Capitolo 6.-Oscuri, arcani segreti

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Lo studio di Ombra era silenzioso e buio, perfino il caminetto era spento e freddo, con la cenere ancora in attesa di essere spazzata e la legna ammucchiata ordinatamente accanto all'attizzatoio, pronta per l'uso. Lilieth aveva passato abbastanza tempo in quella stanza accogliente da trovare familiare il profumo di pergamena, carta, inchiostro, metallo e fumo che vi aleggiava, tuttavia in quel momento non fece che ricordargli quanto era vile quello che stava facendo e quanto era rischioso frugare nei segreti di Ombra.

 Accese una delle candele sul tavolo di mogano e la sollevò a mezz'aria per illuminare la stanza di un tenue bagliore dorato che si riverberava debolmente sul metallo delle armi riposte nelle vetrinette; non c'erano mai torce accese o fiamme libere quando Ombra non era nei paraggi: era terrorizzato dall'idea che i suoi preziosi libri e documenti potessero prendere fuoco. In quello  Lilieth lo capiva meglio di tanti altri, perché si rendeva conto di quanto importante fosse la conoscenza per il Capo dei Rhiel e molti dei testi che conservava erano pezzi unici, impossibili da recuperare.

Cautamente si mosse nella stanza che conosceva bene, aggirando le sedie dallo schienale rigido e calpestando il morbido tappeto persiano; c'erano pile di libri e plichi di fogli sparsi sul tavolo e sulle poltrone davanti al camino, volumi pregiati dietro le vetrinette delle librerie, pergamene attentamente arrotolate allineate come bottiglie di vino costoso, ma non riusciva a scorgere le cartine di quella mattina da nessuna parte. Questo confermava la sua idea che non dovessero essere viste da nessuno, neppure per errore; dove poteva averle nascoste? Per un attimo il ragazzo fissò la porta che conduceva alla stanza da letto di Ombra, il posto più sicuro dove lasciare qualcosa di così prezioso e misterioso, ma esitava ad invadere così apertamente la sua privacy. Avrebbe preferito trovare qualcosa di incriminante nello Studio...e se non c'era nulla tanto meglio. Non era sicuro di volere un'arma da usare contro Ombra, perché anche solo conoscere un suo segreto lo avrebbe reso un possibile traditore e non aveva alcuna intenzione di ribellarsi ai Rhiel; la sua vita andava benissimo così come era.

Mentre camminava lentamente, la candela sollevata per illuminare i dorsi dei libri negli scaffali, si chiese se il segreto di Ombra potesse in qualche modo essere collegato alla visita di Natasha; era piuttosto naturale che dovessero parlare di come gestire in armonia i loro regni, ma Ombra di solito non si spingeva oltre la mera cortesia di facciata, mentre con la Fata sembrava fin troppo gentile. Forse stava correndo troppo con la fantasia, come gli capitava a volte. Forse avrebbe solo dovuto ammettere a se stesso che quelle che aveva visto quella mattina erano stupide cartine dei Regni demoniaci che Ombra conservava per una sua mania di controllo, che dopotutto era plausibile visto tutti i Demoni Superiori che lo accerchiavano.

Sospirò, appoggiandosi alla scrivania, scuro in viso: dovevano essere da qualche parte, però. N Non poteva averle nascoste troppo attentamente se era stato occupato ad intrattenere Natasha quel pomeriggio... doveva averle lasciate... sollevò la testa di scattò, tendendo il braccio in avanti: il cerchio di luce della candela illuminò un angolo della stanza, la finestra chiusa e il braccio di metallo cesellato che reggeva una torcia spenta;  su una sedia di velluto rossa era gettata una sacca di pelle dall'aria trascurata, che poteva contenere delle vecchie lettere o qualche altro oggetto poco importante. O almeno, quella doveva essere l'impressione che dava ad un primo sguardo; ecco un'altra lezione che Ombra gli aveva insegnato: a volte per evitare che qualcuno trovi qualcosa, la tattica migliore è metterla in piena vista.  Lilieth sogghignò.-Cosa abbiamo qui?- si avvicinò a passi leggeri, sollevando la bisaccia per la tracolla e facendola dondolare. Era pesante: più di qualche lettera, di sicuro; la aprì e diede un'occhiata al suo interno. Sorrise soddisfatto.- Trovato.

La prima cosa che gli capitò per le mani mentre frugava attentamente fu il libro di fiabe di quella mattina; lo mise da parte aggrottando le ciglia ed estrasse un plico di fogli disordinati, quelli che aveva letto distrattamente. Li sistemò sulla scrivania, appoggiando la candela  ad un sostegno  che pendeva dal muro per avere un po' più di luce e li studiò, le cigli aggrottate.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now