Capitolo 11.- La fuga dell'Armata

77 3 2
                                    


L'uomo si oscurò, arrossendo per la rabbia; aprì la bocca, forse per dirgli che era ridicolo, ma prima che potesse farlo Griff strappò la benda dal viso della giovane ragazza.

Alysia si coprì gli occhi con la mano, chinando la testa, quasi come se si vergognasse di mostrare il suo volto indifeso e nudo, vulnerabile alle occhiate fameliche dei tre Rhiel; i cavalli attendevano pazienti accanto ai padroni, picchiando a terra gli zoccoli e scrollando la criniera.

-Apri gli occhi.- le ordinò Chelis duramente, ma lei scosse la testa; l'uomo la afferrò per i polsi, così sottili che Lilieth temette di vederli cedere sotto il tocco violento del Mercenario e le diede uno strattone, scoprendole il viso; lei abbassò la testa e l'uomo le sollevò con la forza il mento.

Lilieth pensò che aveva una strana espressione di sfida. Dura, intrigante, vuota in qualche modo.

Aveva il volto giovane, fiero, elegante di una Fata e la stessa rigidità tipica degli Armati: una perfetta Impura, come aveva già notato.

I suoi occhi, però, erano la cosa più sorprendente, come lo erano stati in quella stanza poco prima: erano bianchi e vacui, fissi sull'orizzonte lontano. Le ciglia folte sembravano enfatizzare ancora di più quel dettagli inquietante e non c'era traccia di consapevolezza in quell pupille morte.

Volse il viso attorno a sè, confusa; le sue iridi incolore vagarono nel buio che la circondava e si posarono su Lilieth, quasi come se potesse vederlo. Di nuovo, quella strana espressione colpita che aveva assunto poco prima si impresse nei sui morbidi lineamenti. Parve studiare il giovane per qualche secondo, poi sussultò, aprendo la bocca con aria sconvolta: il ragazzo si chiese se riuscisse a vedere almeno qualche ombra o se ci fosse qualche Demone dietro di lui.

Si voltò, ma era tutto tranquillo, piatto, senza scossoni.

-Non ci vede.- sentenziò Griff studiando inutilmente il volto della Schiava.- Cieca, Chelis.

Montò in sella, controllando che le redini fossero tese a sufficienza e le strinse, accarezzando il muso di Spartacus. Gli piaceva sentire il cuoio sotto le mani e il suo cavallo avvertiva la gioia del padrone nell'essere tornato, era rilassato a sereno.- Che vi dicevo? Un affarone, amico.

-Già, un bel problema.- commentò Griff in tono distaccato, osservando con interesse clinico la ragazza e sventolandole le mano sotto al naso, senza ottenere alcuna reazione; Alysia continuava a tenere la testa alta e gli occhi fissi sul punto in cui Lilieth era immobile: il giovane si chinò in avanti, divertito, quasi ridendo.- Direi che Earl ti ha piazzato proprio una bella Impura cieca. Un affarone.

La Fata si allontanò da lei con una risata di scherno, montando a sua volta in sella; il suo cavallo era bianco, il manto sporco per essere stato esposto alla polvere di Edom per tutta la giornata. Scartò nervosamente a destra quando il padrone gli montò in groppa.

Chelis divenne livido per la rabbia ed afferrò la schiava per il mento delicato, fissandola con odio.- Mi ha ingannato!

Lilieth sbuffò, il cavallo che si muoveva nervosamente, impaziente di tornare a casa.- Avanti, l'hai pagata ormai. Divertitici e basta, che differenza vuoi che faccia se vede oppure no?

L'uomo lo fissò digrignando i denti, rabbioso come una belva inferocita a cui avessero sottratto il pasto.- Come dovrei fare a farmi servire da qualcuno che non vede?- era fuori di sè, ma di certo non era solo per lo spreco di denaro; quello che gli rodeva il fegato era la sua stupidità: si era lasciato ingannare da un mercante come fosse stato un bambino stupido e quello di certo era già lontano molti chilometri.

Lilieth trattenne a stento un sorrisetto di superiorità: lui aveva subito intuito che Alysia era cieca. Avrebbe dovuto raccontare casualmente quella storia alla Locanda una di quelle sere...gli avrebbe fatto guadagnare credibilità tra i più anziani.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now