CXXIX. I don't cry, but it hurt so much

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Pessima mossa, Eren.

Il moro si girò di scatto, liberandosi dalla presa del giovane con un veloce movimento dal polso sinistro, mentre si girava e lo portava per il collo al muro con la mano destra.

-Che ti prende ora? Vedi di non toccarmi o giuro che ti spacco le gambe- Lo fulminò con lo sguardo, stando così vicino al suo viso che i loro nasi quasi si sfioravano.

Per un attimo il ragazzo sperò che l'altro lo baciasse approfittando della vicinanza, ma ovviamente fu una speranza vana.

Portò entrambe le mani al polso del più grande, cercando di allentare di poco la presa sul suo collo mentre mugugnava impaurito.

-Levi! Smettila!- Intervenì la bruna, sbarrando gli occhi mentre lo allontanava dal ragazzo.

Quello tossì appena, massaggiandosi il punto dolorante. Del resto doveva dire grazie che Levi non aveva stretto più forte, se no gli avrebbe fatto davvero male. E, questa sua riflessione, gli fece inevitabilmente pensare che l'altro lo avesse fatto appositamente.

-Non potete discuterne da persone civili!?- Sbuffò lei, venendo così fulminata con lo sgaurdo dal fratello

-No. Non c'è niente di cui discutere. Noi due abbiamo chiuso, punto e basta- Uscì sbattendo la porta, camminando a passo felpato verso l'ingresso.

Si sentì poco dopo la porta di casa chiudersi violentemente, segno che il moro era uscito di casa, mentre il ragazzo si lasciava scivolare la parete, singhiozzando silenziosamente e nascondendo il viso portandosi le ginocchia al petto, stringendole con braccia.

-Eren...tesoro- La donna si chinò su di lui, accarezzandogli i capelli color nocciola, mentre quello piangeva più forte il nome dell'amato -Mi dispiace- Sibilò poi, sentendo all'improvviso una strana rabbia infiammarle il corpo, mentre ricordava con ira il gesto fatto da poco dal fratello.

Oh, quando sarebbe tornato a casa quel nano ne avrebbe sentite.

Boschetto oltre la grotta, ore 14.47..

Erano ore che camminava in mezzo a quella natura verde, mentre osservava distrattamente il fiume che continuava a scorrere generando un piacevole scroscio che, in mezzo a quel silenzio pacifico, era quasi una musica.

Qualche uccellino si faceva sentire di tanto in tanto, mentre il vago ululato del vento sfrecciava tra le foglie più alte degli alberi, facendone cadere qualcuna al suolo.

Aveva continuato a seguire il corso del fiume senza una meta precisa, se non quella di allontanarsi il più possi ile dalla tempesta che si stava svolgendo nel suo cuore. O meglio, nei frammenti del suo cuore.

Non piangeva, no. Non aveva versato neanche una lacrima, ma si sentiva comunque morire dentro.

Lui non era nessuno per piangere. C'era gente in situazioni ben peggiori della sua, per cui sarebbe stato solo un "frignone" a piangere per una cosa del genere.

Eppure, sentiva il dolore lacerare ogni più piccola parte del suo corpo, mentre un alone di malinconia svolazzava attorno a lui.

-Ahi- Gemette appena quando il rametto di un albero si scontrò con la sua felpa sul braccio, mentre sentiva l'indumento inumidirsi su quel punto.

Si toccò il braccio con il dito da sopra la stoffa, decidendo poi di togliersi la felpa.

Rimase con una semplice canottiera nera, mentre quei tagli che invadevano le sue braccia bagnavano di rosso la sua pelle candida.

Ne aveva fatti giusto sette...per sfogarsi, poi, aveva preferito mordersi la mano e il resto delle braccia.

Aveva imparato che i morsi, anche se profondi, dopo qualche ora, non lasciavano un segno evidente, ma solo un vago alone rosso. Di conseguenza davano meno all'occhio, permettendogli di poterne dare moltissimi senza rischiare di farsi scoprire nel caso scivolasse la manica.

I need you •Ereri• ITA [In revisione]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora