I need you •Ereri• ITA [In revisione]

XIX. Don't touch him!

Piango T^T (foto in copertina)

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-Cosa ti avevo detto?! Hai presto sette!- Si accigliò Marco fissando Jean.

-Sette! Ho preso sette! Sette!- Per poco non si metteva ad urlare.

-Guarda Eren! Ho preso otto e mezzo!- Esultò Petra di fianco a lui, indicandogli con il dito il voto sul compito.

-Io ho preso otto- Sorrise fissando inebetito quel voto, orgoglioso di se stesso come non mai.

-Io otto e mezzo, come Petra!- Esclamò Armin alla sua sinistra, quasi spaccandogli i timpani.

-Me la sono cavata con un sette, io- Disse Mikasa, facendo roteare gli occhi, sbuffando.

-Che ti lamenti a fare? Io ho preso sei! Mia madre questa non me la fa passare liscia..- Piagnucolò Sasha.

-Aspiravo all'otto- Brontolò Mikasa.

-Io ho preso sette meno- Aggiunse Marco, non facendo però capire se era contento o deluso da questo risultato.

-Non vedo l'ora di tornare a casa!- Rise Eren, guardando l'orologio che segnava le due meno cinque. La classe era nel caos più totale, dato che la professoressa aveva appena consegnato i risultati della verifica che avevano fatto il giorno prima. Fogli e penne volavano nell'aria, mentre il silenzio era preda di grida di esultazione e piagnucolii.

-Zitto Eren! Non voglio tornare io a casa! Mia madre mi uccide!- Sasha era talmente terrorizzata che stava pensando di andare a vivere per una settimana a casa di Petra dopo aver dato il compito a sua madre, in modo da far sbollire la furia imminente a cui andava incontro.

-Come mai vuoi tornare subito a casa?- Chiese Armin incuriosito.

-Voglio far vedere il compito ad Hanji e a Levi- Sorrise.

-Oh. Credo che saranno orgogliosi di te!- Gli diede un'amichevole pacca sulla spalla.

-Eren, attento quando esci di qui. Ho sentito dire a Connie che vuole "darti una lezione" una volta finita la scuola- Lo avvertì Petra.

-Lo immaginavo- Corruciò la fronte.

-Sul serio?- Domandò meravigliato Armin.

-Si. Ieri, dopo scuola, per poco non mi ammazzavano strangolandomi- Si scoprì il braccio destro, mostrando le bende.

-Allora sono vere le voci che circolano in giro su di te, Eren- Petra si portò entrambe le mani sulla bocca.

-Che sono orfano? Ma questo voi già lo sapevate. Ve lo avevo vagamente accennato- Si accigliò.

-Non queste voci...Altre!- Si intromise Armin.

-Cosa? E che dicono?- Chiese Eren leggermente spaventato.

-Lascia stare, tanto sono false- Armin fece un gesto della mano per dire che erano cose di poca importanza.

La campanella suonò, e, come al solito, una calca di alunni inferociti si precipitò prima verso la porta dell'aula e poi all'uscita della scuola.
Eren salutò il suo gruppetto, guardando l'orario. Erano le due in punto e di Levi non c'era neanche l'ombra.

Si guardò intorno, cercando con lo sguardo l'auto, senza però vederla.
Intanto il cortile e le strade si svuotarono di alunni e insegnanti, lasciando Eren solo in mezzo al nulla.

Sentì dei passi alle sue spalle e, quando si girò, vide Connie e il suo gruppetto che lo additava ridendo e ghignando malignamente.

Deglutì rumorosamente, tornando a guardare la strada.
Forse era meglio allontanarsi, in caso avrebbe chiamato subito dopo Levi per avvisarlo.