrew sembrava del tutto sconvolto; spostatava lentamente lo sguardo dall'uomo alla donna bassa al suo fianco, che stava ancora parlando con Matthew per decidere dove fosse meglio alloggiare i ragazzi. Anche Zefira si rese conto allora che quel corpo piccolo, snello ma forte, era simile a quello di Lilieth, nonsotante lui fosse più alto e muscoloso.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now