Capitolo 4.- Armati, Rifugiati e Adepti

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Portus osservò per qualche secondo il cancello e si strinse nelle spalle.- Dovrei suonare? O bussare? Qualcuno sa quale sia la procedura?

Andrew gli scoccò un'occhiata, poi tornò ad osservare il giardino; notò solo allora delle persone che stavano pulendo il manto erboso dalle numerose foglie secche: dovevano essere Armati, pensò con un brividino.-Forse basterebbe chiamare loro. Sembrano... 

Ma prima che potesse finire la frase, Zefira si era alzata in punta di piedi, tirando una lunga cordicella argentea che pendeva accanto al cancello. I due ragazzi la fissarono e lei arrossì appena.- Beh, ho solo suonato il campanello, non guardatemi così!

Andrew osservò di nuovo il giardino e si rese conto che due delle figure si stavano avvicinando correndo; anche gli altri avevano smesso di lavorare per guardare la scena, ma nessuno aveva lasciato la sua posizione. Portus deglutì nervosamente.- Accidenti, ma quelle sono...ragazze!

Zefira gli scoccò un'occhiataccia, ma Andrew era sorpreso quando l'altro Adepto: tra i Rhiel non c'erano guerrieri donna. Invece le due Armate che si stavano avvicinando erano certamente delle ragazze: quella più vicina era bassa, con una lunga gonna bianca che il vento sollevava attorno alle gambe pallide mentre correva verso il cancello; i capelli neri erano sparsi sulle spalle e non sembrava una grande minaccia: non aveva nulla a che vedere con Alysia, pensò Andrew. Si era aspettato che tutti gli Armati, nessuno escluso, fossero dei guerrieri minacciosi che lo avrebbero messo a disagio con una sola occhiata, ma quella ragazza invece aveva un aspetto delicato del tutto fuori luogo. La seguiva a breve distanza una donna appena più alta, slanciata, con i capelli raccolti in una coda alta e una specie di completo nero che la copriva dal collo alle caviglie, fasciandole le cosce.

Zefira sbuffò appena, posando la mano delicata sul cancello e stringendo una delle sbarre.- Avete entrambi la bava la bocca! Portus, tu sei anche fidanzato!

Il ragazzo arrossì violentemente ed il pensiero di Viole parve farlo tornare in sè.- Sì, lo so. Ero solo...sorpreso, ecco.

La giovane gli rivolse un'occhiata glaciale.- Sì, certo. Sorpreso.

Andrew non potè evitare una risatina nervosa.-Ti aspettavi un uomo, vero?

Portus aveva l'aria esasperata.- Pensavo di arrivare alla Casa e parlare con il Tutore, non con due Armate qualsiasi!

L'Adepto si strinse nelle spalle mentre le due figure rallentavano la loro corsa; erano ormai a portata d'orecchio e preferì non ribattere, ma dentro di sè credeva che gli Armati non guardassero al sesso di una persona, tuttalpiù alla sua abilità come stratega per eleggerlo Tutore. Comunque, nessuna delle due ragazze aveva un'aria autoritaria: quella con la gonna bianca li osservava incuriosita mentre si avvicinava lentamente e nello scorgerla Spartacus nitrì; non era il suono melodioso a cui i ragazzi erano abituati, ma qualcosa di più animalesco, primordiale...come un urlo di gioia spontaneo, venne da pensare all'Adepto.

-E voi chi sareste?-l'Armata vestita di nero li fissava da oltre le inferriate, le braccia incrociate sotto al seno; aveva lo sguardo affilato di certi predatori e Andrew decise che non sarebbe mai andato d'accordo con nessun membro dell'Ordine: lei era esattamente come si era sempre figurato un Armato. E i suoi occhi castano chiaro non aiutavano. Li squadravano come se fossero una sorta di fenomeno da baraccone: era peggio delle occhiate distratte degli Umani, perchè lei doveva sapere che erano parte del suo mondo, dato che vedevano la Casa. -Cosa fate qui?

Zefira esitò, osservandola con aria preoccupata; alla luce del sole aveva l'aria malaticcia di chi non è mai stato nutrito abbastanza.- Noi veniamo dal Coc...Cocito.

La seconda ragazza fece un passo avanti, il capo inclinato di lato; aveva un viso gentile e sembrava del tutto innocua.- Dal Cocito? E come siete arrivati fin qui?

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now