Where Are Ü Now

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Anche questo mi sembra un deja vu, come quando Luke mi tirò l'acqua addosso per costringermi a correre con lui.

Da perfetta lagnosa quale sono, gli occhi mi si inumidiscono al ricordo e il mento mi trema pericolosamente, ma il sergente non mi da retta e ordina "ti voglio pronta tra quattro minuti"
Non rimane a sentire le mie repliche e se ne va chiudendo la porta dietro di sé mentre qualche lacrima sfugge al mio controllo.

Allaccio le stringhe delle scarpe e guardo di sfuggita il mio riflesso allo specchio.
Mi trattengo dall'urlare per le condizioni pietose in cui mi ritrovo e prendo un respiro profondo. Posso farcela, in fondo si tratta solo di andare al supermercato, prendere ciò che serve e ritornare a casa, no?

No. Per la seconda volta la risposta è no.
Dovevo aspettare da mia mamma un attacco a tradimento del genere, ma ero e sono tuttora troppo concentrata sul mio dramma esistenziale e amoroso per ascoltare il mio istinto.

Con la scusa di dover salutare un'amica di cui non ho mai sentito parlare, fa una deviazione: mi trascina dal suo parrucchiere di fiducia e prende accordi perché i miei capelli non sembrino più una matassa di nodi o un nido di uccelli, dipende da come lo si guarda.
Mi rilasso mentre un'assistente mi massaggia il cuoio capelluto e chiudo gli occhi senza pensare a niente.

La mia bolla di pace viene fatta scoppiare dopo qualche minuto.
Dan, il parrucchiere, mi prende per le mani e mi fa sedere su una poltrona davanti ad uno specchio ad altezza naturale.
Sotto le luci a neon sembro più bianca di quanto non sia in realtà e le occhiaie sembrano pozzi senza fine.
Se mia madre voleva farmele notare, ci è riuscita per bene e nel migliore dei modi.

Faccio appena in tempo a notare un paio di forbici che sbucano all'improvviso tra le mani di Dan e cinque dita buone di lunghezza vengono tagliate.
Rimango così scioccata che devono darmi alcuni schiaffeggi sulle guance per farmi ritornare cosciente.

"Micol, guardami"
Mia madre mi si para davanti e mi concentro sulle sue iridi verdi tanto simili alle mie.
Potrei giurare di vederci un pizzico di soddisfazione, come se avesse ottenuto la reazione che si aspettava o, molto semplicemente, sto iniziando ad avere le allucinazioni per la mancanza di sonno.

"Sta andando tutto bene. Dan puoi continuare"
Mi lascia una carezza sulla guancia e l'uomo sussurra spaventato 'sei sicura?'.
Con un cenno del capo conferma e riprende a tagliare e a sfoltire.
Chiudo gli occhi perché è troppo per il mio povero cuore.

Potrebbero essere passate due ore da quando sono entrata nella parrucchieria, come potrebbero essere quattro, vista l'attenzione maniacale che è stata riservata ad ogni singola ciocca.

Devo ammettere che il nuovo taglio mi piace, arriva alle spalle ed è perfetto per le forme scarne del mio viso.
Per completare il trattamento, due ragazze mi hanno truccata leggermente.
Con un po' di correttore, fondotinta e mascara hanno fatto un miracolo, non posso non essere grata per avermi fatto riassumere sembianze umane.

Vengo spinta fuori dal locale da mia madre senza avere il tempo materiale di ringraziare e sono costretta ad entrare in un negozio di abbigliamento costoso.

"Mamma non posso permettermi queste cifre a tre zeri, lo sai", le ricordo mentre passa tra i vari espositori e ordina alla commessa di prendere questo o quel vestito.
"Consideralo un regalo di pronta guarigione", mi schiaccia l'occhio e ammicca.

La sua battuta mi fa ripiombare nel mondo di indifferenza in cui mi trovavo fino a poco fa e la seguo in silenzio con il broncio e le braccia incrociate al petto.

Vengo riempita di abiti, giacche e completi e rischio quasi di inciampare per il peso eccessivo di tutta la roba che la commessa mi ha messo tra le le braccia con un sorriso plastico a 32 denti.

Flaws || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now