Capitolo 37.- L'alleata di Griff

74 3 6
                                    


Hen si chiuse la porta di metallo alle spalle, infilandosi velocemente la chiave nello scollo della veste; la portava legata al collo con una sottile catenella d'argento e l'occhio attento di Lilieth valutò che strapparla sarebbe stata facile.Ma la Fate Oscura e Myi-ling si erano già messe davanti all'unica uscita, le spade in mano e sbarravano il passo ai due prigionieri. Non potevano scappare, non ancora.

-Dove siamo?-chiese distratto il ragazzo, guardandosi attorno; era una stanza piuttosto ampia che a giudicare dai contorti irregolari delle mura e dai paletti di legno messi a mo' di sostegno, era stata ricavata unendo almeno un paio di stanzette più piccole. Qua e là c'erano altre Fate Oscure che lo fissavano, tutte con delle lance e altre armi in mano; le più fortunate avevano delle vere spade che probabilmente dovevano essere un oggetto molto prezioso in quella specie di mondo sotterraneo.

-Siete nella sala principale.-Hen fece un cenno ed un paio delle Fate che li fissavano si fecero avanti, camminando scalze sulla pietra lavica impolverata.- Ora vi porteremo dalla nostra Padrona. Qui è dove attendono i suoi più fedeli servitori in attesa di udienza, quindi non crediate di poter scappare tanto facilmente. Questo posto è un labirinto in cui vi potreste facilmente perdere fino a morire di fame.

Lilieth scoccò un'occhiata alla porta che conduceva al corridoio principale e poi a quelle misteriose che si aprivano in quella specie di stanza dalla forma irregolare: era come se a partire delle segrete del Palazzo di Epoh le Fate Oscure avessero costruito un intera città...una sorta di formicaio sotterraneo. E lì viveva la loro padrona.Alysia si morse un labbro.- Non hai ancora un piano, eh?

-No.- mormorò lui in risposta e tirò piano la cordicella che li legava per farla avanzare; si era aspettato che Myi-ling ed Hen rimanessero di guardia alla porta, invece il loro posto venne preso da altre due Fate, armate di Herese, e le due li seguirono: volevano prendersi il merito di quella cattura. Probabilmente era per questo che si era annunciata prima di aprire la porta: per far sapere a tutti che era lei ad aver portato quelle prede succose.- Dì un po', hanno tutti una chiave come la tua? O sei una specie di caporale che ha poteri speciali?

Hen ghignò.- Sono una specie di caporale. Invidioso ragazzino?- fece dondolare la piccola chiave d'argento.- Ma stai tranquillo, qui dentro nessuno ti lascerà passare tanto facilmente.

Alysia sospirò.- Speravo davvero di sì.- commentò pungente e Myi-ling la fulminò, ma rimase in silenzio. Avanzarono di qualche centinaio di metri in quella specie di anticamera dove erano radunate altre decine di fate Oscure. Tutte erano simili a Hen: opache, smorte, terrificanti. Li osservavno mentre passavano, ma non accennavano a fare nulla, semplicemente li seguivano con lo sguardo e poi si voltavano e si rifugiavano dai cunicoli dai quali erano emerse. A Lilieth quell'immobilità metteva i brividi.

E poi improvvisamente approdarono in quella che poteva essere definita solo in un modo: disturbante.

Torce di canne accese pendevano ad intervalli regolari dal muro di pietra che si innalzava a formare una sorta di pozzo tondo e sul pavimento erano stesi logori tappeti persiani, mangiati dalle tarme e consunti, ma indubbiamente costosi. C'erano mobili di mogano chiaro ammucchiati qua e là senza un senso ben preciso: sedie di ferro battuto accanto a tavolini di noce impolverati, pouf rivestiti di velluto scuro e lacero, libri ingialliti dal tempo e in parte carbonizzati che attendevano di essere letti. Era come se qualcuno, cercando di rendere quell'abiente angusto accogliente, avesse raccattato tutta la spazzatura di Edom per metterla lì. Alle pareti lisce erano appesi quadri scoloriti che mostravano la Caduta di Lucifero, di Epoh e l'esercito dei Reietti come doveva essere al massimo del suo splendore; gli arazzi erano così sbiaditi da essere pressochè illeggibili, ma le scritte runiche dovevano essere in qualche antica lingua delle Fate. La muffa invadeva gli angoli dove non c'erano mobili o quadri, rendendo surreale lo scenario.

Sangue impuro.- Equilibrio spezzatoWhere stories live. Discover now