Capitolo 14.- Domande pericolose

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Il Mercenario si irrigidì nell'udire quelle parole che non promettevano nulla di buono; Alysia era più pericolosa di come sembrasse ad una prima occhiata: era stata capace di scappare in un posto sconosciuto come Edom, senza poter vedere nulla ed ora continuava a provocarlo con frasi sibilline che lo facevano andare fuori di testa. Iniziava a meditare sull'idea di uccidere lui la ragazza, anche solo per tappare quella bocca insolente e fastidiosa.

Ovviamente, sarebbe stato un crimine agli occhi dei Rhiel più anziani e uno spreco di forze: Chelis avrebbe provveduto entro la mattina seguente.

Ignorò la voce melodiosa della Schiava, concentrandosi sulla discesa arida che portava al Deserto Nero.

Non gli piaceva il cavallo nervoso di Chelis: era una bestia bella e sana, ma impaziente e che pareva non amare cambiare cavaliere; sentiva la mancanza del suo Spartacus, che calcava il terreno duro coi suoi zoccoli pochi passi dietro di lui, mentre Griff e l'altro Mercenario erano intenti a parlare della possibilità di ottenere una nuova missione entro l'indomani; come molti Rhiel amavano il sangue e l'avventura, odiavano restare al Villaggio troppo tempo.

La vita monotona non faceva per quelli come loro: non avrebbero mai scelto di essere altro che Mercenari nella loro esistenza.

C'era tanto da fare nei Regni Demoniaci che non era difficile passare mesi lontano dal Villaggio, in luoghi sempre diversi; non serviva piantare radici se si era un Rhiel, ma Lilieth era stanco e desiderava solo un po' di pace prima di tuffarsi in una nuova avventura: valutò l'idea di passare un paio di settimane tranquille, magari senza muoversi di casa. Non se la sentiva di affrontare un altro Demone che era scappato o uno Schiavo furioso che cercava di ucciderlo: non era nello stato d'animo adatto. Forse aveva solo bisogno di bere la pozione e porre un freno alla lotta tra Luce ed Oscurità.

-..problemi ad Obsuria.- stava dicendo Griff.- Potrebbe essere un buon punto di partenza per trovare qualche cliente...

Di solito i Rhiel venivano contattati direttamente al Villaggio, tramite una fitta rete di Schiavi e messaggeri di altri Mondi, ma poteva capitare che fossero reclutati anche mentre tornavano a casa; Lilieth sperò che nessuno avesse del lavoro per loro: non intendeva portarsi appresso una Schiava ribelle in chissà che missione pericolosa.

Il movimento leggero di Alysia davanti a lui lo disturbava più di quanto fosse disposto ad ammettere: dondolava incessantemente, le sue spalle che urtavano contro il suo petto, la testa che cozzava con la sua spalla. Avrebbe voluto ordinarle di non muoversi, ma sapeva che non poteva reggersi a dovere con le mani legate dietro la schiena; avrebbe dovuto slegarla, ma non poteva permettersi di lasciarla scappare.



Il cavallo di Chelis nitrì a testa bassa mentre il Deserto si avvicinava, forse avvertendo le anime dei dannati che già sussurravano i loro lamentosi moniti ai viaggiatori; era come sempre, una striscia di oscurità senza confini, densa e nebulosa insieme, di cui era impossibile individuare un inizio o una fine.

Un luogo di orrore e perdizione.

Ebbe un brivido e piantò le punte degli stivali nei fianchi dell'animale con violenza voluta, facendolo scattare in avanti con un suono di dolore che lo fece rabbrividire; Alysia sussultò, rischiando di scivolare di lato, ma le braccia del Rhiel attorno le impedivano di cadere.

In pochi secondi c'era già una notevole distanza tra lui e i suoi compagni di viaggio, che però non parvero turbati: Lilieth era noto per la sua indole solitaria. Era uno a cui di solito piaceva lavorare, vivere e viaggiare da solo.

Era una coincidenza che fossero stati assunti tutti e tre per quella missione e lui avrebbe preferito operare senza l'aiuto di nessuno, ma il cliente non aveva voluto rischiare; ormai, però, poteva tornare a essere se stesso.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now