Capitolo 21.- Incontri all'alba

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Il giorno dopo, quando ormai i riflessi della luce esterna sulle rocce indicavano che doveva essere passata da un pezzo l'alba nel Mondo Umano, Lilieth uscì dalla sua casetta isolata con il fermo proposito di scoprire cosa ne fosse stato di Alysia durante le notte.

Faceva ancora freddo: il sole non sorgeva nel Cocito e l'aria era meno sferzante solo perché non arrivava più della Voragine, ma dalla Foresta. Appese la torcia al sostegno nel giardino, guardandosi attorno: era un paesaggio morto e deprimente, ma quella mattina rispecchiava in pieno lo stato d'animo del Rhiel. Si strofinò gli occhi gonfi dopo la nottata insonne e sbadigliò: provava raramente il bisogno di dormire, ma le ore passate a rigirarsi nel letto lo avevano spossato più dei combattimenti contro i Demoni.

Quello che gli aveva detto Alysia era sconvolgente e incredibile: Lilieth non sapeva se quella ragazzina fosse affidabile o meno.

Continuava a dirsi che poteva aver mentito per guadagnare tempo, che doveva aver rivelato il suo segreto a Chelis e si aspettava quasi di veder comparire un gruppo di Rhiel che lo cacciasse dal Villaggio e dal Regno, ma la strada che scendeva verso la Palizzata era tranquilla e non si vedeva un'anima.

L'ipotesi peggiore era che Alysia dicesse la verità.

La possibilità che esistesse davvero un modo per distruggere l'Ordine e che qualcuno ne fosse a conoscenza lo affascinava e spaventava; era come avere una tigre in camera da letto; esotico, ma letale.

Non poteva impedirsi di immaginare un mondo diverso da quello che emergeva dalle informazioni spezzate di cui disponeva: anche dalle parole di Alysia gli pareva che gli Armati stessero facendo della Purezza una sorta di perversa ideologia e che avrebbero eliminato ogni Impuro o Contaminato, arrivando a disprezzare anche esseri come le Fate. Lilieth continuava a fantasticare di un Mondo dove l'Ordine non esisteva più, eppure gli Umani prosperavano e vivevano grazie all'aiuto delle Fate e dei Rhiel come lui.

Naturalmente, era solo una stupida fantasia: Ombra non voleva avere nulla a che vedere con gli Umani, oppure non sarebbe andato in esilio volontario all'Inferno. E comunque, niente dimostrava che l'Ordine fosse in pericolo se non le parole di una Impura terrorizzata; non era esattamente una prova schiacciante e Lilieth cercò di accantonare quei pensieri senza direzione.

Ispirò l'aria fredda della mattina e rabbrividì, avvolto nel mantello; si era vestito di tutto punto e intendeva andare da Chelis prima di fare colazione. Doveva sapere cosa ne era di Alysia, se aveva parlato con il padrone e se diceva la verità circa il Giudizio, qualsiasi cosa fosse. Avrebbe voluto sentirsi freddo ed insensibile, pronto ad affrontare il suo destino, ma in realtà era malinconico e la sua mente continuava a tornare alla scena della notte prima: quella ragazza era sembrata allo stesso tempo inerme e pericolosa; dentro di lui, non poteva scacciare la sensazione che fosse suo dovere proteggerla.

Dopotutto, Lilieth restava il figlio di suo padre: quel bisogno di proteggere la bellezza a volte riemergeva ancora, nonostante tutto.

Stavolta, però, il ragazzo sapeva che quel suo desiderio era dettato da qualcosa di diverso che non un istinto naturale: era colpa della pozione di Natasha.

La notte precedente, dopo essere tornato a casa incupito e preoccupato, aveva preso la piccola ampolla e alla luce del fuoco morente l'aveva osservata a lungo; da quando aveva circa sette anni doveva assumere a cadenza regolare quello strano intruglio, il cui sapore l'avrebbe probabilmente perseguitato tutta la vita.

All'inizio era stato Ombra a portarlo al bambino, dicendogli che era un regalo dei genitori; Lilieth, che ai tempi ancora sperava che loro lo avrebbero fatto tornare a Casa con Matthew se fosse stato bravo, aveva sempre bevuto diligentemente il contenuto delle ampolle.

A dodici anni aveva scoperto che in realtà era Natasha a creare quella pozione per mantenere l'equilibrio nella sua Anima e che i suoi genitori non ne sapevano nulla. Da quando era un Rhiel ufficialmente andava lui stesso a recuperare la preziosa pozione da Natasha.

Non aveva idea di cosa contenesse: le Fate conoscevano erbe che erano ignote a tutti gli altri; la bevanda aveva un sapore amaro ed era di un colore incerto, sospeso tra grigio e azzurrino. Era densa e vischiosa, con un retrogusto dolce dovuto allo Zucchero di Miele: Lilieth lo riconosceva perchè da bambino spesso Cecily glielo aveva prescritto. Veniva usato per ridare energie: da piccolo adorava berlo mescolato al tè o al latte, ma ormai il sapore gli dava la nausea.

La pozione lo nauseava: nascondeva il problema, rendendolo peggiore. Creava un equilibrio che sarebbe stato facile spezzare. E che un giorno sarebbe necessariamente venuto meno: prima o poi una parte della sua anima avrebbe vinto e l'altra perso.

-Buongiorno.- si voltò, irrigidendosi: nessuno si avventurava verso casa sua senza un motivo, tanto più di mattina. Lilieth viveva ai margini della Foresta e non molti Rhiel volevano approfondirne la conoscenza; era un intrico di rami, radici a tronchi spezzati di alberi, che si estendeva per quasi tutta la superfice conosciuta del Cocito, fino ai margini della Voragine. Girava voce che fosse stata maledetta da Lucifero per punizione contro Ombra ed i suoi uomini, che avevano preso possesso di parte del suo Regno, ma Lilieth la considerava una semplice leggenda; molti però avevano paura e si limitavano a seguire il sentiero che dalla Voragine portava al Villaggio e viceversa.

Il giovane invece cavalcava con Spartacus nelle sperdute piane oltre gli alberi carbonizzati, dove le rocce che formavano la cupola si ergevano solitarie, e godeva alla vista dei resti delle città che i Demoni aveva costruito prima di unirsi a Lucifero nella Voragine; probabilmente solo Ombra oltre a lui li aveva potuti ammirare.

Se qualcuno era da lui di prima mattina, poteva essere segno che Alysia aveva parlato troppo. I suoi occhi si soffermarono su una figura incappucciata, appoggiata al muretto che delimitava il giardino, con espressione di divertito disprezzo.

Griff.


-Cosa vuoi a quest'ora?-chiese Lilieth duramente, cercando di dissimulare il panico che lo aveva aggredito.- Non ho cibo extra.

La Fata aveva un sorriso storto sul volto sfigurato e i suoi occhi rossi scintillavano in modo perfido, senza che ci fosse una vera ragione: la Fata aveva sempre uno sguardo crudele ed affilato, come se meditasse per tutto il tempo metodi di tortura sofisticati. Alzò un sopracciglio.- Ti ho spaventato? Sei palliduccio.

Lilieth si irritò, fissando il Rhiel, ma lui distolse velocemente lo sguardo e fece dondolare un po' la testa, ridendo. Il ragazzo strinse i pugni lungo i fianchi.- Stavo aspettando una persona.- mentì spudoratamente.- Tu cosa fai sveglio all'alba?

-Ho bevuto troppo e ho pensato che una passeggiatina mattutina mi avrebbe aiutato.- disse allegro, ma nei suoi occhi passò un'ombra; stava nascondendo qualcosa, ma Lilieth non sapeva cosa potesse essere: era andato alla Voragine di nascosto?Ma per fare cosa? Il ragazzo decise di non indagare.

-Immagino funzioni.- fu la risposta sbrigativa. Griff sorrise appena, studiandolo; Lilieth si calò il cappuccio del mantello sul viso ed attraversò il giardino per sellare Spartacus. Ancora risentito per la cavalcata notturna, il cavallo lo guardò appena con la coda dell'occhio; il Mercenario spezzò il ghiaccio nell'abbeveratoio e lui vi tuffò grato il muso, ma sembrava ancora risentito. Visto che la Fata non dava segno di andarsene, Lilieth iniziò a perdere la pazienza.- Posso aiutarti in qualche modo, Griff?

Il Rhiel riflettè un istante, seguendo i movimenti del ragazzo che stringeva la sella ed il sottopancia al cavallo, controllando che le bisacce fossero piene di avena e altri oggetti fondamentali; accarezzò il collo robusto di Spartacus, che nitrì appena. Alla fine Griff parlò.- Cosa combinavi ieri notte nella casa di Chelis?

ANGOLO DELL'AUTORE

Anche se inizio l'UNiversità non vi abbandono pinguini :3 Primo aggiornamento da Bergamo u.u Divertitevi :3

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now