Capitolo 9.- Una nuova vita

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L'Infermeria al primo piano della Casa fu l'ennesima sorpresa per gli Adepti in quella giornata che sembrava durare molto più del normale; era la prima volta in cui Andrew vedeva un posto del genere e ne era completamente rapito: si trattava di una grande stanza rettangolare, disseminata di morbidi letti con cuscini di piume, finestre regolari le cui tende erano tutte aperte per far entrare la luce del pomeriggio e sedie e comodini di legno chiaro; Matthew aveva deposto con delicatezza Calendula in uno dei tanti letti liberi e poi era scomparso dietro la solo porta dell'Infermeria oltre a quella d'ingresso, da cui era emerso un paio di secondi più tardi seguito da un satiro. Kahius, come venne distrattamente presentato ai ragazzi da Alex, era il Guaritore ufficiale della Casa, qualsiasi cosa volesse dire esattamente; davanti ai visi perplessi degli Adepti, Matthias aveva soggiunto che era una specie di dottore che avrebbe dovuto farli stare meglio, un concetto ancora più ostico che aveva lasciato perplesso Andrew. Tutti loro sapevano che esistevano delle pozioni capace di curare le malattie o far sparire il dolore, ma i Rhiel non ne usavano; forse ombra ne conservava qualcuno e di certo Icaro doveva averne una bella collezione a detta di Portus, ma non venivano usate di norme, se non per dei casi speciali. Anche loro avevano un'Infermeria, ma di solito andarci non è sinonimo di guarigione: semplicemente si sperava che il dolore si affievolisse, che le cicatrici smettessero di bruciare e le ferite si rimarginassero. Forse gli Armati non sapevano dialogare con la morte e le mutilazioni quanto i Rhiel: dopotutto, i loro nemici erano un pericolo costante e non potevano permettersi di perdere tempo a guarire lentamente.

-Mi spieghi di nuovo quella cosa su come funziona le erbe magiche?-Jaden stava osservando con espressione rapita la sua caviglia rotta che si sgonfiava rapidamente mentre la pomata che Khaius aveva applicato faceva effetto.- Sono una fata anche io, credi che potrei coltivarle?

-Certamente.- il satiro stava controllando la gamba di Grun, gli occhi socchiusi.- Questa è una ferita vecchia, ragazzino. Come te la sei procurata?

-Lui è caduto in una macina da bambino.- intervenne Violet; era illesa, ma stringeva tra le mani una tazza di tè forte e sembrava pallida. Portus le cingeva le spalle con un braccio, guadagnandosi delle occhiatacce da Dunkel, seduto su una sedia accanto al loro letto.-Gli si è storta la gamba.

Kahius pareva non crederle.- A me pare un difetto che aveva già alla nascita. La gamba è quasi senza muscoli.-si voltò ad osservare la stanza semideserta; su uno dei letti in fondo alla parete, sedeva una figura che guardava fuori dalla finestra, distratta.- Evelyn, potresti aiutarmi? Te la senti?

La figura si voltò e si alzò, scalciando le coperte; Andrew non faticò a riconoscere in lei una Fata del Convento: indossava un morbido abito di seta e aveva i capelli luminosi sparsi sulla schiena. Vagamente si chiese se anche le Fate oscure che avevano visto nel parco fossero state così, un tempo e cosa potesse averle rese grige marionette prive di volontà. Rabbrividì mentre la Fata si avvicinava.- Certamente. Vuoi che cerchi di curare la gamba?

Kahius scosse la testa, accennando a Zefira, che sanguinava copiosamente.- No, la spalla della ragazza.

Evelyn annuì e si avvicinò, sorridendo.- Togli pure la mano, così posso esaminare la ferita.

Matthew sedette accanto ad Andrew, nel letto di fianco a quello di Calendula, osservandola; si era addormentata mentre tornavano alla Casa e Kahius le aveva dato una pozione non appena erano entrati in Infermeria. Non apriva gli occhi da allora: sembrava che stesse dormendo profondamente, le labbra socchiuse. Non riuscì ad evitare di chiedere a Matthew quello che stava domandandosi da ore.- Starà bene, vero?

L'Armato gli scoccò un'occhiata e sorrise.- Oh, sì. Khaius si prenderà cura di lei, vero?

Il satiro strinse le labbra in una linea dura.- Dovresti cercare di evitare che corra rischi, soprattutto ora.- si chinò sul corpo esamine della giovane e le sfilò la maglietta leggera, posandola sul comodino e sfiorandole il costato con delicatezza; lei gemette nel sonno, aggrottando le fronte.- Sì, ha due costole rotte e direi che almeno sei sono incrinate.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora