Capitolo venti

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Punto di vista di Nicole

Sto camminando in un grande palazzo. Dove cazzo sono? Non mi sembra di consoscere questo posto e ho un gran mal di testa. Cammino cercando l'uscita. È buio e c'è un sacco di polvere che mi fa starnutire. Io ho paura del buio e sono allergica alla polvere. Cazzo. I miei passi risuonano nel silenzio che mi fischia nelle orecchie. Come cazzo è possibile che il silenzio faccia rumore? Ma è così ed è piuttosto fastidioso. Non vedo nessuna via di uscita come se stessi camminando nel vuoto, nell'oscurità. Ad un certo punto però vado a sbattere contro qualcosa.

"Cazzo!" urlo toccandomi la botta dolorante. Il mio grido rimbomba tra le mura fredde di questo castello. Allungo le mani e incontro del legno marcio. Cazzo, che schifo! Improvvisamente si accendono le luci, talmente potenti che chiudo gli occhi, altrimenti mi bruciano. Quando li riapro piano per abituarli alla luminosità, sono circondata da porte. Porte di legno scuro e consumato, sono ovunque attorno a me. Quale devo scegliere per uscire da questo posto di merda? Ne spingo una a caso, ma non si apre. Provo con la seconda e la terza, ma niente. Mi prende il panico. La polvere mi impedisce di respirare bene, i ronzii mi stanno facendo venire un gran mal di testa. Mi accascio a terra. E adesso cosa faccio? Sono in trappola. La mia pelle scotta, ho la febbre. All'improvviso sento bussare. Il silenzio non è più così.. silenzioso e la polvere sembra dileguarsi. Bussano ancora, ma non capisco da quale porta. Mi alzo in piedi, e mi sento di nuovo forte. C'è qualcosa che mi da forza e non è solo questo bussare che mi dimostra che qui non sono sola, c'è anche una voce, prima fioca e poi via via più forte. Non capisco chi sia, ma è una voce familiare, una voce che vorrei sentire. Poi parla più forte e spalanco gli occhi. È Louis. Sono sicura che sia Louis. Quando me ne rendo conto pienamente il castello si sgretola attorno a me e.. sono nella mia stanza, al college. Apro gli occhi, ho la fronte impregnata di sudore e scotto. La febbre dev'essere salita. Mi sento debole, ma mi sforzo ad alzarmi a sedere. È allora che sento bussare, come nel sogno e poi la voce.. Louis? Sento Louis che mi chiama fuori dalla porta. Ho le allucinazioni?? Mi alzo e barcollo fino all'uscio, apro la porta. Se è un'allucinazione, è proprio fatta bene! Quello in corridoio sembra davvero Louis.

"Ciao Nicole" dice piano e io sento uno strano calore nel sentirlo pronunciare il mio nome, dopo circa due giorni che non ci parliamo. Mi odio quando lo penso, ma mi è mancato. Sto per sbattergli la porta in faccia quando Louis la ferma col piede ed entra. Cosa cazzo fa qua?

Mi guarda e sorride.

"Ehi" dice piano "ehm.. come stai?" allunga la mano e mi tocca la fronte per sentire la temperatura. Appena sento la sua pelle fresca su di me, perdo conoscenza e svengo.

La prima cosa che vedo quando mi risveglio è Louis. Cazzo, ma allora è vero. Vede che mi sono svegliata e sorride. Sposto lo sguardo sul muro.

"Mamma mia! Se non ti fossi ripresa, sai che rimorso avrei avuto!" esclama.

Sono stesa sul mio letto e ho fazzoletto bagnato sulla testa.

"Va un po' meglio?" chiede Louis.

"Che cazzo fai qua?" riesco a dire.

Louis ride. Questo ride, ogni volta che gli rispondo male. Non lo capisco.

"C'era bisogno di qualcuno per stare con te oggi.. e ta-da! Il principe azzurro è arrivato di corsa!"

È uno scherzo vero? Prendo il cellulare e chiamo mia sorella. Non risponde, cazzo.

Guardo Louis in cerca di spiegazioni.

"Tua sorella mi ha gentilmente chiesto se potevo badare a te per oggi." il tono di Louis è talmente dolce che non ne sono intimorita per niente, non riesco ad avere paura.

Just promise... you'll remember. Where stories live. Discover now