Capitolo ventinove

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"Harry" chiamo piano, la mia voce sottile nella penombra della camera. "Harry" ripeto appena appena più forte e gli scuoto una spalla. Harry mugugna.

"Dobbiamo andare a lezione oggi. Svegliati."

Harry apre un occhio e mi guarda.

"No, ho sonno, resto a dormire." richiude l'occhio e ficca la testa sotto il lenzuolo.

Mi alzo dal letto e schiaccio l'interruttore per accendere la luce.

"Denise!" si lamenta Harry. Mi fa sempre uno strano effetto sentirlo pronunciare il mio nome, forse perché non è una cosa che fa molto spesso.

"Dai, alzati."

Harry si mette a sedere, il lenzuolo gli rimane addosso come a creare una specie di tenda sopra la sua testa. Ha una faccia assonnata e i capelli in disordine. Sorrido e mi avvicino alla valigia. Prendo in mano una maglietta a maniche corte blu con una stampa sul davanti e dei jeans scuri.

"No" sento dire Harry alle mie spalle.

Mi volto. Adesso è in piedi dietro di me.

"No cosa?" chiedo.

"Non mettere quella maglietta." indica il capo tra le mie mani.

"Perché? Cos'ha che non va scusa?"

"Niente.. solo con i jeans blu io metterei qualcosa di diverso." si inginocchia vicino alla mia valigia. La pelle nuda della sua spalla si scontra con il mio braccio e io mi scanso scossa da un brivido. Perché mi sento così ogni volta che mi tocca? Harry fruga tra i miei vestiti e alla fine ne estrae una camicetta azzurro chiaro.

"Prova questa." dice passandomela.

Mi alzo e vado verso il bagno.

"Non serve che vai in bagno ogni volta. Non sono interessato a guardarti." fa spallucce. Penso un attimo all'idea di spogliarmi davanti ad Harry, ma non credo per niente che non mi guarderà, perciò mi avvio verso il bagno.

"Testarda." sento sussurrare Harry appena prima di chiudermi la porta alle spalle. Mi tolgo il pigiama e mi vesto. Mi guardo allo specchio. Harry ha ragione. La camicetta è perfetta con questi jeans. Raccolgo i capelli in una coda, così per cambiare e poi mi passo un leggero filo di matita nera sotto agli occhi. Non mi trucco spesso la mattina, ma ogni tanto ne ho voglia e lo faccio. Dalla camera sento Harry canticchiare Don't stop e sorrido. Mi piacciono tutti gli elementi che rendono questo ragazzo più debole o comunque dolce. Forse perché non credevo esistessero. Appena ho conosciuto Harry credevo fosse uno di quei ragazzi bellissimi quanto stronzi a cui non importa niente di niente se non di sé stessi. Ma dovremmo smetterla tutti con questi pregiudizi. In realtà è una persona che ha i suoi problemi e che, un po' per coraggio e un po' per orgoglio, vuole risolverseli da solo. Mi torna in mente l'immagine di lui sul tetto e della lacrima che lascia la sua guancia. Sono sicura che è anche una persona sensibile.

Esco dal bagno e Harry mi guarda.

"Be?" chiedo un po' imbarazzata dopo qualche secondo. Harry distoglie lo sguardo.

"Dovresti chiedermi consiglio più spesso su cosa metterti." credo sia il suo modo per dirmi che sto bene vestita così. Mi avvicino al letto per sistemare il pigiama sul cuscino e spalanco gli occhi.

"Hai rifatto il letto?" chiedo ad Harry.

Lui annuisce mentre si infila pantaloni e maglia, quelli di ieri ovviamente, perché qui non ha altri vestiti.

"Be.. grazie." dico mentre appoggio il pigiama. Afferro zaino, chiavi e cellulare.

"Andiamo?"

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