Capitolo 26 - Parte 2

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Zulema


"Gli organi erano troppo compromessi."

"Il suo cuore non ha retto."

"Abbiamo fatto il possibile."

"Ci dispiace tanto."

Sono frasi che conosco fin troppo bene, ma che speravo di non sentire mai più.

Quando è morto mio papà ero all'ospedale, con lui. Ero in braccio ad Aisha, seduta su una sedia. Nostra madre era andata a prendere da bere e ci aveva lasciate lì. Poi i monitor hanno iniziato a suonare, sono arrivati i medici, ci hanno buttate fuori dalla stanza e mio papà si è trasformato in un corpo privo di vita.

Poi è morta Fatima e sopravvivere a un figlio è una cosa talmente dolorosa che è impossibile raccontare quell'esperienza a parole.

Pensavo di non poter provare più niente del genere, fino a quando ho iniziato ad amare Macarena. Il nostro rapporto non è stato semplice e siamo state fin troppo brave a portarlo avanti, visto il nostro passato.

In realtà, abbiamo fatto molti casini e spesso abbiamo sbagliato, ma abbiamo sicuramente fatto del nostro meglio.

E avremmo continuato a crescere insieme, a imparare insieme. Saremmo state due mamme che si danno il cambio per prendere la figlia a scuola e che cercano di migliorarsi, perché si amano e amano lei.

Invece ora andrò solo io a prendere Yasmin.

Adesso io sarò una mamma vedova, che non può nemmeno affogare nel proprio dolore per non trascinarci dentro anche la sua bambina.

Anzi, dovrò essere doppiamente forte e uscire da questo stato di confusione e di sofferenza in cui mi trovo adesso.

Macarena è morta.

Lei non c'è più, non esiste più.

Non è più niente.

Solo un nome su una lapide, con una sua foto sorridente e due date che racchiudono ciò che è stata.

Non la vedrò oggi. Non la vedrò domani, tra un mese o tra un anno.

Perché non si è trasferita da un'altra parte, io e lei non abbiamo divorziato.

È morta. È andata via per sempre.

E non tornerà.

È morta per me, per salvare me.

Si è buttata per prendere un proiettile che era destinato a me e non potrò mai perdonarmi di non essere riuscita ad impedirglielo.


"Zuzu, svegliati."

La voce di Yasmin, ogni giorno sempre più squillante, mi riporta alla realtà.

Una piccola ciocca di capelli bagnati mi cade sul viso, sono madida di sudore. Faccio schifo, devo assolutamente fare una doccia.

Ma sono felice perché era solo un incubo.

"Zuzu, svegliati, oggi la mamma torna a casa."

Io, Román e i nostri amici abbiamo anticipato un po' di cose alla piccola, con molto tatto e delicatezza. Ha solamente tre anni e non vogliamo che si spaventi ancora di più, ha già passato troppe esperienze difficili, vista la sua età. Le abbiamo spiegato che sua mamma non sta ancora bene del tutto e che potrebbe sembrarle strana per quello, ma non andrà più via. Le abbiamo detto che rimarrà qui, adesso possiamo affermarlo con certezza.

La bambina è felicissima, le ha già fatto mille disegni e uno strano pupazzo con il pongo. Mi ha sporcato tutta la casa, ma non mi importa.

Corre ovunque, non vede l'ora di riabbracciare sua mamma. Le mancava, ovviamente.

Mancava a tutti noi.

Maca si è ripresa, però ha ancora molti problemi di salute. Cammina con le stampelle, prende dei farmaci a tutte le ore del giorno, i suoi polmoni sono affaticati e non ci vede più da un occhio. Perché, a quanto pare, come se non bastasse, quando è caduta ha battuto forte la testa e ha avuto un'emorragia celebrale. Ha avuto anche due crisi epilettiche, o qualcosa di simile.

Non sta bene fisicamente e di certo non sta bene emotivamente, ma è viva e potrà stare bene. Noi la aiuteremo, sempre.

Román va a prenderla, io la aspetto a casa con Yasmin.

"Quando arriva la mamma? Quando arriva la mamma? Quando arriva la mamma?"

"Tra poco, tu ricordati quello che abbiamo detto, mi raccomando."

"Devo essere delicata con la mamma perché ha ancora la bua."

"Sei bravissima, come sempre."

"Zuzu, ho un'idea. Quando arriva diamo il cuscino alla mamma, così se è stanca dorme qui con noi."

Le abbiamo comprato un cuscino gigante con la faccia di uno dei Minions.

"Lo sai, Zuzu..."

"Cosa?"

"Mi piacciono i Minions perché sono gialli."

La straordinaria capacità dei bambini di dire cose belle, ma che apparentemente non hanno niente a che vedere con il discorso, mi stupisce sempre. Sono sicura che c'è dell'altro, conosco la nostra piccolina.

"Il giallo è il tuo colore preferito, giusto?"

"Sì, è il colore dei girasoli e dei capelli della mamma e di Shakira."

Se sapesse che è anche il colore delle tute del carcere femminile in cui siamo state io e Macarena non le piacerebbe così tanto. Sono contenta che questo non la riguardi, che sia così tenera e innocente. Forse quando sarà grande noi le racconteremo tutta la storia, ma ora è presto.

Quando mia moglie arriva, insieme a Román, le diamo tutti i regali di Yasmin e stiamo insieme. Poco dopo passano a trovarci i nostri amici, Rajab che è ancora in versione "mummia" ci fa una videochiamata.

Ismael e Olivia ci annunciano che sono tornati insieme, forse il fatto di aver visto la morte in faccia li ha fatti ragionare. Farah dice a tutti di essere incinta e Macarena si prende le coccole di sua figlia come se per lei fossero ossigeno.

E lo sono, sono ossigeno puro.

"Mamma, non andare più via." piagnucola la bambina, abbracciandola.

"Non lo farò."

"Lo sai che Zuzu mi ha fatto bere la Coca Cola quando tu non c'eri?"

La guardo, fingendomi arrabbiata.

"Questo doveva essere un nostro segreto, signorina." le dico.

"Mi sono sbagliata, Zuzu ha detto che non posso bere la Coca Cola perché tu non vuoi."

Scoppiamo tutti a ridere per questo cambio nella sua versione, io adoro questa bambina.

Ha personalità da vendere, molto più della maggior parte degli adulti che conosco.

In fondo, fa parte del suo DNA. È figlia di Maca e ha già rischiato di morire quando era nel suo pancione. È una piccola principessa guerriera, come diciamo sempre.

"Come ti senti?" chiedo a mia moglie.

"Sto bene..."

"Ne sei sicura?"

Lei guarda Yasmin e sorride.

"Sì, sto bene."

I hate u, I love uWhere stories live. Discover now