Capitolo due

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Punto di vista di Nicole

La luce mi sveglia. Cazzo, avevo ancora sonno. Apro piano gli occhi e guardo fuori dal finestrino per capire dove siamo. Autostrada. Mi giro verso Denise che è sveglia e mi guarda sorridendo. Che fastidio.. sa che mi da fastidio che la gente mi guardi soprattutto intanto che dormo.

"Che ore sono?" chiedo.

"Le sette e mezza." mi risponde lei.

"Nicolina, ti sei svegliata?" domanda mia mamma dal sedile davanti al mio.

"Sí, cazzo, e avevo ancora sonno, mi sono svegliata per la luce."

Un qualsiasi normale genitore avrebbe corretto il mio linguaggio, come posso dire? Volgare? Ma mamma non dice niente, è abituata.

"Ci fermiamo a mangiare?" chiede mia sorella.

Alzo gli occhi al cielo.

"Sempre fame!" esclamo e lo penso davvero. Mia sorella ha sempre, sempre fame. È perennemente in dieta per mantenere il suo peso. Non è grassa, per niente, è solo più robusta di me, ma ci vuole poco visto che con i miei 47 chili sostengo il record di più magra della classe. Ma non sono mica fissata con il peso io.. anzi, sinceramente non me ne frega un cazzo. Mangio quanto mi va e finché ho fame. Ma non ho mai molta fame. Adesso ad esempio non ne ho proprio. Papà parcheggia. Abbiamo raggiunto l'autogrill. Apro la porta controvoglia. Aspetto mia sorella e quando mi raggiunge camminiamo vicine verso l'entrata, i genitori ci seguono.

"Hai dormito tu?" chiedo curiosa.. anzi, in realtà non me ne frega tanto ma ho voglia di parlare.

"Sì, cioè, più o meno.. ho sonnecchiato, ecco."

Sonnecchiato.. mia sorella vuole fare la scrittrice e cerca sempre le parole più giuste e sofisticate. Io non faccio tutta questa fatica.. basta farsi capire, no?  È il metodo che intendo usare anche in Spagna, con lo spagnolo. Mi piace molto come lingua ed è anche semplice, lasciando perdere la grammatica, che secondo me, comunque, non serve proprio a niente.

L'autogrill è piccolo e c'è una sola ragazza dietro al bancone per servire i clienti. Per adesso gli unici clienti siamo noi e un tizio che secondo me sta andando a lavorare, visto che porta giacca e cravatta, quindi credo che una sola persona basti per accontentare tutti.

"Buongiorno" saluta mio papà con un gran sorriso. È sempre così lui, allegro ed introverso con tutti. È capace di fare amicizia anche con chi si siede accanto a lui in autobus. Mia sorella gli somiglia anche se è un po' più timida. Timida.. per modo di dire! Io sono timida, soprattutto con i ragazzi. Mi spaventano e non riesco mai davvero ad avvicinarmi a loro. Non che la cosa sia tanto importante, visto che neanche loro si avvicinano a me. È una cosa reciproca. Invece Denise ha un sacco di amici maschi e dice che è una cosa bellissima. Ma tienteli, cazzo! A me non frega. Mi bastano le amiche femmine.

"Allora, cosa prendete?" chiede la ragazza dell'autogrill.

"Io prendo un cappuccino." ordina papà.

"Anche per me, grazie." aggiunge mamma.

"E per me." completa mia sorella.

"Anche io." mi esce una voce assonnatissima e mi da sui nervi.

"E portaci.." mi papà si volta verso di noi "..quanti croissant?"

"Quattro" risponde mia sorella per tutti.

Chi le ha detto che lo voglio anche io? Be, in realtà lo voglio forse, non ho ancora fatto colazione e mi sta venendo fame, ma ho comunque più sonno di qualsiasi altra cosa.

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