Capitolo 9 - Parte 1

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Macarena


Stavo preparando una torta per Zulema, per festeggiare la sua guarigione.

Quando l'ho messa in forno però mi sono dedicata ad altre faccende domestiche e me ne sono completamente dimenticata.

Morale della favola: ho bruciato il dolce.

E pensare che quella brava a cucinare della coppia sono io.

Yasmin è ancora a scuola, quindi decido di passare in pasticceria prima di andare a prenderla. Comprerò una torta per rimediare al mio danno e fare comunque una sorpresa a mia moglie, come avevo pianificato.

Mi vesto, mi trucco ed esco.

Arrivo davanti alla mia pasticceria di fiducia, che oggi ovviamente è chiusa per ferie.

Perfetto, non me ne va bene una.

L'unico posto che vende dolci davvero buoni, oltre a quel negozio, si trova nel vicolo dietro al mercato. Decido di andare lì, sperando che almeno quella pasticceria sia aperta.

Il vicolo è buio e isolato, come sempre.

Ormai però io non ho più paura di nulla.

O forse ho paura di tutto.

Credo mi spaventi più il mio passato del mio presente, mi tormentano i ricordi di ciò che mi è successo. Per il resto, mi sento coraggiosa, proprio perché ho vissuto il peggio e sento che niente di nuovo mi potrà distruggere.

Purtroppo però non è così, il pericolo è sempre in agguato. Non puoi semplicemente sederti e rilassarti, tirando un sospiro di sollievo.

Non puoi pensare che il peggio è passato e non può capitarti più niente. Non se sei me.

Qualcuno mi afferra alle spalle e mi punta un coltello alla gola.

"Dammi la borsa o ti sgozzo."

Oh cazzo.

Calma, devo stare calma.

Devo rimanere lucida.

"Va bene, prendila." gli dico.

Lui mi sfila la borsetta, ma non importa.

Non avevo nulla lì dentro, solo poco denaro in contanti per comprare la torta.

Non porto mai con me oggetti importanti o tanti soldi, anche perché io e Zulema abbiamo solo contanti e li teniamo nascosti, sepolti nei nostri posti segreti e sicuri.

Siamo pur sempre ricercate dalla polizia spagnola, meglio non aprire conti bancari.

Lui apre la borsa e ne esamina il contenuto.

"Hai solo questo?" mi chiede.

Annuisco.

"Pensi che io possa accontentarmi di questo?" aggiunge, con un tono che mi fa gelare il sangue nelle vene.

"Io ho solo questo, non so che farci..."

"Forse puoi pagarmi in un altro modo."

Si avvicina a me, sempre puntandomi il coltello addosso. Mi afferra di nuovo e sento la lama fredda del suo coltello sul mio collo.

Il cuore mi batte all'impazzata.

Il respiro si blocca.

Panico, è un attacco di panico.

Il panico può pietrificarti o farti fare qualcosa di molto stupido e io scelgo la seconda.

Gli tiro una ginocchiata sui gioielli di famiglia e riesco a liberarmi, ma lui mi afferra un braccio e mi trascina di nuovo a sé con una forza che non riesco a contrastare.

"Non avresti dovuto farlo, ora ti ammazzo."

Merda.

Merda, merda, merda.

Dopo tutto ciò che ho passato non posso morire così, andando a comprare un dolce.

È solo un incubo, deve essere solo un incubo.

Chiudo gli occhi, come faccio sempre quando ho troppa paura di guardare in faccia la realtà.

"Fermo!" urla una voce.

È un uomo, ma non so chi sia.

"Amico, fatti i cazzi tuoi, ti conviene." gli risponde il mio aggressore, ringhiando come un lupo che non vuole farsi rubare la preda.

"A te conviene lasciare subito questa donna, ci sono tre pattuglie della polizia qui."

Ed effettivamente vedo le luci blu delle volanti.

Stavolta i poliziotti, che detesto per ovvi motivi, potrebbero tornarmi utili.

E a quest'uomo, che si è esposto per salvarmi la vita, sono davvero grata.

Il mio aggressore si allontana, scappando di corsa. La polizia non viene verso di noi, sta inseguendo un'altra persona a quanto pare.

"Stai bene?" mi chiede l'uomo che mi ha aiutata, rischiando lui stesso di farsi del male.

"Sì, non so come ringraziarti."

"Non devi ringraziarmi, davvero."

"E invece sì, mi hai salvata."

"Te la saresti cavata da sola, ho visto come ti sei difesa prima."

"Già, ma probabilmente mi avrebbe ammazzata, o almeno quello era il suo intento. Quindi grazie, sul serio, grazie."

"Mi chiamo Hassan, piacere."

"Macarena, piacere mio."

"Cosa ci facevi qui da sola?"

"Volevo comprare una torta..."

"Volevi comprare una torta qui?"

"Sì... C'era una pasticceria..."

"Ha chiuso, proprio perché è un posto isolato e pericoloso, nessuno veniva a comprare qua."

"Non lo sapevo..."

"Se vuoi ti accompagno in un bar che vende anche torte buonissime."

"Va bene, grazie."

Ci incamminiamo verso questa caffetteria che, a quanto dice lui, è molto rifornita di dolci.

"Questa volta magari possiamo prenderci anche un caffè, giuro che mi comporterò bene." mi dice lui.

"Questa volta? Scusa, non capisco..."

"Ci siamo visti qualche giorno fa, eri con una tua amica che poi è andata via. Ho tentato l'approccio, ma mi hai detto di essere sposata. Mi dispiace di averti dato una brutta impressione, io in genere non ci provo in quel modo, ma sei la prima che..."

"La prima che?"

"Che mi ha colpito davvero dopo molto tempo... Dopo la morte di mia moglie non mi sono più avvicinato a nessuna... Mi dispiace però... Giuro che non ci sto provando con te adesso... Tu hai una moglie, giusto? Vorrei tanto averla ancora anche io..."

"Mi dispiace per la tua perdita. Sì, io ho una moglie e la amo tantissimo, non la tradirei mai, perciò al limite potrà nascere un'amicizia tra noi, nulla di più."

Mi accompagna in una caffetteria bellissima, in cui vendono un sacco di dolci. Finalmente trovo la torta per Zulema e saluto Hassan, dopo aver parlato un po' con lui.

"Ti lascio il mio numero, in amicizia." mi dice, scrivendolo su un foglio stropicciato che mi passa poco dopo.

"L'ultima volta che ho accettato il numero di una persona sconosciuta non è finita molto bene, preferirei evitare..."

Ripenso ad Aisha, che si è finta mia amica per avvicinarsi a Zulema con l'inganno e ci ha quasi uccise. Forse amava davvero sua sorella, ma era troppo instabile emotivamente e succube della madre per dimostrarlo.

Non voglio più fidarmi di persone che non conosco, non voglio che la storia si ripeta.

Io e Zulema abbiamo sofferto troppo nella vita, ora meritiamo un po'di pace.

I hate u, I love uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora