Capitolo diciannove

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Quando suona la sveglia e allungo la mano per spegnerla, mi sembra di essere tranquillamente sul mio letto, nella mia stanza. Mi stiracchio e apro piano gli occhi. Il mio primo pensiero va a mia sorella e al fatto che devo chiamarla per sapere se sta meglio. Poi ricordo di Louis che verrà ad accudirla e tutti i ricordi di ieri notte mi vengono lanciati dentro la testa come se qualcuno li avesse rovesciati con un grande secchio. Mi giro e capisco all'istante che il film drammatico di ieri sera è reale. Harry dorme su un fianco come gli ho visto già fare tante volte. È ancora vestito come ieri sera e la sua mano è ancora avvolta dalla mia grezza medicazione. Gli scuoto piano la spalla e lui si sveglia subito. Apre gli occhi che sono di nuovo accesi e limpidi, ha smaltito la sbornia.

"Come stai?" chiedo.

"Ho mal di testa.." dice mettendosi a sedere.

"Ci credo.. eri ubriaco fradicio."commento.

"Già." si gratta la testa e sbadiglia "e mi sono invitato qua come un patetico alcolizzato in cerca di aiuto?"

Perché me lo sta chiedendo? Non si ricorda? Spesso capita a chi beve parecchio.

"No.. a dire il vero ti ho portato qui per medicarti.. e poi ti sei addormentato."

"Avresti potuto svegliarmi e mandarmi via."

Ecco. È sempre così. Gentile di notte e scortese di giorno.

"Senti, ti ho fatto un piacere. Stavi già abbastanza male e pensavo che dormendo ti sarebbe un po' passato.."

"Sì, lo dicevo solo perché tu ti sei messa a dormire per terra."

All'improvviso ricordo.

"Come sono finita a letto?" chiedo confusa.

"Ci sarai venuta più tardi nella notte, non so."

"Be, non l'ho fatto apposta, scusa. Non mi ricordo quando è successo."

Harry ignora le mie scuse e fa spallucce.

"Neanche io mi ricordo tutto di ieri sera."

"Ehi! Non ero ubriaca io! Dormivo." mi giustifico.

"Lo so. Che importanza ha?"

Rimango in piedi senza parole. Poi mi viene in mente una domanda da fargli.

"Ti ricordi quello che mi hai detto?" mi sembra di avere ancora davanti l'immagine di Harry che si insulta da solo. Gay.. frocio. Si ricorda?

Harry sembra frugare nei suoi ricordi.

"No" dice infine chiudendo gli occhi "so solo che ho urlato, ma è tutto confuso."

"Ah"

"Cosa ho detto?"

"Oh, niente di che.. mi insultavi, come sempre." non voglio spaventarlo o farlo vergognare. La gente quando è ubriaca dice spesso cose senza senso.

"Io non ti insulto." commenta Harry.

"Sì, lo fai sempre. In effetti non so neanche perché ti ho aiutato ieri. Non te lo meriti."

Harry mi si avvicina.

"Ehi, cappuccetto, che dici? Quando mai ti ho insultata?" richiede.

Adesso mi altero.

"Mi hai detto che sono una suora e che non mi faccio gli affari miei e.."

"Questi non sono insulti" mi ferma Harry "è la verità."

Just promise... you'll remember. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora