Parte 1: Capitolo 1.-Il nuovo Edom

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Il Mercato era un posto disgustoso, forse il peggiore che si potesse trovare in tutti i Mondi, mille volte peggio degli anfratti più oscuri degli Universi più reconditi.

Si teneva a cadenza regolare, di solito ogni due o tre giorni, nella parte malfamata di Edom, lontano dal Convento e dalla luminosa aurea di energia delle Fate, ai limiti del Muro nel punto più lontano dall'influenza benefica di quegli esseri: non esattamente nel Buio, ma neppure nella Luce.

A volte lo si definiva il Mercato Grigio: i Rhiel lo facevano spesso ed erano anche i più assidui frequentatori di quel posto infame.

Il ragazzo avanzava ad ampie falcate, lo sguardo fisso sul Muro che si avvicinava, stagliato conto il cielo rosso cupo; era stato eretto più di trent'anni prima per dividere definitivamente le Fate Oscure, quelle che avevano aiutato Armenia durante la Guerra di Edom, dalle Fate del Convento, le Fate delle Luce, come erano state chiamate dagli Armati nelle loro storie; da un lato la Luce, dall'altra le Tenebre in cui traditori e sconfitti erano obbligati a vivere, senza possibilità di andarsene... a meno di voler essere cacciati da quelli come lui, uccisi o riportati nella loro disgustosa prigione.

Comunque, erano ormai anni che nessuno varcava il confine tra quei due mondi e neppure i Rhiel sapevano esattamente come andassero le cose oltre quella barricata di pietra nera che si ergeva per oltre sette metri, proteggendo Edom dall'influsso degli esseri che erano stati confinati al loro interno.

Mentre lo osservava, al ragazzo parve che ci fossero delle fenditure nella parte più alta, ma forse era solo uno scherzo della luce rossastra; si guardò irritato attorno, il volto completamente nascosto dal cappuccio del pesante mantello invernale. 

Aveva caldo: Edom era afoso rispetto al Cocito dove viveva di solito.

Al giovane non piaceva quel Regno, non gli era mai piaciuto, ma aveva bisogno di qualcosa che poteva trovare solo lì, solo al Mercato Grigio. Si guardò discretamente alle spalle per accertarsi che nessuno l'avesse seguito, ma sapeva già che i suoi compagni di viaggio erano interessati ad una zona molto precisa del Mercato e che si sarebbero diretti subito lì.

Lui invece doveva cercare una persona in particolare e non aveva molto tempo a sua disposizione.

Quel giorno le strade strette dove si accalcavano le bancarelle erano affollate e molti lo urtavano mentre sgomitavano per passare per primi; l'irritazione cresceva in lui di pari passo con la rabbia, soffocando ogni altro sentimento. L'odore di terra, sangue e sudore gli dava il voltastomaco; il calore lo opprimeva.

 Sentiva le urla di richiamo dei venditori e ne era infastidito, come un leone dalle mosche che gli ronzino attorno.

Un uomo che trascinava una fila di Schiave completamente nude gli tagliò la strada e lui dovette attendere che passasse; le ragazze al suo seguito, le mani legate tra loro, arrancavano in fila indiana, i visi sfiniti e terrorizzati: alcune erano Fate, con ali rotte e sanguinanti che trascinavano nella polvere, altre Umane che singhiozzavano, alcune avrebbero potuto essere Figlie di Demoni minori, serie e dagli occhi vitrei, con strane corna di osso e code squamose che si agitavano debolmente.

L'ultima della fila alzò la testa mentre lo superava e i loro occhi si incontrarono: quelli della giovane erano bianchi, malinconici ma orgogliosi e in qualche modo fieri; sbattè le ciglia fissandolo, ma presto il mercante diede uno strattone alla corda e lei inciampò, abbassando la testa.

Lui distolse lo sguardo dal suo viso sofferente, annoiandosi e puntandolo sulla sommità del Muro fino a che il passaggio non fu di nuovo libero.

Aveva sempre odiato le schiave, ma sapeva che era impossibile andare al Mercato Grigio senza incontrarne alcune. 

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz