Capitolo trenta

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Punto di vista di Denise

Alla fine della prima lezione scuoto la spalla di Zayn, come sempre seduto accanto a me.

"Devo andare da Jessie. Mi accompagni?"

"Okay, ma perché vai da Jessie? Non avevate litigato o una cosa così?"

"Appunto e vorrei cercare di sistemare le cose. Ci tenevo, ci tengo a lei." mi correggo.

"Capisco. Dove la cerchiamo?" chiede Zayn.

Usciamo assieme dall'aula.

"Mhh.. immagino fuori dalla sua classe? Oppure in giardino dato che c'è l'intervallo."

Raggiungo la classe di Jessie. Riesco a trovarla cercando nella memoria la spiegazione che mia sorella mi aveva fornito un giorno. Jessie è fuori dalla porta della classe, appoggiata al muro con il cellulare tra le mani.

"Ehm.. ciao" saluto timidamente.

Quando mi guarda non mi sembra più di conoscerla. Come se fosse un'estranea con cui sto cercando di attaccare bottone. Sono contenta che ci sia Zayn con me, anche se si tiene un po' a distanza per non sembrare impiccione. Mi da conforto averlo qui.

"Ciao" mi saluta la voce fredda di Jessie.

"Possiamo parlare?" chiedo piano.

Jessie apre la bocca per dire qualcosa, ma qualcuno parla prima di lei.

"Ehi, Cappuccetto." sento alle mie spalle. Oh, no. Questo non è il momento. Ignoro Harry, sperando vivamente che abbia un po' di buon senso e che capisca che è meglio che vada via. Ma ovviamente Harry è Harry.

"Allora esci dopo, vero? Non mi hai risposto al messaggio.." dice avvicinandosi a me. Non rispondo e mi volto verso Jessie. Lei guarda prima lui e poi me, poi di nuovo lui e poi me e poi abbassa gli occhi con un sorrisino falso.

"Lascia perdere. Non abbiamo niente da dirci."

"Aspetta, Jessie!" le afferro il polso quando sta per andarsene.

"Cosa vuoi?" il suo sguardo è diverso da quello di sempre. È in qualche modo.. cattivo. Non offeso o deluso, ma cattivo.

"Io volevo.."

Non mi lascia finire la frase.

"Facciamo come se non fosse mai successo niente, okay? Tu fai quello che vuoi, facciamo finta di non conoscerci. Resettiamo tutto, come se quel giorno in aeroporto tu non mi avessi mai parlato." la durezza di ciò che ha appena detto e la durezza con cui l'ha detto, mi colpiscono così tanto forte, da farmi lasciare il suo braccio. Non trovo una risposta da dare. Rimango lì impalata a guardare Jessie sparire lungo il corridoio. Ho un nodo alla gola. Fa male. Quello che mi ha detto fa male, più di quanto dovrebbe, lo so.

"Che stronza." commenta Harry alle mie spalle. Mi ero quasi scordata che lui e Zayn fossero qui con me.

"Sì, però anche tu, Harry.. metterti in mezzo.." borbotta Zayn.

"Che cazzo vuoi?" Harry fa spallucce "Io faccio quello che mi va. Non devo certo stare ai comodi di quella." dice nervoso, riferito a Jessie.

"Andiamo." dico e cammino verso il cortile per la ricreazione, seguita dai miei due amici, Zayn alla mia destra e Harry alla sinistra.

Continuo a guardare fisso davanti a me. È come se tutte le mie emozioni si fossero bloccate. È peggio che piangere. Questo è un nodo alla gola che non so sciogliere. Lo odio. Usciamo dal college e raggiungiamo il cortile pullulante di ragazzi che si godono l'intervallo. La cosa più brutta di quando stai male è vedere che la gente attorno a te sta benissimo. È un pensiero egoista, lo so, ma è quello che sento. Ti fa sentire sola.

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