Capitolo 13.- Prigioniera

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Lilieth. Quel nome non le diceva nulla, eppure Alysia ebbe un brivido: non poteva essere altri che lui. I Rhiel dopotutto spesso assumevano una nuova identità una volta accettati in quel gruppo... Anche lui doveva essersi lasciato la sua vita precedente alle spalle; non sapeva prevedere quale sarebbe stata la sua reazione se gli avesse detto che conosceva il suo segreto e non era per nulla sicura che l'avrebbe aiutata nella sua missione.

Doveva procedere con cautela.

Dopo qualche secondo avvertì un leggero movimento e il cavallo si mise in cammino, stanco per la corsa sfrenata di poco prima; avvertiva l'energia vitale degli altri animali accanto a loro, ma non poteva vederne le anime: credeva che gli animali avessero un'essenza complessa quanto gli uomini, ma lei non era sensibile abbastanza da percepirla nella sua interezza, poteva solo intuire i loro sentimenti o la loro presenza.

Una volta aveva visto le anime dei gabbiani al molo, però; aveva creduto fosse un segno positivo, ma la sua vista non era mai migliorata.

Sin da quando era nata, non poteva vedere che le Anime di ciò che la circondava e talvolta non abbastanza chiaramente; il suo Occhio interiore, avrebbero detto le Fate, non funzionava poi tanto bene. Non poteva: erano le Ali che lo rendevano nitido e acuto.

E Alysia non aveva le Ali.

Forse sua madre avrebbe potuto dirle qualcosa di più sul Mondo attorno a lei, sui pericoli, i colori, le figure dei Rhiel e dei loro cavalli, ma non era lì.

Alysia si sentiva sola improvvisamente, abbandonata a se stessa, lontana da casa e dalla sua famiglia, senza neppure essere certa di poter tornare: senza Legame come sarebbe arrivata alla Casa? Se avesse fallito nella sua missione, cosa avrebbe fatto Galway? Avrebbe trovato un'altra disposta a rischiare la vita ad Edom? Si sarebbe dovuta arrendere all'evidenza che quella faccenda era troppo più grande di lei? Si sarebbe pentita di aver consegnato il suo destino nelle mani inesperte di Alysia?

Anche se sapeva combattere e aveva una buona conoscenza dei Regni Demoniaci, Alysia non aveva mai lasciato il nido da sola prima di allora: era nata nella Casa Russa, aveva viaggiato con sua madre, aveva fatto visita a dei Tutori che la accettavano; ed in tutti quegli spostamenti Galway o sua madre erano con lei. Non si sarebbero mai sognate di lasciarla sola davanti alla vastità del mondo oscuro che per lei non aveva confini.

Adesso invece era sola.

Bel primo viaggio, si disse quasi divertita: dritta all'Inferno. Dritta tra le braccia di un Mercante di Schiave, dritta all'Asta senza passare per altro posto che non il Mercato. Nessuna possibilità di scappare e liberarsi, cercare il passaggio segreto e compiere la sua missione.

Nessuna possibilità di riuscita in quella dannata follia.



-Basta così!-esclamò Lilieth scocciato alle sue spalle; teneva le braccia attorno al corpo della ragazza, stringendo forte le redini per governare il cavallo non suo, che pareva impaziente e nervoso. Il suo tono divenne basso e pericoloso, come poco prima: le parlava all'orecchio, irato.- Smettila di agitarti, oppure ti legherò al cavallo e ti trascinerò. Mi stai infastidendo.

Alysia esitò, lottando contro il buonsenso che le imponeva di stare zitta: Lilieth la angosciava. Sentiva che una parte di lui la voleva vedere soffrire e non avrebbe saputo dire quanto fosse sotto controllo. Ma se voleva cercare di farselo amico ed alleato non poteva sottomettersi alla sua imperiosità.- Non lo faccio apposta, sono scomoda. Non posso reggermi da nessuna parte, mi hai legata!

Lui strattonò le redini ed il cavallo scartò nervosamente a destra con un nitrito, prima di avviarsi al piccolo trotto, distanziandosi dagli altri; le anime degli altri Rhiel divennero sempre più piccole mentre Lilieth faceva procedere il cavallo a velocità sostenuta.- Non lo avrei dovuto fare se non fossi scappata come una bambina dal tuo nuovo padrone Chelis.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now