Capitolo cinquantasette

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Il respiro di Harry accelera sul mio collo. Non sto ragionando in questo momento, non riesco a controllare me stessa, mentre lascio Harry in boxer su questo vagoncino. È tremendamente sexy, come sempre. Il suo petto muscoloso, ma mai troppo, spicca davanti ai miei occhi e non posso fare altro che guardarlo, e convincermi, ancora una volta, che ho il ragazzo più bello del mondo. Allungo una mano e la poggio sul tatuaggio della farfalla, al centro dello sterno e noto la pelle delle braccia di Harry rabbrividire.
"Vieni." mi ordina Harry, senza troppa dolcezza, ma con grande desiderio e mi fa alzare in piedi, in modo da potermi aiutare a sfilare i miei pantaloni. L'aria fredda mi batte sul petto e i miei di brividi non sono dovuti solo al tocco di Harry. Le sue lunghe dita raggiungono i miei jeans, scontrandosi con la pelle della mia pancia scoperta, proprio nell'istante in cui, con un colpo secco, il vagone ricomincia a muoversi. Sono scossa dallo strattone del veicolo e mi piomba addosso la situazione Mi rendo conto, finalmente, di che cavolo stavamo per fare.
"Oh, mio Dio, Harry." esclamo spostandomi in fretta dalle sue gambe e sedendomi di nuovo sul sedile duro.
"Che c'è?" chiede lui allungando una mano e accarezzandomi una spalla.
"Che c'è? Siamo in una giostra, Harry! Che per giunta è appena ripartita." gli faccio notare e lui sbuffa.
"Solito tempismo." distoglie lo sguardo.
"Passami la mia maglietta." gli dico. Harry si guarda attorno, mentre superiamo la zona teli rosa ed entriamo in un tunnel pieno di fumo rosso.
"Merda, non vedo un cazzo con questa nebbia!" si lamenta Harry. Neanche io vedo ad un palmo di naso, in effetti, neanche Harry fa più parte della mia visuale. Muovo in fretta le mani davanti al mio viso per scacciare il fumo, ma non funziona.
"Dannazione." sto andando in panico, quando finalmente l'aria torna trasparente. Nella zona in cui siamo adesso, c'è solo una parete scura con sopra incisioni che dicono ti amo in ogni lingua possibile. Non ho tempo per soffermarmici, visto che sono in reggiseno e che devo rivestirmi prima che il vagone esca all'aperto.
"Harry, la maglietta!" insisto e gli scuoto la spalla.
"Che cazzo.. non c'è!" esclama lui sbattendo il mucchio dei suoi pantaloni e della sua camicia per verificare che la mia maglia non sia lì in mezzo.
Ma c'è.
E cade sui binari dietro di noi, quando Harry scuote troppo forte. Allungo le mani, ma non lo prendo in tempo. La mia maglia rimane indietro, la vedo sparire tra il buio, mentre noi continuiamo la strada.
"Merda, scusa." dice Harry guardandosi indietro. È ancora un po' buio, ma posso quasi giurare di vedere sul suo viso un sorriso divertito.
"Cosa faccio?" chiedo, in panico.
"Mhh.. mettiti la mia camicia." me la porge e io me la infilo velocemente, nell'istante in cui il vagone supera un telo nero e la luce del sole mi illumina di nuovo. Harry socchiude gli occhi, infastidito dai raggi. Sembra non curarsi del fatto che è in boxer e che un sacco di gente lo sta guardando. Ci sta guardando. È chiaro perché un ragazzo sia quasi nudo e questo mi imbarazza terribilmente. Abbasso gli occhi mentre finisco di allacciare gli ultimi bottoni della camicia marroncina, evidentemente maschile. Il vagone si ferma, grazie al cielo, e io corro giù, raggiungendo Louis e Nicole in un angolo. Louis è piegato in due dal ridere. Anche Harry ci raggiunge, dopo essersi infilato grossolanamente i pantaloni.
"Este es amor!" esclama un uomo sorridente passandoci di fianco e io arrossisco. Louis mi mette una mano attorno alle spalle. Si asciuga una lacrima che gli era scesa per il troppo ridere e poi parla.
"Su, Deny, non ti preoccupare.."
"Sta zitto!" ribatte Harry trascinandomi per un braccio e facendomi sbattere contro il suo petto nudo "Ma dico, sei coglione? Credevo tornassi e ci dicessi come avevate risolto, non che facessi ripartire quella merda di vagone!"
"È colpa mia?" Louis si indica il petto "Il tizio della giostra ci ha messo un quarto d'ora a capire il mio spagnolo, e poi, quando ha afferrato il problema, ha fatto ripartire la giostra. Scusa, come avrei potuto immaginare che te la volevi scopare?"
"Mi conosci! Potevi immaginare eccome che l'avrei fatto."
"Cosa?" intervengo "L'avevi programmato?"
Harry sposta gli occhi su di me.
"No.."
"Harry.." insisto. I suoi 'no' quando abbassa gli occhi non sono sinceri.
"Dai, era un fottuto tunnel dell'amore! Mi era solo venuta l'idea appena ci siamo entrati.. tutto qui." ammette Harry passandosi una mano sui capelli.
"È sempre tutto qui per te." sbotto e Louis alza le mani al cielo.
"Okay, ragazzi.. non voglio immischiarmi nelle vostre conversazioni.. Bye bye." e detto ciò se ne va in fretta con mia sorella al seguito.
"Cazzo. Ne riparleremo, Louis!" urla Harry.
"Basta, ci guardano tutti." gli ricordo "E poi è con me che dovresti parlare, non credi?"
"Penso che dovrei prendermi una maglia nuova, invece."
"Non sto scherzando." incrocio le braccia in petto.
"Neanche io, cazzo! Sono a petto nudo in mezzo ad una fiera perché tu hai la mia camicia!"
"Perché tu hai perso la mia maglia, che mi hai fatto togliere per scoparmi in una giostra!" mi sorprendo delle mie stesse parole e Harry con me, visto che spalanca la bocca.
"Ti ho obbligata a spogliarti?" chiede.
"No, ma.. insomma avevi programmato tutto.. per questo hai fatto andare via Louis e mia sorella.. e poi mi hai provocata!" faccio i vari collegamenti mentre lo dico "È come se mi avessi comandata e questo non mi va."
"E va bene, scusa.." si arrende.
"Sì, okay, ma non puoi sempre fare le cose senza pensare e poi aver paura che ti lasci e farmi gli occhi dolci." forse sono troppo severa con lui, ma è la conversazione che avrei dovuto affrontare prima, già quando ha chiamato mia mamma e le ha detto di noi "Certe decisioni vanno prese insieme, Harry, e questa più di tutte visto che per me è la prima volta."
"Hai ragione.. solo.. non ce la faccio più ad aspettare, se devo essere sincero, ti voglio troppo e non capisco quale sia il tuo problema." ammette e io apro la bocca per parlare, quando il suo cellulare suona. Harry lo estrae dalla tasca scocciato e riattacca. Riesco a leggere sullo schermo le sei chiamate perse da mamma, appena prima che Harry mandi il cellulare in stand-by.
"Sei chiamate da tua mamma? Sarà importante, richiamala." lo esorto.
"No.. è una cavolata. Lei fa sempre così.. lascia stare." taglia corto Harry, freddo. Vorrei chiedergli qualcosa di più, ma lui sta già camminando in fretta verso una bancarella che vende magliette a maniche corte. Lo seguo fino a che si ferma davanti al venditore.
"Mhh.. esta." Harry indica la prima maglia che gli salta agli occhi, quella più anonima della bancarella. È l'unica nera, con un solo stemma di Barcellona nel mezzo.
So che, una volta risolto il problema petto nudo, Harry verrà ad assicurarsi che io non sia arrabbiata. E non lo sono in effetti e non ne ho neanche motivo. Mi ha detto che mi vuole, e so che mi ama, soltanto.. mi da fastidio il fatto che mi sono lasciata trasportare dalle sue avance, ma non è colpa sua, bensì mia, che non so controllarmi.
"Denise" Harry si gira verso di me con la nuova maglia indosso. Gli ricade morbida sul petto, forse sarebbe bastata una taglia in meno, ma, conoscendolo, l'ha presa a caso.
"Dimmi, Harry."
Il suo sguardo, prima più duro e menefreghista, è tornato adesso dolce.
"Sei arrabbiata?"
Non riesco a trattenere una risata.
"Che c'è?" chiede lui.
"Niente, immaginavo che l'avresti detto."
"Io immaginavo che avresti risposto.."
"No, Harry, non sono arrabbiata.. lasciamo stare, okay?"
Annuisce e mi mette una mano attorno alle spalle.
"Ti dona quella camicia." mi guarda con un ghigno. Abbasso gli occhi sulla sua camicia larga indosso a me.
"Ha il tuo profumo. Mi piace." sorrido.
"Bene."
Mi guardo attorno.
"Se andiamo sulle montagne russe.. quante dici che sono le possibilità che si blocchino anche quelle?" chiedo alzando gli occhi sul viso di Harry.
"Vorrei risponderti tante, così magari ti levi dalla testa l'idea di andarci."
Lo trascino con me, verso la giostra.

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