Capitolo ventidue

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Punto di vista di Denise

Il sole sta pian piano calando. Trascino i piedi stanca. È stata una giornata piuttosto pesante, ma mi sono divertita e ho scoperto che Barcellona mi piace davvero tanto.

"Vuoi che ti porti le borse?" mi chiede Zayn, che cammina di fianco a me.

"No, grazie, pesano poco." rispondo.

"Poco? Qual'è la tua idea di poco? Una maglia, cinquanta souvenir per patenti e cugini di ogni grado possibile, un calendario di non so quale band e un libretto turistico dei monumenti della città che non ti servirà mai a niente dato che abbiamo le guide?" scherza.

"Intanto ho preso solo tre souvenir, il calendario è dei 5 Seconds of Summer e in ogni caso non pesano." ribatto.

"Okay, come vuoi." alza le mani.

"Sempre meglio che comprarsi le sigarette.."

"Ne ho preso solo un pacchetto e se i tuoi insegnamenti funzionano basteranno per una settimana intera."

"Due settimane!" lo correggo.

"Ce ne sono dieci.."

"Hai preso il pacco da venti, Zayn, ti ho visto."

Zayn ride.

"Okay, okay, mi controllerai allora."

"Sicuro."

Siamo stati insieme tutto il giorno, io e Zayn ed è stato davvero piacevole. C'erano anche Niall e Demi all'inizio, ma poi abbiamo fatto in modo di perderli per far si che passassero un po' di tempo da soli. Direi che ha funzionato, visto che adesso non si mollano un attimo e continuano a chiacchierare e a ridere. Sono davvero carini.

Oggi  la giuda ci ha accompagnati a Gaudí, la parte di Barcellona dove si trova la grande e maestosa Sagrada Familia. Ho in mente la selfie che abbiamo scattato io, Zayn, Niall e Demi di fronte a uno dei tanti ingressi. Abbiamo dovuto fare innumerevoli prove perché la chiesa è immensa e io con le selfie sono un disastro. Non si vedeva altro che le nostre facce in gigantografia. Dopo dieci minuti di inutili tentativi, Zayn ha preso il comando del cellulare e, non appena avevamo trovato la posa giusta per la foto perfetta, la giuda ci ha trascinati via perché era ora di andare. Alla fine non ho una foto decente da mostrare ai miei della Sagrada Familia, ma le selfie con i miei amici sono meravigliose.

Ben presto raggiungiamo il bus che ci riaccompagnerà in college. Saliamo e io prendo posto accanto a Zayn. Si infila le cuffiette e guarda fuori dal finestrino, io afferro il cellulare e, scelta la selfie più buffa la imposto come sfondo del cellulare. Zayn mi batte su una spalla. Mi giro a guardarlo.

"Vuoi?" chiede offendomi una cuffia.

"Mhh okay" la afferro e la infilo all'orecchio. Quasi mi spacco i timpani al primo impatto. Il volume è altissimo e questa canzone sembra fatta solo di batteria, chitarra e un uomo dalla voce rauca che grida.

"Ehi! Sei impazzito? Vuoi assordarmi?" chiedo strappandomi di dosso la cuffia mentre il mio orecchio mi ringrazia.

Zayn ride.

"È rock" spiega.

"Okay, ma abbassa un po' il volume.." sospiro e lui esegue i miei ordini. Infilo di nuovo la cuffietta, con prudenza. Ora va molto meglio.

"Non ti piace la musica rock?" mi domanda Zayn.

"Ni.." rispondo "qualche canzone, ma non il rock puro.. è troppo... rock." non so in che altro modo definirlo, ma Zayn sembra capire.

Emette una risatina e cambia canzone. Riconosco la voce dei Green Day, una delle poche rock band che conosco e mi piace.

"Va bene?" chiede Zayn.

Just promise... you'll remember. Onde histórias criam vida. Descubra agora