CLVIV. Sorry

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Sospirò frustato nel vedere le due espressioni a disagio dei suoi amici, chiedendosi con chissà quale coraggio era riuscito a raccontare tutto il suo passato, riuscendo a non versare lacrime sfruttando fino all'estremo la sua forza di volontà.

-Eren... se vuoi puoi venire a stare da me... o da Petra, se preferisci... giusto per qualche giorno... almeno puoi stare un po lontano da quell'ambiente- Propose titubante il biondo, grattandosi la nuca sviando lo sguardo di lato.

Gli occhi del ragazzo brillarono per un attimo nell'immagine che ora aveva impressa nella sua mente, ovvero lui a casa di Armin che chiamava Levi per dargli un abbraccio.

Già, perchè suo zio gli aveva impedito di andare alla caffetteria dove lavorava il moro, di andare al Centro Sociale, di andare all'Orfanotrofio e di fare visita ai due ex coinquilini a casa.

Lo aveva minacciato, dicendogli di stare alla larga da quei due, non chiamandoli e non cercandoli, altrimenti le avrebbe prese di brutto.

È strano, in effetti, che un diciassettenne si lasci picchiare a suon di bastonate, pedate e pugni, ma non aveva la forza morale di reagire, bloccato da chissà cosa.. la paura, forse. La paura che quell'uomo potesse fare qualche pazzia molto pericolosa nei suoi confronti.

-Allora Eren? Ti andrebbe di fare così?- La voce della rossa lo riportò alla triste realtà, facendolo sospirare per l'ennesima volta in quella mattina.

-Mi dispiace ma non posso- Mugulò dispiaciuto, facendo annuire gli altri due -Mi piacerebbe ma non posso...- Scosse poi la testa.

-L'importante è che tu sappia che noi ci siamo sempre se hai bisogno- Sorrise appena Armin, dandogli un'amichevole pacca sulla spalla.

-A prescindere, noi ci siamo e ci saremo sempre- Gli fece eco la rossa, sorridendo dolcemente in modo leggermente più aperto.

-Grazie... mille- Appoggiò un gomito al tavolo, reggendosi la guancia con il palmo caldo della mano, sbuffando nel sentire la campanella suonare.

-Ora abbiamo Storia- Mugulò annoiata Petra. Non aveva studiato molto bene la lezione per quel giorno dato che il pomeriggio precedente lo aveva passato con suo padre.

Era sempre impegnato con quel dannato lavoro che aveva, facendo sentire nostalgia sia alla ragazza che alla moglie.

La rossa sperava sempre di poter trascorrere un po di tempo con suo padre, utilizzando ogni singolo minuto a disposizione per stare con quell'uomo.

Comunque, le lezioni ripresero noiose e lente come al solito.
Eren aveva raccomandato ai due amici di tenere acqua in bocca riguardo la sua storia e le situazioni in cui era attualmente, facendo ovviamente annuire gli altri due.

Le campane suonarono una dietro l'altra annunciando le fine delle lezioni, arrivando finalmente all'ultima.

Ovviamente Sasha, come al solito, aveva deciso di mangiare un tramezzino al prosciutto e formaggio di nascosto durante l'ora di Geografia, finendo per quasi soffocare talmente era stato grande il boccone che aveva cercato di mandare giù senza masticare.

E, come ogni santissima volta che succedeva, Mikasa fu costretta a salvarla con qualche colpo alla schiena, cercando di non farsi scoprire dall'insegnante.

Jean e Marco, invece, parlottavano alle loro spalle, ridacchiando qual volta l'insegnante si girasse a scrivere qualcosa sulla lavagna, dando le spalle agli alunni.

Eren ci mise un po a capire il perchè di queste risate, scoprendo poi che sulla giacca della professoressa c'era un pacchetto vuoto di fazzoletti attaccato.

In circostanze normali si sarebbe messo a ridere di soppiatto, additando l'oggetto ad Armin e a Petra, ma non quel giorno. No ne aveva nè la forza, nè la voglia, di ridere.

I need you •Ereri• ITA [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora