Capitolo 11.-Domande scomode nella tempesta

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Matthew entrò nella stanza di Calendula portando il vassoio della cena in bilico sul braccio; una Guardiana in cucina si era offerta di aiutarlo, nonostante fosse la sola addetta alla cena e stesse cercando di capire come si spennava un tacchino, mentre attorno a lei una decina di pentole sobbollivano sommessamente. Il ragazzo aveva declinato e aveva preso il vassoio, uscendo dalla cucina prima che qualcosa potesse esplodere; immaginava che la situazione fosse piuttosto stressante per le circa 5oGuardiane che vivevano nell'Eremo. Avevano scelto una vita di relativo isolamento e ora si erano trovate a dover ospitare Rifugiati provenienti dal Cocito ed Armati; come se la notizia della caduta del Muro non fosse stata abbastanza, avevano scoperto in poche ore che anche la Casa Americana era stata rasa al suolo. E che ora dovevano prendersi cura a tempo indeterminato di alcuni ospiti: probabilmente il panico era la reazione più adatta, in effetti.

Calendula si mise seduta non appena il ragazzo si chiuse la porta alle spalle, posando il libro che stava leggendo sul comodino; Beth aveva lasciato loro la sua stanza. Matthew immaginava che comunque non dormissero molto, nè lei nè Jamie e in quel momento erano entrambi troppo indaffarati a cercare di preparare le stanze degli ospiti, che erano state riempite di mobili accatastati anni prima. Matthew aveva chiesto loro se volevano una mano mentre scendeva in cucina in cerca della cena per Calendula, che era tropo debole per scendere nella Sala da Pranzo, ma le Guardiane avevano detto con sicurezza che potevano cavarsela da sole; era tipico del loro modo di pensare il cercare di evitare ad ogni costo l'aiuto di estranei nel loro Eremo.

-Stanno bene? Zefira, Andrew ed Evelyn.- chiese subito la ragazza mentre lui sistemava il vassoio accanto al letto. Matthew annuì.-Stanno cenando. Almeno, credo che riusciranno a cenare quando la Guardiana in cucina capirà come funziona un tacchino.

Calendula soffocò una risatina.- Dovrei andare ad aiutarla. Mi sento bene.

Lui scosse la testa.- Kahius ha detto che devi riposare e Beth concorda.-le scoccò un'occhiata, mettendole la ciotola di zuppa in mano con delicatezza.- E poi ho provato ad offrirmi anche io di dare una mano...non vogliono. Sai come sono fatte.

-Beh, ma dovremmo sdebitarci in qualche modo.- Calendula giocherellò con la zuppa di zucca immergendovi il cucchiaio e rigirandolo pensierosa.-Mi sono sempre chiesta come facesse Chase a preparare la cena per tuti quei Discepoli. Quando sono arrivata, intendo dire.

Mattew sedette sul bordo del letto, accarezzandole delicatamente la schiena. Beth le aveva prestato un vestito, che lasciava intravedere la pancia tonda.-Beh lo aiutavamo tutti. Io, Jamie, Beth, Alex...scendevamo in cucina da lui quasi ogni giorno.

-Sì, eppure è sorprendente. Tutto quello che Chase faceva ogni giorno, la cura che si prendeva di voi e della Casa.-lasciò cadere il cucchiaio, appoggiandosi alla pila di cuscini alle sue spalle.- Credi che stia bene?

Matthew esitò; per prendere tempo raccolse il cucchiaio abbandonato e assaggiò un sorso di zuppa: aveva un sapore dolciastro che gli diede la nausea, ma era anche calda. Deglutì e si guardò attorno: le stanze dell'Eremo erano tutte uguali. Quella della Madre della Pace non era nè più grande, nè più lussuosa: un semplice letto con un piumino, cuscini morbidi, un armadio e una scrivania con un paio di poltrona; qua e là erano disseminate pile di libri e un paio di spade, probabilmente di Jamie, erano appoggiate accanto al caminetto acceso. L'unica finestra era serrata e le imposte chiuse per evitare che il vento penetrasse attraverso gli infissi. Alla fine non potè più evitare di rispondere alla domanda: non c'era davvero nulla che potesse distrarre Calendula.

-Non lo so.- ammise candidamente, baciandole la fronte.-Non ho idea se possa essere scappato. Ma sarebbe venuto a cercarci, no? Se fosse...se non fosse...

-Sì.- Calendula si posò le mani sulla pancia, osservandole.- Eppure...Matthew, penso sia lui che mi ha salvato. Dormivo nel mio letto, come posso essermi trovata in Giardino? Deve essere stato lui.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now