CXCVI. I'm safe.

Magsimula sa umpisa
                                        

Vuoto di emozioni, di amore, di sentimenti, di felicità, di spensieratezza, di libertà.
Privi, vuoti di tutto e di tutti.

Nessuno lo avrebbe più visto, ormai lo aveva ben capito.

Nessuno avrebbe più visto il suo corpo palestrato che tutti invidiavano, mentre lui lo usava non per estetica ma per sopravvivenza.

Nessuno avrebbe più sentito la sua voce profonda e acida, ma quando vuole molto dolce e quasi melodica.

Nessuno avrebbe più visto i suoi occhi color argento spalancati nel vuoto, liquefatti dalla solitudine e sconfitti dalla stanchezza di combattere per qualcosa che non esiste: la libertà.

La libertà di provare emozioni, di essere se stesso e di non essere giudicato, di non doversi nascondere in battutine e occhiate acide, usufruendo di una maschera fredda e menefreghista per proteggere quel nucleo dolce e gentile che racchiudeva quella mente che avrebbe potuto fare tanto.

Si, perchè era intelligente e avrebbe potuto rivoluzionare tutto se solo ci avesse creduto, se solo avesse creduto in se stesso.

Ma, ormai, nulla più importava.
Le persone che amava lo avevano dimenticato e abbandonato, quindi che senso aveva continuare quel viaggio nell'inferno?

Nessuno avrebbe più visto i suoi occhi color argento perchè si stavano spegnendo, proprio come la luna in una sera d'estate.

Si stavano spegnendo, insieme al suo cuore e a tutto ciò che faceva di Levi un uomo.

Sentì il suo corpo infiammarsi di calore, così tanto da cedere alla tentazione di togliersi la camicia e, di conseguenza, muoversi.

Poi, però, capì.
Stava morendo.

Perchè, si sa, chi muore di ipotermia sente caldo nei suoi ultimi minuti, prima che Lei lo venisse a prendere.

Ora Levi sentiva quelle braccia coperte da una veste nera avvolgere il suo corpo, mentre quella falce appuntita tracciava una vaga croce sul suo cuore, facendo rallentare ancora di più il battito cardiaco.

-Levi- Sentì una voce chiamarlo, facendogli aprire d'impulso gli occhi che stava iniziando a chiudere, sentendosi quasi assonnato.

Un ragazzo dai capelli castani e la frangia ribelle lo guardava con i suoi occhioni verdi come due smeraldi, e bastò vedere la figura del giovane illuminata per far capire all'uomo che quella era una stupida allucinazione.

-Che cosa stai facendo?- Chiese il più piccolo -Perchè lo stai facendo?-

-Perchè me lo chiedi?- Sibilò, socchiudendo gli occhi.

-Ti vuoi uccidere?- Domandó calmo.

-Ho qualche altra possibilità?- Mugugnò appoggiando la nuca al tronco dell'albero, sentendo di nuovo una scarica di calore attraversare il suo corpo, facendogli sentire ancora più afa di prima.

-Perchè lo fai?- Si mise seduto vicino all'uomo, giocherellando con la sciarpa bordeaux che portava al collo.

-Che senso ha andare avanti da solo?- Non staccò gli occhi da quel ragazzo, pur sempre consapevole di avere solo una visione, ammirando quelle due gemme verdi.

-Tu non sei solo. C'è Hanji... c'è Molly...ci sono i miei genitori... ci sono i bambini dell'Orfanotrofio...e poi, ci sono io- Lo guardò negli occhi non smettendo mai di torturare quell'abito rosso scuro.

-Mi avete lasciato solo- Ribattè in un sussurro, sentendo il suo cuore battere sempre più lentamente.

-Io sono venuto in camera tua tante volte, ricordi?- Sorrise dolcemente, e quello per il moro fu un vero spettacolo.

I need you •Ereri• ITA [In revisione]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon