Capitolo quarantacinque

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Nessuno dei due parla mentre Harry mi trascina non so dove. L'unico rumore che sento è quello dei miei passi sul terriccio e sulle foglie cadute dagli alberi. Harry muove i piedi molto velocemente e io fatico a stragli dietro, sempre tirata avanti dalla sua stretta forte sul mio polso. Il cuore continua a battermi fortissimo, perchè non può essere.. tutto ciò non può star accadendo proprio a me! Ad un tratto Harry si ferma, giusto davanti al boschetto in cui siamo stati già due volte assieme. Si volta, mi guarda e sorride. Gli si creano due adorabili fossette sulle guance. 

''Non mi chiedi dove stiamo andando, cappuccetto?'' 

Mi fa tenerezza che mi chiami così. Mi ricorda un po' come tutto è cominciato. 

''Be, direi che posso immaginarlo.'' indico gli alberi di fronte a noi. 

''Prevedibile, no?'' sbuffa lui.

''Giusto un pochino.'' sorrido. 

Harry mi lascia il polso per scostare alcuni rami con le mani e infilarsi dentro il boschetto del campus. Faccio lo stesso. La luce accecante di mezzogiorno, passando attraverso le foglie si indebolisce un po' e la temperatura è un po' meno calda qui. Mezzogiorno.. stavo andando a pranzo e.. a prendere il regalo per mia sorella. Sobbalzo.

''Che c'è?'' chiede Harry preoccupato. 

Rido piano. 

''Che c'è da ridere?'' 

''La tua faccia! Mi fa ridere quando ti preoccupi.'' 

''Okay, so di essere splendido, affascinante e ovviamente anche divertente, ma..''

''Harry!'' lo rimprovero e lui sorride divertito. 

''Allora? Cosa c'è? Perchè ti sei fermata all'improvviso?'' sento dalla sua voce che è ancora curioso e preoccupato, ma cerca di mascherarlo, per fare il duro. 

''Perchè prima di incontrarti e parlare con te stavo andando al negozio..''

''E chi se ne frega?'' lo guardo male, quindi aggiunge subito:'' cioè.. ti serviva qualcosa?''

''E' il compleanno di mia sorella domani e..''

''Ci puoi andare dopo? Al negozio intendo. Per favore.'' la sua voce calda non mi permette mai un 'no' come risposta. 

''Sì.'' 

Harry sorride. 

''Vieni, cappuccetto.'' 

Lo seguo attraverso il bosco e, più cammina, più so dove mi vuole portare. Si ferma giusto sotto l'albero su cui ci siamo seduti quella volta..in uno di quelli che ricordo come i momenti più belli della mia vita. 

Comincia ad arrampicarsi e io non chiedo spiegazioni, lo seguo e basta. Il tempo che impieghiamo per raggiungere il robusto ramo sembra molto meno di quello che ci abbiamo messo l'altra volta. 

Harry si siede e io faccio lo stesso accanto a lui. C'è un po' di distanza tra noi, la distanza di chi non sa bene cosa è giusto fare in momenti come questi.

''Ehm.. è.. è bellissimo qua su.'' che cavolo sto dicendo?

''C'è un motivo per cui ti ho riportata qui..'' Harry  si passa il pollice e l'indice sul labbro inferiore, pizzicandolo nel mezzo. 

''Quale?'' chiedo. 

''L'ultima volta che ci siamo stati, non sono riuscito a fare una cosa che avrei tanto voluto..'' interrompe la frase e si avvicina piano a me. Allunga una mano verso il mio viso, ma io indietreggio. 

''Perché?'' chiede Harry. Il suo tono sembra quasi arrabbiato. 

''Harry.. il fatto che io ti abbia perdonato non vuol dire che adesso puoi fare tutto quello che vuoi. Credo che ci siano ancora delle cose da chiarire..''

Just promise... you'll remember. Where stories live. Discover now