"Spostati, mi sto lavando i denti io", gli do un colpo con il fianco che non lo sposta di un centimetro.
"Io sono arrivato prima", riesce a dire con la bocca piena di dentifricio.

Alzo gli occhi al cielo e sputo nel lavandino. Il karma ovviamente vuole che lo facciamo nello stesso tempo e Luke mi sputa nei capelli.

"Dimmi che non l'hai fatto", lo minaccio con lo spazzolino.
"Uh, non l'ho fatto?", fa una smorfia.
"È meglio se evapori perché, se ti vedo ancora intorno a me, divento violenta", dico con tutta calma, prendendo respiri profondi.

Metto a posto tutto e guardo lo schifo che mi è rimasto appiccicato ai capelli.
"Preparati a soccombere lentamente e dolorosamente", gli urlo dal bagno.

Cerco di sistemare il pasticcio e lego i ciuffi in una crocchia disordinata.
Vado in camera -la mia- e mi guardo intorno per trovare il cellulare.

Mi sento come un'estranea, come se questa camera non fosse più mia perché in queste settimane sono stata in quella di Luke.

Mi ero abituata a mettere i vestiti nel suo armadio e indossare le sue t-shirt per stare comoda.
Ora non è cambiato molto, dato che continuerò a usufruire del suo guardaroba, però mi fa strano vedere il grande letto vuoto.

Luke entra senza bussare, come suo solito, e guarda il letto con una smorfia.

"Non sembra comodo", afferma arricciando il naso.
"Non come il tuo, vero?"
"Esatto. Stai diventando un piccolo genietto da quando mi conosci, sono fiero di te", fa finta di asciugarsi una lacrima immaginaria e mi ritrovo a sorridere.

"Dillo che hai voglia di dormire con me", lo punzecchio con un dito sul fianco.
"Nah, è che fa freddo e tu sei calda, sei importante per il mio benessere"
"Abbassati un attimo", lo istruisco.

Esegua titubante il mio 'ordine ' e gli tiro uno schiaffo sulla nuca.
"Sei un deficiente"
"Però mi ami", muove su e giù le sopracciglia e sorride.

Scuoto la testa e borbotto un 'tiratela di meno', prima di chiudere le tende e accendere la lampada vicino al letto.

Sbadiglio e Luke sembra capire l'antifona, infatti mi fa segno di avvicinarmi e mi soffia un tenero bacio sulla guancia, augurandomi la buonanotte.

Sorrido e lo guardo lasciare la stanza, poi socchiudo la porta e mi infilo nelle coperte fredde.

È strano avere tutto questo spazio per me: il ragazzo occupava più della metà del suo letto, perché era troppo corto per la sua lunghezza, e mi stava addosso come un polipo. Non stava nemmeno comodo, mi ripeteva ogni cinque minuti.

Quindi, per una mezz'ora buona dovevo aspettare che la principessa si sistemasse e, forse, sarei riuscita a dormire in santa pace.

Non so perché, ma non riesco a prendere sonno subito e guardo il soffitto impotente, mentre un'ondata di frustrazione mi assale.
Soffoco un urlo nel cuscino e sento il cigolio della porta che viene aperta.

"Sapevo che ti mancavo, però non pensavo volessi soffocarti perché non sei con me", scherza Luke e gli faccio il dito medio, con ancora il cuscino sulla faccia.

Sento il materasso che si incurva sotto al suo peso e mi spinge di lato senza farsi tanti problemi.
Alza le coperte e fa finta di essere percorso da un brivido di freddo.

"Era molto meglio il mio, di letto"
Sbuffo e "non lamentarti e dormi, principessa, domani si sistemerà tutto", gli dico per zittirlo.
"Okay", concede e quasi si spalma su di me, agganciando la gamba destra con la mia sinistra e rischia di soffocarmi quando si mette sopra di me con il busto.

Flaws || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now